tra i colorati bottoni del tempo

Qualcuno ricorda le mercerie dove si vendevano bottoni tra i più vari e colorati; in questo delicato racconto Antonio Caputo ne rispolvera la memoria. Arpa eolica ringrazia l’autore per il permesso di pubblicazione.

Compere
Ricordo da bambino la merceria dove mia madre comprava gli articoli che le servivano per i lavori di cucito. Mi piaceva andare con lei alla merceria perché era un negozio particolare, diverso da tutti gli altri. Entravo in un mondo incantato con cassetti colmi di gemme di bottoni dalle mille forme e colori, cataste di gomitoli di lana e rocchetti di cotone, rotoli di tessuti ricamati e scampoli di stoffa. Ripiani alti e fitti di oggetti che serviva una scala per raggiungerli e una memoria prodigiosa per ricordarli tutti.
Alla richiesta di una sigaretta di cotone di un preciso colore o di un rotolo di tessuto la negoziante dietro il bancone non aveva esitazioni, indirizzava la sua mano nel cassetto che conteneva l'oggetto richiesto oppure andava immediatamente alla scala per raggiungere il ripiano giusto. Era come se l'intera merceria fosse contenuta nella sua mente o, ipotesi ancora più stupefacente, come se gli infiniti oggetti della merceria fossero il frutto della sua mente. Lei immaginava che l'oggetto richiesto fosse esattamente dove sarebbe andata a cercarlo ed ecco che il bottone della più improbabile forma si trovava proprio nel cassetto che avrebbe aperto. Accadeva anche che il bottone giusto non fosse nel primo cassetto ma questo accadeva per uno scopo preciso, certo non perché la venditrice avesse dimenticato dove trovare quello che cercava. Apriva il primo cassetto e diceva "qui no", apriva il secondo e con un sorriso diceva "qui no", quasi mai andava oltre il terzo cassetto e quei "qui no" ero certo li dicesse per me. Lo faceva per portarmi fuori strada e per cancellare dalla mia immaginazione la possibilità che gli oggetti fossero proprio dove lei li cercava.
Negozi affascinanti le mercerie, non ne vedo più tante oggi. Sembrano essere sparite e forse continuano a esserci solo nella memoria o nei sogni.
- Buongiorno signora. Cosa le do oggi?
- Buongiorno a lei. Dopo tutto quello che ho comprato da lei è venuto il momento di prendere un rotolo di tempo.
- E' sicura? Ci ha pensato bene? E' una decisione importante.
- Lei sa benissimo che non è questione da pensarci e non si tratta neanche di una vera decisione. Quando arriva il momento, volente o nolente, tocca prendere il rotolo di tempo.
- Lo so. Lei sa anche che del rotolo non può scegliere nulla. Non il peso, il colore, la tessitura o altro.
- Sì, lo so e questo mi rincresce.
- Lei lo può srotolare solo quando è a casa sua. Se non le piace può gettarlo via, se decide di tenerlo potrà cucirsi il suo abito. In entrambi i casi non può chiedere altri rotoli e noi non ci vedremo più.
- Anche questo mi rincresce.
La signora prende il suo rotolo di tempo e va via ansiosa di arrivare a casa per srotolarlo. L'esercente la guarda con occhi pieni di tenerezza e comprensione mentre esce dal negozio per l'ultima volta.

Antonio Caputo il suo blog https://cosechedimentico.blogspot.it/
post inserito il 24/11/2016

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