Vivi ammucciatu – Vivi nascosto


Poesia di Francesco Zaffuto, letta il 19 ottobre nell’incontro dei Poeti dell’Ariete tenuto a Milano,  con tema indicativo “Il piacere dell’ombra”.
La poesia è stata pensata dall’autore in siciliano, la traduzione qui posta accanto è dello stesso autore.
Vivi ammucciatu                                                           Vivi nascosto

Nun ti sguagghiari a lu caluri comu cira                    Non ti sciogliere al calore come cera

Resta ammucciautu e scansa mali e ira,                   resta nascosto e fuggi mali e ira,

Aspetta all’umbra ca arrivanu li frutti,                        aspetta all’ombra che arrivano i frutti,

Si beni hai fattu c’è beni pi tutti.                                 se bene hai fatto c’è bene per tutti.

L’oru di lu suli fa pani di la spica,                               L’oro del sole fa pane della spiga,

l’omu  arrubba l’oru e nun arrussica.                         l’uomo ruba l’oro e non arrossisce.

Si cerchi fama prova a dimannari,                              Se cerchi fama prova a chiedere,

Si cerchi virità nun lastimiari,                                     se cerchi verità non lamentarti,

Ni lu funnu di tia la poi truvari.                                   nel fondo di te la puoi trovare.

Ora, riposa e lassati annacari,                                   Ora, riposa e lasciati cullare,

Arriva a li pinsera un vinticeddu                                 arriva ai pensieri un venticello

E finu a sira voli comu aceddu.                                  e fino a sera voli come uccello.

Quannu fa scuru  cu lu cori fatti stidda,                     Quando fa buio con il cuore fatti stella,

E mutu,  luci poi dari comu ad idda                            e come lei muto, luce puoi dare.

*Immagine: Busto di Epicuro esposta al Pergamon Museum di Berlino. La poesia si ispira liberamente alla frase “vivi nascosto” attribuita ad Epicuro
 Epicuro teorizzava una vita saggia, serena, ritirata, dove il piacere di vivere veniva ricondotto alla sua essenzialità e all’equilibrio; non disdiceva i rapporti umani e considerava l’amicizia come un bene di grande valore; era contrario all’inutile affanno nel sociale per emergere e per soddisfare vanità, superbia e cupidigia. 

post inserito il 22/19/2016
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