“Giorni di neve, giorni di sole”

«I desaparecidos sono lì presenti per reclamare che la coscienza, i valori e la dignità del popolo non desiderano l’impunità né l’oblio. Patricia e Ambrosio e tutti coloro che hanno dato la vita per la libertà rimangono nella memoria e nella resistenza.»   Adolfo Perez Esquivel

“Giorni di neve, giorni di sole” – di Fabrizio e Nicola Valsecchi - Casa editrice MARNA - prefazione di Adolfo Perez Esquivel, Premio Nobel per la Pace 1980 “per la sua attività a favore dei poveri e dei non violenti” -  postfazione di Gianni Tognoni, Segretario Generale del Tribunale Permanente dei Popoli.

Nota degli autori:  Fabrizio e Nicola Valsecchi

Grecia, lacrime e commozione all'ultimo concerto



ALTRO LINK UTILE

QUANDO ECONOMIA E POLITICA RIDUCONO IN CENERE LA CULTURA
ANCHE LA MUSICA SCOMPARE
L'ultimo concerto dell'orchestra sinfonica nazionale greca che chiude per mancanza di soldi dopo 75 anni. L'esibizione, seguita in piazza da decine di migliaia di persone, si e' tenuta (il 16 giugno) nella sede della Tv di Stato Ert, chiusa anch'essa a causa della crisi per decisione di Antonio Samaras. 
post inserito il 17/06/13

Quando la poesia si fa musica

 La leggenda narra che Omero nel cantare per strada i suoi versi si accompagnasse con la lira,  la poesia antica era in qualche modo vicina alla musica; sono rari i grandi poeti moderni che hanno avuto il dono di accompagnare i propri versi con la musica, nella rarità brilla Fabrizio De Andrè. 
 Arpa eolica, voleva rendere omaggio a questo poeta, ed ha chiesto a Matteo Tassinari, che l'ha conosciuto ed amato,  il permesso di duplicare un suo articolo apparso in febbraio (2013) sul suo blog. 


Il Barone Munchausen gallurese

di Matteo Tassinari

L'aducazzione


Accade in Roma lì 12 giugno 2013
  53 anni, era in auto con il figlio di 18 anni quando è scoppiata una lite per motivi di viabilità tra i due e un 31enne al volante di un'altra macchina.  Dopo la lite, padre e figlio si erano allontanati, tornando a casa. Poi il 53 enne  è sceso di nuovo con il figlio e in strada ritrova il 31 enne, ritornano a litigare, il 31 enne ferisce al volto il 18 enne con un coltello.  A quel punto il padre del ragazzo, armato di pistola, non ha esitato a vendicare il ferimento del figlio: ha sparato contro il 31 enne, che nel frattempo si stava allontanando. Il proiettile ha colpito il 31enne alla nuca, finito in terra esanime.
  In poco tempo sono arrivati sul posto le forze dell'ordine e gli operatori del 118. Ma l'ambulanza è stata presa d'assalto dai parenti del 31 enne ucciso  con una sassaiola: non volevano che il 18enne, figlio dell'uomo che aveva sparato, venisse soccorso. Il ragazzo era a terra e i sanitari tentavano di avvicinarsi e la furia della folla si è scatenata su di loro. Sono stati picchiati in tre, uno di loro ha la spalla rotta.  Per continuare a leggere la notizia  ….
Ma cosa cova nei nostri nervi e come un’educazione non ha saputo frenarci?
Ma quale è stata la corretta educazione?
Qui il sonetto di Belli su un certo modo di dare l’educazione nel 1830 che pare non sia cambiato …

L'aducazzione

Fijjo, nun ribbartà mai Tata tua: 
abbada a tté, nun te fà mmette sotto. 
Si quarchiduno te viè a ddà un cazzotto,
lì ccallo callo tu dàjjene dua.
    
     Si ppoi quarcantro porcaccio da ua 
te ce facessi un po’ de predicotto,
dije: «De ste raggione io me ne fotto;
iggnuno penzi a li fattacci sua».
       
     Quanno giuchi un bucale a mmora, o a boccia, 
bevi fijo; e a sta gente buggiarona
nu gnene fà restà  manco una goccia.
       
     D’esse cristiano è ppuro  cosa bbona:
pe’ questo hai da portà ssempre in zaccoccia
er cortello arrotato e la corona.

Roma, 14 settembre 1830

Note di traduzione: Figlio non rinnegare mai tuo padre:

bada a te e non ti fare mettere sotto.
Se qualcuno ti viene a dare un pugno
tu subito dagliene  due.
Se poi qualche altro porco da uva
Ti viene a fare un po’  di prediche
digli “di queste ragioni io me ne fotto;
ognuno pensi ai fattacci suoi”.
Quando giochi a boccale o a morra (antichi giochi di osteria dove le regole spesso prevedevano di lasciare gli alti senza poter bere)
bevi figlio; e a sta gente bugiarda
non gliene fare restare manco una goccia.
D’essere cristiano è pure una buona cosa:
per questo devi portare sempre nella saccoccia
il coltello affilato e la corona del rosario.

I princìpi  educativi messi in bocca a un popolano, per meglio esprimerne la sostanziale brutalità e volgarità, non sono altro che i correnti valori , espressi forse più ipocritamente, che dovrebbero caratterizzare un” vero uomo”: farsi rispettare, rispondere alle offese, non accettare lezioni da nessuno,curare i propri interessi a discapito degli altri; una “virilità” insomma, presente in tutte le classi sociali e in tutti i tempi. Il sarcasmo del riferimento finale alla bontà d’essere cristiano  sta a sottintendere quanto il cristianesimo, con i suoi princìpi totalmente capovolti  di mitezza, perdono, porgere l’altra guancia, amare il nemico, amare il prossimo,  non sia riuscito minimamente a scalfire nei secoli una morale che addirittura esalta la vendetta, l’egoismo e l’arroganza; ma l’ironia maggiore consiste nella totale dissociazione, assai diffusa, di chi si considera malgrado tutto totalmente  cristiano, riducendo la sua fede  a delle formalità rituali,come il portare il rosario in tasca, senza però  mai abbandonare il coltello,accostamento che simboleggia con  potente sintesi l’ incoerenza dominante.  

(commenti e note a cura di Maria Luisa Ferrantelli e Francesco Zaffuto)
Per le altre poesie del Belli vai alla pagina monumento sotterraneo


Immagine – una lite –  di Bartolomeo Pinelli

post inserito il 15/06/13


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ER GOVERNO DER TEMPORALE


Papa Bergoglio, in qualche modo, l’11/giugno 13,
 ha ricordato ad alcuni cardinali amanti di banche che:
"San Pietro non aveva un conto in banca, e quando ha dovuto pagare le tasse il Signore lo ha mandato al mare a pescare un pesce e trovare la moneta dentro al pesce, per pagare". "Si devono portare avanti le opere  con cuore di povertà, non con cuore di investimento o di un imprenditore",
 Il Papa parla un po’ come avrebbe fatto un tempo Gioachino Belli  che in questa poesia criticava il potere temporale della Chiesa,esercitato allora con tutte le prerogative di una monarchia assoluta (leggi,tasse, guerre, condanne che prevedevano carcere, torture e pena di morte). Ma ancora sono in tanti i cardinali affezionati a un certo potere finanziario che in qualche modo è un retaggio del vecchio potere temporale della Chiesa.

ER GOVERNO DER TEMPORALE

     Ôh, penzateve  un po’ come volete
Ch’er reggno ar Papa je l’ha dato Iddio,
Io sto co le parole de don Pio:
“Sete cojoni assai si ce credete„.
       
     E Gesucristo ar popolo giudio
Sapete che je disse? eh? lo sapete?
“Io sò vienuto in terra a ffà da prete,
E nun è de sto Monno er reggno mio„.
       
     Che bella cosa saría stata ar Monno
De vede er Nazzareno a ffà la guerra
E a scrive editti fra viggijja e ssonno!
       
     E, de ppiú, mmannà l’ommini in galerra,
E mette er dazzio a le sarache e ar tonno
A Ripa-granne e a la Dogàn-de-terra.

Gioacchino Belli 13 gennaio 1834

Note di traduzione – Il governo der temporale (già dal titolo il Belli ironizza sulla parola temporale come se il popolo lo intendesse anche  come un accadimento climatico sfavorevole)
 - Oh, pensatela un po’ come volete
che il regno al Papa glielo ha dato Dio
io son  d’accordo con le parole di don Pio (don Pio sta per uomo della strada)
siete coglioni assai se ci credete.
E Gesù Cristo al popolo ebraico
sapete che gli disse? Eh? Lo sapete?
“Io sono venuto in terra a fare da prete (da guida spirituale)
e non è di questo Mondo il regno mio”.
Immaginate che bella cosa sarebbe stata al mondo
 vedere il Nazzareno fare la guerra
e scrivere editti dalla mattina alla sera!
E per di più, mandare gli uomini in galera,
e mettere il dazio alle sarache (sarache, sta per sarachi affumicati) e al tonno
.a Ripa-grande, (porto e dogana sul Tevere, per le merci provenienti dalla via di mare) e alla Dogana di terra. ( per le merci che venivano per via terrestre e si trovava a Piazza di Pietra).

(commenti e note a cura di Maria Luisa Ferrantelli e Francesco Zaffuto)
Per le altre poesie del Belli vai alla pagina monumento sotterraneo

Immagine - Giuseppe Vasi incisione del porto di Ripa Grande da
http://www.romeartlover.it/Vasi97.htm 

post inserito su Arpa eolica il 14/06/13


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Arte e Costituzione


I colori della Costituzione - Ventotto artisti si sono confrontati con la Carta Costituzionale   Piazza San Domenico - Società di Storia Patria - Palermo - dal 7 al 9 Giugno 2013.  Il secondo appuntamento Galleria L'Altro - via Torremuzza, n.6 - Palermo - Dall' 11 Giugno al 15 Luglio 2013.

Qui la realizzazione artistica di 

Salvatore Salamone  "Costituzione Art.1 e Art.4"


La pagina di Arpa eolica dedicata a Salvatore Salamone detto Turi


Per i post recenti o in evidenza di Arpa eolica vai all’Home page

post inserito il 12/06/13



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"Figlio di un cavallo, anzi, di due"

(nell'epoca dei 35 saggi ...)

Lucio Anneo Seneca, era di famiglia equestre.
Nel ritratto, un po' gli somiglia.
Suo padre, infatti, si chiamava Anneo Stallone e sua madre Seneca Giumenta.
Educò il piccolo Nerone e quando costui divenne imperatore e uccise sua madre, Agrippina Minore, Seneca gli diede un buffetto sulle guanciotte rubiconde dicendogli: "Bravo, così devono scalciare i cavalli". Perché la propedeutica equestre di quel tempo prevedeva i calci equini da tergo da sferrare alle madri invadenti.

L'Imbo


Il sonetto del Belli sul Limbo inizia con un titolo storpiato l’Imbo, d'altronde il narratore è un popolano che sta spiegando in una osteria cosa è il Limbo.  Nelle osterie del 1830 forse c’era più cultura che non nella scatola televisiva che tanti italiani moderni guardano in silenzio.  Tanti cattolici e tanti laici probabilmente neanche sanno che papa Benedetto XVI, nel maggio del 2007,  il Limbo lo ha abolito

Forme e narrazione

Un breve viaggio tra le opere di scultura di Pino Canta
Pino Canta si è dedicato alla scultura volendo sperimentare diverse materie nella loro plasticità e durezza: da diversi tipi di legno all’alluminio e al bronzo.


Bassorilievo detto “Marì 2012” in alluminio – Conservato al Museo d’Arte contemporanea di Gibellina (Trapani – Valle del Belice – città ricostruita dopo il disastroso terremoto del 1968)

L'arte della recitazione e le maschere dei politici


di Antonio Pilato
L' arte della recitazione ha da sempre esercitato un fascino sul'animo umano, che attraverso la finzione drammatica può portare in quella dimensione universale di sentimenti e situazioni che è la commedia della vita . 

Essa non ha mai perso, malgrado il trascorrere del tempo, dalla sua nascita, la magica caratteristica di incantare il pubblico, penetrando le vie più intime del sentire umano. 

La civiltà del mondo, ma soprattutto quella occidentale, deve alla recitazione, supportata dalle maschere di ellenica memoria, gran parte del modo di fare politica. 

Le avventure del Nibbio Nebbioso e della Gatta di Ghisa

Dario Pericolosi presenta

Le avventure del Nibbio Nebbioso e della Gatta di Ghisa il nuovo libro di Daniele Gabrieli. - 

in fin dei conti la crisi

In fin dei conti la crisi venne dagli USA

il Presidente ce la mise tutta per salvare il paese


e dopo tanto lavoro le banche si salvarono.