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Quando ci lascia un comico resta una vaga tristezza

 

Il mese di Agosto si è portato via Gianfranco D’Angelo – aveva 85 anni – e chi lo diceva che di anni ne erano passati così tanti – anche i comici invecchiano – e quando ci lasciano ci resta una vaga tristezza. La risata è qualcosa d’immediato, presente, e quando occorre solo ricordarla è come se venisse a restare un incolmabile vuoto.

CARLO PORTA – sulla corruzione diffusa

 



15 Giugno 1775 nasceva Carlo Porta

il Poeta di Milano

Quand vedessev on pubblegh funzionari 

a scialalla coj fiocch …

Quando vi capitasse di vedere un pubblico funzionario scialare alla grande …

Sonetto di Carlo Porta sulla corruzione – 1812

GLI STATI GENERALI DELLA NATALITA’ ALL’OMBRA DELLA CASTITA’

 









Gli Stati Generali della natalità, 

promossi all’ombra della castità della Chiesa

Cattolica, con l’intervento di apertura del Papa, 

sono in ogni caso una contraddizione

 – ecco cosa direbbe Giovanni Meli l’Abate.

CI HO PROVATO

 

Ebbene sì, ci ho provato a

vedere e sentire il (TIM) Festival di

Sanremo. 

Ho sentito 10 interruzioni pubblicitarie di circa 5 minuti ciascuna. 

Ho sentito la predica del grande calciatore, la lunga imitazione di Little Tony, la lunga rievocazione di Ornella Vanoni, gli interventi di ospiti che venivano a reclamizzare loro futuri programmi, poi altri sportivi, poi una giornalista, ecc...

Ogni tanto, sporadicamente, qualche canzone in gara, di cui non si potevano ascoltare le parole perché rutillate in fretta e coperte da un eccessivo sonoro orchestrale. 

Alle 12,30, durante la rievocazione di Umberto Tozzi, ho smesso, e c'erano ancora altre otto canzoni in gara che non ho potuto sentire. 

Non me la sento di tranciare giudizi: ogni generazione ha il Festival che si merita. Stamani ho visto sul notiziario Ansa che ha vinto una canzone che avevo sentito, e di cui ricordo il ritornello musicale: SONO FUORI DI TESTA MA DIVERSO DA LORO - che pare ripetere il recente messaggio di Nicola Zingaretti. (fr.z.)

post inserito il 07/03/2021 

Er còllera mòribbus – alle pandemie reagiamo allo stesso modo (1)


Era il 1835
e il colera, che aveva devastato l’Europa, cominciava a penetrare in Italia.
Gioachino Belli scrisse, nei mesi che vanno dall’Agosto del 1835 al dicembre 1836, ben 34 sonetti, che legati insieme formavano un poemetto , a cui diede il titolo di Er còllera mòribbus.
I sonetti, erano come una lunga discussione in una osteria di Roma, e ben descrivevano le reazioni del popolo di fronte a quel morbo.
Nei sonetti le reazioni popolari che oggi possiamo ritrovare, sotto tanti aspetti, nel percorso della pandemia di Covid 19 che assilla la nostra epoca: la iniziale incredulità all’avanzare del morbo, il mettere in relazione il morbo con la collera divina e con cattivi comportamenti umani, le divergenti posizioni dei medici, le teorie del complotto, le barriere tra zone limitrofe, il biasimare i comportamenti del Potere. Pare che tutto oggi si ripeta.

 Qui di seguito il primo dei sonetti, I SUCCESSIVI ai seguenti link: (2) (3) (4) (5) (6) (7) (8)(9) (10) (11) (12) (13) (14) (15) (16) (17) (18) (19) (20) (21) 

Er còllera mòribbus  (1)

LEZIONE DI SATIRA e DI LIBERTÀ e tre sonetti di G. BELLI

 

? La satira quando tocca la religione si può considerare come blasfemia?

  Sonetti come quelli di Gioacchino Belli, in un contesto mussulmano,  potrebbero ricevere una condanna capitale;   ed anche nello Stato Vaticano di allora  i rischi erano notevoli.

 Lo stesso Belli era preoccupato sul come poteva reagire il Potere vaticano rispetto ai suoi sonetti, che erano pieni di versi talvolta audaci, licenziosi e blasfemi; ed erano destinati, nelle intenzioni del Belli,  a rimanere clandestini. Infatti,  il poeta incaricò l’amico Monsignor Tizzani di distruggere, dopo la sua morte,  la sua produzione dialettale.

Qualche nota sul nostro mondo di Pawel Kuczynski


Qualche nota sul nostro mondo contemporaneo e sulle nostre abitudini la possiamo ricavare dalle immagini grafiche di Pawel Kuczynski
Questo pittore e grafico, vivente, ed ancora abbastanza giovane (nato il 12 agosto 1976), è riuscito a rendere le immagini delle nostre più pericolose abitudini, delle nostre stupide illusioni di comunicazione e di potenza, e in generale delle nostre miserie.

Una cartolina da Glasgow



Ho ricevuto, qualche giorno fa,  una cartolina da Glasgow – Scozia e il cono stradale è sempre al suo posto. Fino a quando quel cono durerà sulla testa del Duca di Wellington, significa che il senso della libertà è coniugabile con il senso dell’umorismo.
 Il Duca di Wellington ricevette nel 1980, da un ignoto buontempone scozzese, l’omaggio di un cono stradale poggiato sulla testa come un cappello. Da allora i tentativi dell’autorità di rimuoverlo sono stati vani; una volta rimosso di giorno riappariva miracolosamente nell’arco di una notte.
 La statua si trova nella Royal Exchange Square a Glasgow in Scozia,  e con il passare del tempo il monumento è diventato famoso proprio per il suo cono;  una vera e propria  attrazione turistica da fotografare e che viene riprodotta in cartoline che caratterizzano la città e il suo spirito.

Il triumvirato nel governo di Roma e nel governo di oggi in Italia



Il triumvirato nel governo di Roma e nel governo di oggi in Italia
Chi è Lepido? E chi può essere Augusto?
Nel video proposto, Totò ci chiarisce il tutto;  si raccomanda di guardare il video fino alla
fine.
Il triumvirato di oggi in Italia
Chi erano al tempo di Roma antica ormai è Storia
Lepido
Marco Antonio
Augusto


Post inserito il 18/11/2018
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L’elezzione der Presidente - Cercate il personaggio




Nel grande androne della politica e delle elezioni potete cercare il personaggio che meglio si adatta a questa poesia di Trilussa

Quella che fa paura a Facebook

Courbet fa paura ai social- network  -  Ma in realtà fa paura proprio lei  
L'origine del mondo

Accade che il malcapitato che ha inserito un link con quell'immagine si possa vedere cancellato il profilo e se non ci sta a quella censura si deve rivolgere ad un tribunale della California - la giustizia francese non ci sta a questa clausola. Qui il link dell'Ansa - e il commento poetico di Giochino Belli:

G. Meli: merito, fortuna e denaro






Spesso si dice di premiare il merito
ed al mondo ci stanno i vincenti che si dice siano impastati di merito;
poi si scopre che …
Vediamo cosa ci dice Giovanni Meli (l’Abate)

"Le donne non possono essere preti" Dottrina definitiva

"Le donne non possono essere preti" Per Il cardinale Ladaria prefetto dell'ex Sant'Uffizio: "La dottrina è definitiva, sbagliato creare dubbi tra i fedeli. Cristo conferì il sacramento ai 12 apostoli, tutti uomini"

Notizia apparsa il 29 Maggio 2018 – qui il Link
E qui di seguito un altro link di Arpa eolica con un sonetto di Gioachino Belli che spiega le necessarie doti per fare il prete.

La sincerità ne li comizzi - e - Doppo l’elezzioni




Giusto 
per riposare le orecchie 
in questi giorni di campagna elettorale, 
vi proponiamo 
la lettura di queste due poesie 
di Trilussa 
La sincerità ne li comizzi 
  
Doppo l’elezzioni

Chi sé lòda se imbròda

Visto alla luce di Trump
Chi sé lòda se imbròda. Antico detto milanese. In altre parti d’Italia incontriamo lo stesso detto nella dizione: chi si loda si sbroda.
E un po’ come dire che chi si loda viene ad avere l’effetto di parlare mentre si sta mangiando del brodo. Pessimo effetto.