Ci siamo lasciati alle spalle un anno per molti aspetti difficile. Il 2018 non è stato granché nel mondo, non è stato né disastroso né glorioso. Ci sono stati conflitti tra paesi, temperature problematiche, elezioni difficili e tutto questo ha influito inevitabilmente su quei bilanci personali che generalmente si fanno ogni inizio d’anno, che riflettendo la società in cui si vive, non possono che essere alquanto negativi.
Allora speriamo, come sempre, che l’anno nuovo sia migliore: ad ogni capodanno ritualizziamo la Speranza! Speranza vuol dire eliminare il male e rinnovare lo slancio verso il futuro, cercando ciò che rende la vita nuova, perché il nuovo rende vivibile anche il quotidiano. Per rinnovare la vita dobbiamo rilanciare progetti e intraprenderne di ulteriori, allacciare relazioni e consolidare quelle esistenti: tutto ciò serve per rinnovare la vita, e soprattutto sognare, bisogna sognare sempre ! Allora un augurio per il 2019 è quello di imparare a guardare a ciò che di buono succede intorno a noi e nelle nostre vite. A guardare sempre avanti senza rimpiangere il passato. Solo con la Speranza e la Positività, possiamo cambiare le cose, realizzare i propri sogni, contribuire a salvare il nostro mondo. A volte con i nostri sforzi riusciamo a realizzare i sogni, a volte falliamo … L’importante è non arrendersi mai, e riprovarci. In tutto questo la poesia può offrire, spesso in modo impercettibile, qualcosa di utile per migliorare la qualità della vita, bisogna solo capire in che modo essa può influire sul corso degli eventi. Lo spazio della poesia nella sua capacità di influenzare la società e il mondo, ultimamente si è alquanto ridotto. Ma è in questo spazio, anche se esiguo, che bisogna collocare la nostra ribellione e contestazione, combattere l’indifferenza verso i più deboli e sfortunati, denunciare le storture. La poesia si oppone a qualsiasi disumanità, cerca di contrastare chi viola i doveri di solidarietà verso gli altri esseri umani. La condizione di chi è in difficoltà deve riguardare noi tutti, deve metterci a disagio, deve indurci all’impegno. E’ necessario prendere parte alle decisioni che riguardano il mondo, noi con la nostra poesia possiamo contribuire a cambiarlo in meglio. Sicuramente gli avanzamenti della scienza, della tecnica, della medicina miglioreranno le condizioni di vita. Allora saranno tali avanzamenti che ci porteranno la felicità? In certa misura sì se per felicità intendiamo, come gli antichi, non gioia travolgente ma serenità, altrimenti tutto andrà ad aggiungersi al frastuono, allo spettacolare, per andare a finire nella pattumiera dei soliti luoghi comuni. Pertanto bisogna stare molto attenti perché se la tecnologia ieri parlava di futuro, oggi ha invaso la nostra vita, ce l’abbiamo in tasca, arreda la nostra casa, regola le amicizie; si cambia di frequente il cellulare, il computer, ci si aggiorna, i cervelli artificiali ci assistono nel quotidiano, fondendo il fisico con il digitale. Sempre più abituati alla complessità di questo digitale, sommersi da informazioni che si intrecciano, pare che la semplice realtà non basti più, ne serve una aumentata … Allora cosa fare? Basterebbe alzare più spesso il naso dal telefonino, imparare a sperare guardando un bel panorama, il cielo stellato, una cattedrale, un’opera d’arte, ascoltando musica, leggendo poesia. A tale proposito dice la poetessa Szymborska: “aggrappiamoci alla poesia come a un corrimano”: la poesia ci costringe a ragionare su quel che diciamo, e questo non è poco! Ma soprattutto impariamo a sperare. Noi siamo fatti fondamentalmente di speranza, nel dna di ogni nostra fibra c’è la speranza. Il progresso umano è nel cuore, nello sguardo, nelle mani di chi coraggiosamente s’impegna ad aiutare il prossimo in difficoltà, in modo che la gente torni a sperare. La società può progredire solo per effetto di azioni umane positive, con l’impegno, la solidarietà, e non ultimo con la poesia. Il poeta esprime la sua opinione illuminando con versi ispirati gli angoli bui, anche quando nessuno li vuole vedere, sa che la maggior parte delle persone ha bisogno di più amore di quando si possa pensare. Dostoevskij sostiene che: “Il mondo sarà salvato dalla Bellezza!”: la Bellezza che scaturisce dall’anima, dalla coscienza, dal cuore, e la poesia è parte integrante di questa bellezza!
Luigi
Giurdanella
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