Oggi abbiamo un’Europa che parla delle
sue crisi economiche e della sua crisi dell’Unità europea; cento anni fa in
Europa c’era ben altro clima: la guerra.
Le pagine di Luigi Natoli ci
portano in un universo Europa passato, e in gran parte dimenticato, che
giustamente deve farci paura.
Il romanzo di Luigi Natoli “Alla
guerra!” fu pubblicato come romanzo d’appendice in 204 puntate sul Giornale
di Sicilia dal 19 ottobre del 1914.
In quel romanzo Natoli si cimentò come
scrittore e come storico, ma soprattutto si cimentò come uomo; con tutta la sensibilità di un padre che
sentiva che, di lì a poco, quella terribile tragedia poteva coinvolgere
anche i suoi figli.
La vicenda narrata nel romanzo è la classica
storia d’amore, ma la cornice è il dramma che stava vivendo l’Europa agli inizi
della grande guerra; e nella pagine di
Natoli si evidenzia il tragico dolore in tutta la sua interezza.
Il romanzo è stato edito recentemente
dalla casa editrice I buoni cugini
È ordinabile direttamente alla casa
editrice
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Qui di seguitò alcuni brani:
Morivan tanti ogni giorno, sul campo!... e giungevano le targhette di
riconoscimento, tacite messaggere di lutto...
Ora non si uccideva più in quello stato di incoscienza che può scusare
anche il delitto: in quella ubriachezza collettiva, in cui pare abolita ogni
volontà individuale. Si uccideva tranquillamente, per divertirsi. Il bersaglio
era lì, a cento metri, a cinquanta; era una gara a chi colpisse meglio
C’era ancora il cadavere del capitano, col suo profilo tagliente, coi
baffi grigi quasi ispidi; disteso sul letto con le mani incrociate; ed era
solo, chi poteva in quel momento vegliare un morto? Ella lo guardò con un misto
di pietà, di ribrezzo, di cu-riosità. Sedette a un angolo della camera, sopra
una seggiola bassa, e si mise a recitare le preghiere. Se ci fosse stata
dell’acqua benedetta nella pila di porcellana appesa al capezzale del letto! Si
alzò, guardò: c’era. Tolse allora la frondicella dell’ulivo bene-detto, che era
infilata di traverso all’anello della piletta; ne immerse le foglie nell’acqua,
e spruzzò il volto, le mani, la divisa del morto. E le parve di aver reso un
pio e doveroso tributo verso di lui; le parve che il morto dovesse esserne
lieto e grato. Ella se ne sentiva più sollevata; posò l’ulivo fra le mani del
morto, e ritornò a sedere e a pregare.
Ah quell’ulivo, simbolo di pace e di concordia fra gli uomini, posto
dalle mani inconsapevoli di una povera contadina, fra quelle di un ucciso nella
tremenda guerra di sterminio, quale profondità di significati attingeva negli
abissi del pensiero! La fede ingenua, la pietà umana, si confondevano con la
più feroce e spietata ironia. Era il crollare rovinoso di tutte le teorie
umanitarie e sentimentali dinanzi alla realtà inesorabile; ed era anche
l’eterna aspirazione a una divina armonia; pareva una protesta contro la
crudeltà belluina della guerra; il vaticinio o l’augurio che dalle terre
bagnate di tanto sangue umano germogliasse l’albero della pace
universale…"
La Guerra iniziata il 28 luglio 1914 continuerà a durare
per tutto il 1914, 1915, 1916,1917, e il 1918
fino alle ore 11:00 dell'11
novembre 1918.
I post di Arpa eolica dedicati al L’
Europa circa cento anni fa
http://arpaeolica.blogspot.it/2015/04/alla-guerra-di-luigi-natoli.html
La pagina di Arpa eolica dedicata a Luigi Natoli
post
inserito il 27/02/2017
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