Nel Marzo 2021 sono partiti quattro cantieri sull’area del
tempio di Zeus Olimpio, nel cuore della Valle dei Templi di
Agrigento
Breve video
https://www.youtube.com/watch?v=APrGURBVSCw
È uno degli interventi più importanti degli ultimi anni per il grande Parco archeologico di Agrigento.
L’intera zona del santuario
verrà riletta in una nuova luce, che farà risaltare il percorso che conduceva
all’imponente altare dedicato al padre degli dei. L’intervento più scenografico
sarà di certo quello del riassemblaggio della
trabeazione sorretta dai celebri telamoni, che erano 38 in origine. Si
procederà anche con la musealizzazione delle parti dell’enorme statua che verrà
sostenuta in piedi tramite una sottile lastra in acciaio corten con
mensole di pochi millimetri. L’intervento inoltre garantirà una migliore
conservazione degli elementi originali del telamone che sembrerà “sorgere” tra
le rovine dell’Olympieion.
I Parchi archeologici e i musei, costretti a
chiudere le porte dalle misure anti-Covid, stanno operando con massimo impegno
per prepararsi alla riapertura con ambienti più accoglienti.
Non si
tratta della copia “distesa” tra i resti del Tempio di Giove Olimpio, ma
delle parti di un altro telamone originale. Queste sono state ritrovate e
ricomposte su rilievo di Heinz-Jurgen Beste dell’Istituto Archeologico di Roma
che a sua volta ha lavorato sui disegni dell’archeologo Pirro Marconi. Lo
studio dei resti architettonici ha raccontato il sito molto meglio che in
passato. Tra i molti reperti catalogati ex novo, sono stati localizzati più di
90 frammenti che, per dimensioni e forma, appartengono chiaramente alle
sculture del tempio, tra cui blocchi provenienti da almeno otto diversi
telamoni.
Il direttore
del Parco archeologico della Valle dei Templi, Roberto Sciarratta,
ha spiegato: “L’area merita di essere recuperata e valorizzata, il
pubblico presto la potrà visitare nella sua interezza: saranno chiusi gli
accessi secondari e si potrà seguire un unico percorso di visita che dall’Olympieion
condurrà ai resti dell’altare, liberato dai massi crollati durante gli scavi
negli anni Venti, così da far riguadagnare la percezione del collegamento tra
altare e tempio. I visitatori non si fermeranno alla Concordia ma saranno
invogliati alla scoperta di tutta la collina dei Templi, fino al bacino della
Kolymbetra”.
Qui sotto due articoli di Sicilfan
post inserito 10/05/2021
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