una nota di Arpa eolica
su lo
ZIBALDONE
di Giacomo Leopardi
Cosa è un blog? Vediamo una comune definizione - Blog = Sito web personale concepito
principalmente come contenitore di testo (per es. come diario o come organo d’informazione
indipendente), aggiornabile dal singolo utente in tempo reale grazie ad
apposito software.
In pratica un quaderno d’appunti, ordinato o disordinato che
sia, dove un individuo (o un gruppo di individui) annota i suoi pensieri, in
qualche modo credendo di dialogare con altri. Gli altri a volte ci sono, a
volte intervengono cambiando discorso, a volte offendendo, e a volte
prodigandosi in condivisioni, e spesso non ci sono.
Il blog esiste perché esiste internet; ma se pensiamo che sia
fondamentalmente un quaderno d’appunti possiamo dire che esiste da quando
esiste la scrittura.
Giacomo Leopardi quel
suo quaderno d’appunti volle chiamarlo lo Zibaldone; e scelse ironicamente una
parola comunemente usata in culinaria per intendere una pietanza
composta di molti ingredienti confusi tra loro e non facilmente identificabili;
una pietanza che tanto somiglia al primo ordine dei pensieri.
Si
potrebbe dire che per la sua mole lo Zibaldone di Leopardi è ancora più grande
blog di tutti i tempi anche se scritto tra 1817 e il 1832: e consta di 4.525
pagine.
E lo
trovate interamente anche su internet
ZIBALDONE
I
Post
inserito il 30/03/2018
E' vero anche se tecnicamente il blog non è un sito e soprattutto, ed i nostri 2 blog ne sono un fulgido esempio, non ci sono più solo blog - diario ma spazi virtuali per raccontare realtà, lavoro, sociale, letteratura, arte, poesia, musica, di tutto. Però è vero che in base alla definizione "primordiale" di blog, lo Zibaldone di Leopardi può considerarsi il primo blog forse mai esistito anche se poi tanti anche all'epoca scrivevano diari personali ma non erano però Giacomo Leopardi :-)))
RispondiEliminaBuona Pasqua Francesco!
E i blog, Daniele, mi pare che stanno andando fuori moda, sono tanti i blog abbandonati; a tutto vantaggio della brevità e dell'impatto veloce di comunicazione con strumenti come facebook (ed altri). Come se nella fretta di dire si tendesse ad evitare la riflessione su ciò che si sta dicendo.
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