La Paci - poeia in siciliano di Giovanni Meli (l'Abbati) - testo in italiano a fronte
La Paci La Pace
È la paci la mia amica, E’
la pace la mia amica,
La mia cara vicinedda, la
mia cara vicina di casa,
Oh chi Diu la benedica! oh che
Dio la benedica!
Quant'è saggia, quant'è
bedda ! Quanto
è saggia, quanto è bella!
D'idda accantu 'un sentu
guai, Con
lei accanto non sento guai,
Campu spicciu, giru
tunnu, campo senza impicci, giro liberamente,
E cu pocu, pocu assai, campo con poco, con tanto poco,
Nent'invìdiu ntra stu
munnu. niente invidio in questo mondo.
Si mi manciu un tozzu
duru, Se
mi mangio un tozzo di pane duro,
Mi l'approva e dici :
sedi; lei mi approva e dice: siedi,
E stu tozzu, vi
assicuru, e il tozzo di pane, vi assicuro,
Mi va all'ugnu di lu
pedi. (1) mi va in salute fino alle unghie dei piedi
Quannu posu testa a
lettu Quando poso la testa nel letto
Dormu saziu, comu un
ghiru. dormo
sazio, come un ghiro,
Grati sonni e di dilettu
gradevoli sonni e di diletto
Di la menti vannu in
giru. della
mente vanno in giro.
Ora volu comu un cignu. Ora volo come un cigno.
Ora sulcu undusi vii, ora solco ondose vie,
E durmennu disimpignu e
dormendo disimpegno
Li capricci e li disii. i capricci e i desideri.
E st'imagini sugnati E queste immagini sognate
L'indumani sunnu uguali,
l’indomani sono uguali,
A l'imagini ristati a l’immagini rimaste
Da li giubili reali. di una gioiosa realtà.
Si lu sagru munti
acchianu Se al sacro monte salgo
A lu latu miu si ncugna,
al
mio lato (la pace) si avvicina,
Cu li proprii soi manu con le sue proprie mani
Poi mi accorda la
sampugna. poi mi accorda la
zampogna.
Di ddà supra mentr'eu
cantu, Di là sopra mentre io canto,
Viju sutta li me pedi vedo sotto i miei piedi
Terra mari e tuttu
quantu terra mare e tutto quanto
L'omu ambisci e nun
pussedi. l’uomo ambisce e non possiede.
E Furtuna ‘ntra ‘na
rota, E (vedo)
Fortuna dentro una ruota,
Chi currennu a
rumpicoddu dove si corre a rompicollo
Auta e vascia, gira e
sbota alta e bassa, gira e volta,
Ora a siccu ed ora a
moddu. ora all’asciutto e ora sul bagnato.
Na gran turba appressu
d'idda, Una
gran turba appresso alla Fortuna,
Chi ci grida supplicanti
: che gli grida supplicante:
Oh Dia ferma na
scardidda, oh Dea dammi una briciola,
Guarda a mia ntra tanti
e tanti. guarda
a me tra tanti e tanti.
Cumpiangennu sti mischini
Compiangendo
questi meschini
Jeu l'amica strinciu e
abbrazzu, io
l’amica (pace) stringo e abbraccio
Chi li lochi sularini lei che i luoghi solitari
Fa chiù grati d'un
palazzu. fa più gradevoli di un palazzo.
Chi a guardari si
cumpiaci Chi a guardare si compiace
La chiù simplici
capanna, della più semplice capanna,
Lu gran fastu ci
dispiaci il gran fasto gli dispiace
E si vota di dda banna. e si volta d’altra parte.
Non perciò la societati (alla
pace) Perciò non disgusta
La disgusta, ama
l'amici, la socialità, ama gli amici,
E su pr'idda li citati e questi sono per lei
Ricchi floridi e felici.
ricchi floridi e felici.
Ama l'arti ad una ad
una, (la
pace)Ama tutte le arti,
Lu cummerciu, li
scienzi, il commercio, le scienze,
Odia sulu di furtuna odia solo la fortuna
Li capricci o
prepotenzi. per i capricci e le prepotenze.
Ma poi trema e
mpallidisci Ma poi trema e impallidisce
Cu na sincopi murtali con una sincope mortale
Quannu alcunu
proferisci: quando qualcuno parla
Guerra liti o tribunali.
di guerra liti o tribunali.
Pirchì accordasi in
cumpenzu Perché si concede in compenso
Da lu celu a un cori
drittu. dal cielo a un cuore giusto.
Acciò l'oru ne l'incenzu
Pertanto l’oro e l’incenso
Non invidii a lu
delittu. non possono giustificare il delitto.
Ma vidennula negletta, Ma vedendo (la pace)negletta
Cu maneri assai modesti,
e di maniere molto modeste,
L'omu in idda nun
suspetta l'uomo non sospetta in lei
Na progenii celesti. una progenie celeste.
Deh tu fa, Bontati
eterna, Dio, Bontà eterna, fai
Di stu beni
impareggiabili che della pace, bene impareggiabile,
Chi l'Europa ni discerna
l’Europa ne comprenda
Lu gran prezzu
inestimabili. il grande prezzo inestimabile.
Note
1)Esiste un vecchio proverbio siciliano che dice: Lu manciari a l'addritta
va sina all'ugna di lu pedi Fonte: Pitrè, IV, 97. Il cibo mangiato in piedi va fino alle
unghie dei piedi.
Il Meli usa il detto in senso più ampio, il
mangiare frugale con soddisfazione e nel giusto va tutto in salute fino alla
parte più estrema del corpo, fino all’unghia del piede.
Un breve commento
Per arrivare
alla pace Meli indica uno stile di vita; accontentarsi di poco, non cercare ori
e incensi, non chiedere la fortuna solo per sé, dividere la felicità con gli
altri. Vista in questo modo la pace per Meli sembra un risultato interiore,
l’indicazione etica di una strada per ogni individuo; ma la conclusione finale
ci trasporta in una dimensione che va oltre la dimensione individuale; lo stile
di vita deve riguardare popoli, nazioni, deve investire quell’Europa che al
secolo di Meli era teatro continuo di guerre ed oggi vive all’ombra di una
fragile pace (f.z.)
immagine - statua di Giovanni Meli l'Abbati - al Teatro Massimo di Palermo
Post inserito il 07/11/14
Considerazioni più che giuste. Tuttavia in questo secolo dove gli individui seguono uno stile di vita che è all'opposto di quanto prospetta Meli, già è difficile per il singolo attenersi a queste sagge parole, per questa Europa unita forse solo in apparenza, è ancora peggio. Quando gli uomini non si sono fatti sopraffare dal desiderio smodato di ricchezze, dall'ansia di potere che conducono inevitabilmente all'odio e alla guerra?
RispondiEliminaMa la poesia di Meli è splendida, modula parole come musica.
La pace vera, compresa quella interiore , si accompagna sempre alla mancanza di invidia e ingordigia.
RispondiEliminaI versi hanno una musicalità meravigliosa. Ciao Francesco. A presto, spero.
Questa poesia dice chiaramente dove abita la pace e quali sono le vere ricchezze.
RispondiEliminaL'arte nutre lo spirito e attiva le energie per diventare persone migliori... ci è necessaria quindi.
Ciao Francesco.
Musicalità della lingua siciliana, di cui ancora oggi e non si sa per quanto, si rileva nelle parlate autentiche. La poesia sta nel sangue siciliano ed ancora ha da dire ma; non per nostalgici o folkloristici retrò. Nel contenuto, "il nostro abbate" è moderno alla luce di un rinnovato illuminismo delle origini, stritolato e fagocitato dalle ideologie moderne e post moderne....
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