recensione di Maria Luisa Ferrantelli
Dopo tanti anni la ristampa del volume di Luigi
Natoli, grande scrittore e studioso siciliano,
Storie e leggende, pubblicato
in Palermo dall’editore Pedone Luriel nel 1892, vede la luce sotto il titolo La
baronessa di Carini (e altri racconti con fatti di sangue) nella
collana dedicata all’opera di Natoli edita da I buoni cugini Palermo.
L’aspetto
centrale della pubblicazione è rappresentato dalla drammatica vicenda
storico-leggendaria della uccisione della signora
di Carini nel XVI secolo e di cui per alcuni secoli si è impossessata la
tradizione popolare attraverso cantastorie, poesie popolari e soprattutto un
poemetto anonimo del XVI secolo, perduto nella sua integrità ma divenuto fonte
e filo conduttore a cui attingere e fare riferimento nel tempo,in modo libero e
creativo.
La nuova
edizione proposta da I buoni cugini,
oltre a riprodurre la novella in cui Natoli ha ricostruito con grande finezza
stilistica la tragedia, è impreziosita da altri due testi, che non comparivano
nella precedente edizione: un successivo racconto, La signora di Carini, scritta sempre dal Natoli e pubblicata in
appendice al Giornale di Sicilia nel 1910, di cui pochi conoscono la esistenza,
ed uno studio critico sul poemetto letterario del XVI secolo, estratto dagli
Atti della Reale Accademia di Scienze, Lettere ed Arti di Palermo del 1910. Tali
materiali fanno della presente pubblicazione un vero evento editoriale, che
unisce l’interesse letterario a quello storico.
Il Natoli
infatti, da una parte ci fornisce, nel suo saggio, una interessante ed acuta
analisi del testo del poemetto anonimo, i cui frammenti sono stati variamente
ricostruiti. Egli evidenzia come in esso convergano e si mischino tradizioni
poetiche su analoghe tragedie familiari precedenti il delitto in questione,
aggiunte posteriori di altri poeti, interpolazioni di canti orali nati dal
popolo e dai cantastorie, mentre lo stile del poeta originale tradisce
reminiscenze di classici come Virgilio, Petrarca, Tasso (chi legge infatti
l’estratto del poemetto, riportato nella presente edizione subito dopo il
saggio di Natoli, non può non accorgersi di trovarsi di fronte ad un vero
gioiello di poesia, per nulla popolare, in un siciliano letterario e concepito
come una lingua nazionale).
Dall’altra
parte Natoli ci fornisce anche un’avvincente e convincente ricostruzione del
delitto stesso. Di esso erano tramandate infatti due differenti versioni:
parricidio nei confronti della figlia sedicenne sorpresa con l’innamorato;
uxoricidio della moglie sorpresa con l’amante, versione questa che compare
appunto nel secondo racconto di Natoli. Lo scrittore sembra propendere per
questa seconda ipotesi. Ma la sensibilità popolare ha imposto piuttosto la
prima, facendo del giglio di Carini una sorta di Francesca da Rimini o Giulietta
e immortalando il commovente giovane amore troncato.
Il libro è ordinabile direttamente alla casa editrice
Qui il link –
Della tradizionale canzone sulla Baronessa di Carini – cantata e recitata dal cantastorie siciliano Nonò Salamone
post inserito il 08/10/2016
Nessun commento:
Posta un commento
Post aperto a dibattito, si possono inserire commenti immediatamente ed automaticamente – i curatori di arpa eolica si riservano di cancellare rettifiche e commenti che possano contenere offese a terzi o appelli alla violenza. Grazie per i commenti che andate ad inserire.