“Cagliostro e le sue avventure” di Luigi Natoli



Gli editori I buoni cugini hanno recentemente pubblicato una riedizione del grande romanzo di Luigi Natoli “Cagliostro e le sue avventure” – il romanzo consta di 884 pagine e la nuova edizione è la fedele copiatura di quella apparsa nel 1914 in appendice al Giornale di Sicilia. L'edizione, profondamente diversa da tutte le altre, è da ritenersi l'unica originale perché curata dallo scrittore in persona nelle pagine del quotidiano. Tutte le altre sono state pubblicate postume e hanno notevoli differenze, può bastare confrontare l'indice dell'opera per rendersi conto delle diversità.
Cagliostro nell'immaginario collettivo ha sempre avuto un posto di tutto rispetto. Lo crediamo potente, ricco, furbo, nobile, alchimista,
viaggiatore, taumaturgo, medico e anche martire data la sua fine disgraziata in un orribile carcere, e in massima parte è vero, ma è pur vero che Coepis et Magnas(Piglia e mangia) fu il motto della sua giovinezza di furfante ed Ego sum qui sum, quello della sua maturità massonica di gran Cofto e fondatore della loggia: "Io volli aprire nei primi dell’anno 1782 una loggia egiziana, in tutta la pompa dei simboli, per guadagnare al mio rito tutti i Liberi Muratori di Strasburgo... Quando la sala fu piena... io mi vestii delle insegne che avevo immaginato e fatto eseguire. Tunica di seta nera ornata di geroglifici rossi; cuffia egiziana, con le bande pieghettate di tela d’oro, fermata su la fronte da un cerchio d’oro tempestato di gemme. Un cordone verde smeraldo, seminato di scarabei e di caratteri dipinti di metallo cesellato, scendeva sul petto. Dalla cintura di seta rossa pendeva una larga spada da cavaliere, con l’elsa a forma di croce. Sotto queste vesti avevo un aspetto venerabile e imponente, e il mio sguardo appariva così terribilmente maestoso, che al mio ingresso corse per tutte le vene un fremito, e si fece un silenzio profondo e religioso. Questo apparato potrebbe sembrarvi in contraddizione coi miei principi di rigenerazione fisica e morale; ma io so per esperienza che niente agisce con così pronta efficacia e con tanta persuasione sulle anime, quanto uno spettacolo straordinario ed illusivo... Io vidi che gli spiriti si disponevano già allo straordinario".

Il libro  nelle librerie di Palermo
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Di Cagliostro se ne sono dette tante e il personaggio rimane avvolto nel mistero, qualcuno ipotizza due personaggi:  il palermitano Giuseppe Balsamo e il conte Alessandro di Cagliostro, di origine portoghese.
Giovanni Meli arrivò a parlare in una sua satira del Cagliostrismo come una moda. E Sciascia nel Consiglio d’Egitto descrisse il clima di un’epoca dove la millanteria e l’imbroglio diventavano arte.

Su Cagliostro, si possono consultare le note abbastanza curate di wikipedia


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Post inserito il 13/04/2018
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