Capogatto – di Emilia Barbato



Capogatto – raccolta di poesie di Emilia Barbato – Il particolare nome  della raccolta “Capogatto”, traslato dalla botanica, pare condurci dentro la necessità biologica che investe la natura e l’umano; il tentativo necessario di vivere. Emila Barbato è dentro quella necessità biologica auto-osservando come poeta l’evolversi della misteriosa creazione. Oltre la creazione c’è un sociale impreciso e selvaggio dove le incognite si caratterizzano per l’assurdo, e dove il creato deve sopportare il tragico rischio della distruzione. (f.z.)
 Arpa eolica ringrazia la poetessa per il permesso di pubblicazione di due poesie qui inserite: la poesia Capogatto, che dà il nome all’intera raccolta, e la poesia Caccia.

Capogatto
1
Separo tutto,
asporto il ricordo
dell’ultima propaggine
delle tue mani nel mio corpo
moltiplicato da ulteriore nudità
e qualche menzogna,
dissipo finanche la voglia e l’ipotesi
di un uomo che mi risolva.
2
Sotto le cattive stagioni
mi incurvo, mi interro
ho un taglio – protendo
alla fine dei sarmenti stanchi,
tuttavia, nella terra
modulo un vagito – attecchisco -
fuori di me schiudo
gemme, cresco una figlia.
Qui – dove separano
stringo dipendenze
e autonomia, morte e vita:
l’archè.
3
Potare è un movimento sapiente,
la cruenza necessaria dell’agronomo
sui capi a legno perché
i tralci gemmino,
recidere è il tono ubbidiente
della mia voce
all’impeto della mente
affinché il cuore, tremando, taccia.

4
Vedi, così come il pampino usa
i colori strepitando tutto
il suo bisogno di nutrizione
e la misura esatta d’acqua per i frutti,
io trattengo l’eco di una parola,
l’amplifico nella voce delle cose,
allontanandomi quel poco dalla perfezione,
per non turbarla, per coltivare la felicità.

5
La strada del germoglio tra i nodi
è affollata di indugi,
di fratture, soccorrono
le gemme di controcchio,
premi qui,
sulla bocca, forte sul petto,
conduci nella mano questo tremito di speranza,
nel calore le mie temibili muffe.
6
Disponi le mie gemme dormienti
nel verso giusto,
dipana il verde dei germogli
sul tuo soggetto vigoroso, rispecchiando
affinità e epoca dei bocci,
segno teneramente la tua corteccia
con un’impronta trasversale e una longitudinale
traccio la sacralità in cui mi innesto.

Caccia
Scambiamo tenerezze
disponendo tenaglie e trappole
ma le volpi sono astute e noi
tutt’altro che strateghi
*
guardandoci fiduciosi
fumiamo sigarette, facciamo
finta di ignorare le ragioni
incomprensibili per cui finiamo
sul tuo terrazzo ad aspirare
nicotina e sfide
[la vita ci prova, decidiamo
male per orgoglio]
*
tutto è un precipitare
affannoso di tramonti,
di case da cercare col terrazzo,
di strette vie al centro storico, di forma
[correre alle sei
del mattino sul lungomare,
dimenticando montagne,
gabbie e boschi]
*
“chiamami durante le ore di lavoro
sono questioni semplicissime”
[Dio si mente per un contratto] mi dico
dispostissima a rischiare,
ad aiutarti a prescindere
dall’esito di questa selezione
e dagli umori immutabili
dei detrattori.
*
sciolgono i cani,
fiutano rapidamente
le tracce
delle volpi
sopraggiungono orde
di cacciatori, la volpe
è sopraffatta,
la volpe muore.

L’intera raccolta di poesie di Emilia Barbato “Capogatto” è composta da tre sezioni:  BastìaCapogatto - Via dei transiti. Introduzione di Elio Grasso ed edito da Collezione Letteraria.
Il libro è ordinabile su IBS al link

post inserito il 01/03/2017
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