Con il nome “I Poeti
dell’Ariete” si definisce un gruppo culturale che promuove incontri di poesia tra
gli stessi poeti con letture e confronti di dibattito. Le riunioni sono vaganti
e gli ultimi appuntamenti si sono svolti presso il Gran Caffè al Foro Bonaparte 67 –
Milano.
Il gruppo ormai si può considerare storico se
si pensa alla sua data di costituzione il 21 marzo 1990.
Luigi Giurdanella, in una presentazione dei lavori del gruppo culturale, faceva notare che paradossalmente dieci anni dopo l’UNESCO
sceglieva proprio il 21 marzo come “Giornata Mondiale della poesia”;
accidentalmente anche questo blog Arpa eolica, che tanta attenzione vuole
dedicare alla poesia, comincia il suo lavoro il 21 marzo del 2013, ed è di buon auspicio inserire in questo blog
una presentazione di questo gruppo che
in qualche modo tento di seguire nelle iniziative. Per tale scopo sono andato a rintracciare in
rete un intervento di Luigi Giurdanella, che tanto lavoro ha dedicato questo
gruppo, e lo inserisco come la più autentica delle presentazioni. (per la redazione di Arpe eolica – francesco zaffuto)
(tratto da internet su http://opificiodellaparola.blogspot.it/2007/03/i-poeti-dellariete.html
LUNEDÌ 19 MARZO 2007
"I Poeti dell'Ariete"
Credo che sia
giunto il momento di parlare de “I Poeti dell’Ariete”, gruppo storico, visto
che tra pochi giorni, il 21 marzo 2007, sono ben diciassette anni dalla sua
fondazione. Vorrei sottolineare la data di costituzione 21 marzo 1990, perché,
curiosa coincidenza, dieci anni più tardi, nel 2000, l’UNESCO ha proclamato il
21 marzo “Giornata Mondiale della poesia”. Non mi sembra il caso di fare storia
e cronistoria o dilungarmi su meriti e glorie del gruppo. I pochi abituali
visitatori del mio blog sanno chi siamo e cosa facciamo, e non vorrei far
scappare quelli eventuali nuovi od occasionali sommergendoli di prolisse
biografie.
Visto l’atmosfera colloquiale che anima di solito il blog, mi sembra più consono fare delle considerazioni e raccontare qualche aneddoto. Comincerei con una diatriba che spero susciti curiosità e interesse. C’è un’arguta ed ironica affermazione del nostro fondatore Gabriele Cavagna che così dice: “Essere poeti dell’Ariete è come essere ordinati sacerdoti, si può buttare via la tonaca, ci si può spretare, ma una volta consacrati si rimane sacerdoti per sempre”. Il mio amico Luca, leggendola ancora una volta (infatti, Gabriele ed io non perdiamo occasione per ripeterla) in un mio articolo, che apparirà sul numero di marzo de “I Poeti dell’Ariete News”, il giornalino del gruppo, ha avanzato delle obiezioni. Scrive Luca: “... la citazione non dice nulla né delle peculiarità né delle finalità, ammesso che non siate diventati una setta satanica a mia insaputa”, per correttezza devo dire che alla fine Luca aggiunge però “mette a fuoco lo spirito del gruppo”. La mia polemica non è rivolta al mio amico, che oltretutto fa parte del nostro gruppo, ma quel riferimento alla setta (lasciando stare l’ironico aggettivo “satanica”) mi ha colpito e mi ha fatto venire in mente “la setta dei poeti estinti” del famoso e bellissimo film “L’attimo fuggente”, facendomi riflettere sulla penosa condizione in cui versano i poeti e la poesia oggi. Anche se non dobbiamo riunirci di notte in improbabili e tetri luoghi (come accadeva nel film) pochi e disagevoli sono gli spazi di cui possiamo usufruire, noi, appassionati ed amanti della poesia. “I Poeti dell’Ariete” possono svolgere i loro incontri e le loro manifestazioni grazie alla generosità di persone sensibili che ci mettono a disposizione dei locali. Infatti, sia lo svolgimento delle nostre performance che la manifestazione più seguita e che ci caratterizza, cioè la lettura libera di poesie, hanno avute molte vicissitudini, cambiando continuamente sedi. Ecco una brevissima cronistoria. Bisogna sapere che il gruppo de “I Poeti dell’Ariete” è emanazione e proseguimento delle attività culturali che si svolgevano, negli anni ottanta, a Milano Via Alzaia Naviglio Grande, presso lo Studio d’arte l’Ariete, di Gabriele Cavagna, costretto a chiudere, per beghe condominiali. Dopo esserci costituiti in gruppo abbiamo proseguito le nostre attività presso lo Spazio Laser di Via Farini, ma anche questo ha chiuso i battenti per motivi economici. Abbiamo accettato l’ospitalità del Bon Bon Cafè di Via Brera, e contemporaneamente alla Galleria Pace, di Piazza San Marco, tenevamo gli incontri di lettura libera di poesia denominati Spazio-Poesia. L’ospitalità è durata alcuni anni, ma poi ci hanno dato il benservito, chiaramente perché i proprietari non avevano un adeguato riscontro economico. Per un breve periodo siamo stati ospitati dal circolo dei “militari in congedo” di Via Bautta, ma da quel posto siamo scappati noi, per incompatibilità d’intenti. Anche dalla Libreria Claudiana, di Via Francesco Sforza, dopo circa tre anni, siamo dovuti andar via, hanno concesso lo spazio a enti e persone paganti. E sì, perché noi Poeti dell’Ariete, abbiamo come scopo quello di metterci al servizio della poesia e non servirci della poesia come fanno in tanti, perciò riteniamo che le manifestazioni debbano essere gratuite e ad ingresso libero. Di conseguenza non possiamo e soprattutto non vogliamo pagare, anche per un senso etico e di onestà intellettuale. È vero ci sono poeti e gruppi di poeti che pur di mettersi in mostra scorrazzano dalla Camera del Lavoro (di chiara matrice di sinistra), alla Palazzina Liberty (concessa dall’amministrazione comunale che come si sa è di destra), altri passano tranquillamente dalle sagrestie alle balere… Noi, “Poeti dell’Ariete”, non siamo certo schizzinosi, ma abbiamo il senso del pudore. A tale proposito ricordo un episodio accaduto in un momento di verifica e confronto con dei partecipanti a un nostro incontro (tutti i nostri incontri hanno sempre un momento di dialogo con il pubblico), un poeta affermava che lui pur di recitare le sue poesie sarebbe stato disposto a salire su qualsiasi podio anche su un mucchio di letame, scattava immediata la reazione di Caterina Parisi, poetessa facente parte del nostro gruppo fin della fondazione, purtroppo scomparsa qualche anno fa, che con voce perentoria alta e decisa (lei sempre calma e accondiscendente) gridava: “Io no! No, no”. Penso che questi pochi monosillabi di risposta a quel poeta (e, per esteso, ai tanti squallidi personaggi che sguazzano nell’ambiente “poetico”), identificano più di qualsiasi biografia la peculiarità e le finalità de “I Poeti dell’Ariete”.
(Luigi Giurdanella)
Quale miglior compendio di questa mia dissertazione che una poesia di Caterina Parisi, sempre viva nei nostri cuori!
IDENTITÁ
Chi sono?
Sono un poeta
che piange
e dell’inutile pianto
sorride.
Caterina Parisi
(da “Sine nomine”)
Visto l’atmosfera colloquiale che anima di solito il blog, mi sembra più consono fare delle considerazioni e raccontare qualche aneddoto. Comincerei con una diatriba che spero susciti curiosità e interesse. C’è un’arguta ed ironica affermazione del nostro fondatore Gabriele Cavagna che così dice: “Essere poeti dell’Ariete è come essere ordinati sacerdoti, si può buttare via la tonaca, ci si può spretare, ma una volta consacrati si rimane sacerdoti per sempre”. Il mio amico Luca, leggendola ancora una volta (infatti, Gabriele ed io non perdiamo occasione per ripeterla) in un mio articolo, che apparirà sul numero di marzo de “I Poeti dell’Ariete News”, il giornalino del gruppo, ha avanzato delle obiezioni. Scrive Luca: “... la citazione non dice nulla né delle peculiarità né delle finalità, ammesso che non siate diventati una setta satanica a mia insaputa”, per correttezza devo dire che alla fine Luca aggiunge però “mette a fuoco lo spirito del gruppo”. La mia polemica non è rivolta al mio amico, che oltretutto fa parte del nostro gruppo, ma quel riferimento alla setta (lasciando stare l’ironico aggettivo “satanica”) mi ha colpito e mi ha fatto venire in mente “la setta dei poeti estinti” del famoso e bellissimo film “L’attimo fuggente”, facendomi riflettere sulla penosa condizione in cui versano i poeti e la poesia oggi. Anche se non dobbiamo riunirci di notte in improbabili e tetri luoghi (come accadeva nel film) pochi e disagevoli sono gli spazi di cui possiamo usufruire, noi, appassionati ed amanti della poesia. “I Poeti dell’Ariete” possono svolgere i loro incontri e le loro manifestazioni grazie alla generosità di persone sensibili che ci mettono a disposizione dei locali. Infatti, sia lo svolgimento delle nostre performance che la manifestazione più seguita e che ci caratterizza, cioè la lettura libera di poesie, hanno avute molte vicissitudini, cambiando continuamente sedi. Ecco una brevissima cronistoria. Bisogna sapere che il gruppo de “I Poeti dell’Ariete” è emanazione e proseguimento delle attività culturali che si svolgevano, negli anni ottanta, a Milano Via Alzaia Naviglio Grande, presso lo Studio d’arte l’Ariete, di Gabriele Cavagna, costretto a chiudere, per beghe condominiali. Dopo esserci costituiti in gruppo abbiamo proseguito le nostre attività presso lo Spazio Laser di Via Farini, ma anche questo ha chiuso i battenti per motivi economici. Abbiamo accettato l’ospitalità del Bon Bon Cafè di Via Brera, e contemporaneamente alla Galleria Pace, di Piazza San Marco, tenevamo gli incontri di lettura libera di poesia denominati Spazio-Poesia. L’ospitalità è durata alcuni anni, ma poi ci hanno dato il benservito, chiaramente perché i proprietari non avevano un adeguato riscontro economico. Per un breve periodo siamo stati ospitati dal circolo dei “militari in congedo” di Via Bautta, ma da quel posto siamo scappati noi, per incompatibilità d’intenti. Anche dalla Libreria Claudiana, di Via Francesco Sforza, dopo circa tre anni, siamo dovuti andar via, hanno concesso lo spazio a enti e persone paganti. E sì, perché noi Poeti dell’Ariete, abbiamo come scopo quello di metterci al servizio della poesia e non servirci della poesia come fanno in tanti, perciò riteniamo che le manifestazioni debbano essere gratuite e ad ingresso libero. Di conseguenza non possiamo e soprattutto non vogliamo pagare, anche per un senso etico e di onestà intellettuale. È vero ci sono poeti e gruppi di poeti che pur di mettersi in mostra scorrazzano dalla Camera del Lavoro (di chiara matrice di sinistra), alla Palazzina Liberty (concessa dall’amministrazione comunale che come si sa è di destra), altri passano tranquillamente dalle sagrestie alle balere… Noi, “Poeti dell’Ariete”, non siamo certo schizzinosi, ma abbiamo il senso del pudore. A tale proposito ricordo un episodio accaduto in un momento di verifica e confronto con dei partecipanti a un nostro incontro (tutti i nostri incontri hanno sempre un momento di dialogo con il pubblico), un poeta affermava che lui pur di recitare le sue poesie sarebbe stato disposto a salire su qualsiasi podio anche su un mucchio di letame, scattava immediata la reazione di Caterina Parisi, poetessa facente parte del nostro gruppo fin della fondazione, purtroppo scomparsa qualche anno fa, che con voce perentoria alta e decisa (lei sempre calma e accondiscendente) gridava: “Io no! No, no”. Penso che questi pochi monosillabi di risposta a quel poeta (e, per esteso, ai tanti squallidi personaggi che sguazzano nell’ambiente “poetico”), identificano più di qualsiasi biografia la peculiarità e le finalità de “I Poeti dell’Ariete”.
(Luigi Giurdanella)
Quale miglior compendio di questa mia dissertazione che una poesia di Caterina Parisi, sempre viva nei nostri cuori!
IDENTITÁ
Chi sono?
Sono un poeta
che piange
e dell’inutile pianto
sorride.
Caterina Parisi
(da “Sine nomine”)
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