Assegnare il premio Nobel per la Pace 2020 al World Food Programme (Programma alimentare mondiale dell’ONU) è stata una buona scelta e il Comitato del Nobel l’ha così motivata: "Per i suoi sforzi per combattere la fame, usata come arma di guerra. Per il suo contributo al miglioramento delle condizioni per la pace in aree colpite da conflitti e per il suo agire come forza trainante per evitare l'uso della fame come arma di guerra e di conflitto".
Soffrire
per la fame è qualcosa di indegno per tutta l’Umanità, e la lotta alla fame in zone colpite da carestie e guerre deve necessariamente affrontarla un organismo internazionale che fa capo all’ONU.
Non si
può combattere la fame solo con l’esercizio
della carità individuale; la carità individuale può dare un suo contributo, ma
l’impegno politico solidale degli stati che fanno parte dell’ONU ci deve essere,
è una responsabilità essenziale.
Buona la scelta del Nobel anche perché serve a ridare
peso all’ONU nel suo complesso. Recentemente abbiamo assistito a tentativi di demolizione dell’autorità
dell’ONU; i leader delle superpotenze
preferiscono avere le mani libere nei loro accordi di alleanza, e preferiscono
non avere gravami finanziari verso l’ONU; ma l’ONU è l’organismo di speranza
nato dopo la seconda guerra mondiale per scongiurare le guerre, le catastrofi,
le carestie e le pandemie; ogni tentativo
di demolizione dell’ONU va in danno dell’intera Umanità. (fr.z.)
post inserito il 9/10/20
L'ONU rappresenta quel che dici e anche se mi ha delusa in tante occasioni la ritengo una figura necessaria.
RispondiEliminaSono lieta per il Nobel.
Ciao.
l'ONU è la speranza che speriamo di non perdere - ciao
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