Russia 1917, quell’estate di cento anni fa

Russia 1917, quell’estate di cento anni fa - Quell’estate che preparò la rivoluzione d’ottobre  (immagine:  4 luglio 1917 foto degli spari sugli insorti)


Il 18 giugno a Pietrogrado si svolse una manifestazione che, negli intenti degli organizzatori doveva essere filogovernativa,  ed andava infatti a coincidere con l’inizio di un'offensiva militare sul fronte russo-tedesco, offensiva che doveva servire a dimostrare alle potenze dell'Intesa la volontà russa di continuare la guerra. A quella manifestazione parteciparono anche i bolscevichi che con le loro parole d’ordine riuscirono a caratterizzare la manifestazione in loro favore.
Kerenskij, nei giorni successivi, visitò il fronte per rilanciare nelle truppe lo spirito di patria;  l'offensiva, dopo alcuni successi iniziali, si trasformò in una nuova disfatta.
La situazione nelle città russe peggiorava di giorno in giorno, i rifornimenti di viveri erano sempre più difficili ed i prezzi dei pochi viveri disponibili crescevano a vista d'occhio provocando una pesante inflazione.
Nelle campagne le occupazioni di terre aumentavano, nel mese di giugno si registrarono 875 espropri illegali.
Il governo, nel tentativo di aumentare il suo controllo sulla capitale Pietrogrado, decise, nel frattempo, di trasferire al fronte, poco alla volta, per non destare sospetti, le unità della guarnigione che avevano partecipato alla rivoluzione di febbraio, per sostituirle con truppe maggiormente fedeli.
I soldati di stanza a Pietrogrado si resero conto di questo tentativo ed insorsero contro il governo; il 3 luglio, dopo aver ottenuto l'appoggio degli operai dei grandi complessi industriali della città. L’insurrezione di luglio di Pietrogrado fu spontanea e colse impreparati gli stessi bolscevichi, che pur ritenendo prematura l'azione  non intendevano opporsi alle masse in rivolta.
Il 4 luglio reparti dell’esercito fedeli al Governo provvisorio sparano sugli insorti.
Il rifiuto del Soviet di Pietrogrado di scavalcare il governo provvisorio accentrando su di sé tutto il potere determinò la stessa conclusione del processo rivoluzionario di luglio.
Il 4 luglio 1917 la città di Pietrogrado è nei fatti nelle mani di una rivoluzione spontanea e disordinata; le gigantesche manifestazioni non furono fermate dagli spari sugli insorti ma bensì da fortissimi scrosci di pioggia che si erano abbattuti a più riprese sulla capitale. “I dimostranti rientrarono in casa intirizziti e bagnati fino alle ossa. La città si era completamente calmata.” (La rivoluzione russa di G. Boffa).
In seguito a questi fatti il partito bolscevico venne messo praticamente fuori legge ed i suoi dirigenti arrestati o costretti alla fuga; Lenin  riparò in Finlandia , ad Helsinki.  Venne montata  su Lenin e sul suo partito l’odiosa calunnia di essere finanziati dai tedeschi.  
 Il Governo provvisorio,  per portare avanti un’azione contro i contadini che occupavano illegalmente le terre dei latifondisti  pretese le immediate dimissioni di Cĕrnov, socialrivoluzionario e ministro dell'agricoltura, affermando che invece di reprimerle incoraggiava tali azioni. La resistenza degli altri ministri appartenenti alla sinistra a forzare Cĕrnov alle dimissioni porta il governo allo scioglimento. Presentandosi come l'unico in grado di salvare il paese  Kerenskij ebbe buon gioco a farsi attribuire l'incarico di primo Ministro con ampi poteri su varie giurisdizioni.
 Nello stesso tempo le forze più reazionarie e conservatrici incominciarono a pensare che fosse giunto il momento per una più incisiva manovra di normalizzazione. Nei circoli politici di destra sempre più frequentemente si faceva il nome del generale Kornilov , che Kerenskij aveva nominato come dittatore militare. Il 3 agosto 1917 Kornilov presentò al Governo un piano di riforma che prevedeva i seguenti punti: restaurazione della pena di morte nell'esercito; completa restaurazione dell'autorità degli ufficiali e restrizione dei poteri dei commissari politici; arresto e processo sommario degli individui ritenuti colpevoli di disfattismo al fronte; divieto di assemblea dei soldati al fronte; censura dei giornali distribuiti tra le truppe; dissoluzione dei reparti militari più rivoluzionari.
 Il 12 agosto, nel Teatro Grande di Mosca, si riunì, per volere del governo, un'assemblea di circa 2000 persone, scelte dal governo stesso, a cui venne attribuita il nome di “Consiglio di Stato”. Erano presenti tutti i partiti tranne quello bolscevico e più della metà dei presenti erano grossi proprietari terrieri, industriali, commercianti e banchieri. L'intervento di Kornilov fu uno dei momenti culminanti. Egli chiese apertamente poteri dittatoriali allo scopo di salvare la Russia dai bolscevichi rinfacciando al governo di non rifornire a sufficienza l'esercito e di non essere capace di riportare la calma nel paese.
 Dopo i fatti di luglio i bolscevichi avevano tenuto, segretamente, il loro sesto congresso a Pietrogrado, e riuscirono ad indire a Mosca, come risposta alle parole di Kornilov al Consiglio di Stato, uno sciopero che portò in piazza quattrocentomila persone.
 Il 19 agosto Kornilov abbandonò, praticamente senza combattere,Riga  all'esercito tedesco, mettendo così in pericolo la stessa capitale Pietrogrado, e cominciò a raccogliere, alle spalle del fronte, truppe ritenute fedeli con lo scopo di farle marciare sulla capitale.
 Kerenskij a questo punto, resosi conto delle intenzioni del generale lo destituì atteggiandosi a salvatore della rivoluzione,  Kornilov non accettò gli ordini di Kerenskij ed ordinò al generale Krymov di far marciare un corpo di cavalleria cosacca su Pietrogrado.
 La città cadde nel caos più assoluto, il governo provvisorio non aveva truppe con cui difendersi e furono i bolscevichi ad organizzare la difesa: venne creato un “Consiglio di guerra per la difesa di Pietrogrado” che organizzò venticinquemila operai nella Guardia Rossa. I lavoratori delle officine Pulitov prolungarono volontariamente l'orario a sedici ore ed in due giorni costruirono duecento cannoni; le unità dell'esercito coinvolte nelle giornate di luglio, che erano state disarmate, tornarono ad essere operative ed a loro si unirono alcune migliaia di marinai provenienti dalla base navale di Kronstadt.  Tutta la rete ferroviaria venne sabotata e resa inutilizzabile dagli stessi ferrovieri. Mentre le unità al comando di Krymov erano nel caos più completo, emissari del “Consiglio di guerra” presero contatto con alcune di esse, riuscendo a staccarle dall'azione. Era la fine del tentativo contro rivoluzionario di Kornilov. 
Kerenskij riuscì a mantenersi al governo ma senza più alcuna credibilità verso le classi popolari mentre il partito bolscevico si affermava come forza trainante.
I fatti di quell’estate del 1917 a Pietrogrado determinarono i presupposti per la rivoluzione d’Ottobre.
FONTI

La rivoluzione russa di Giuseppe Boffa editori riuniti 1966




Nota su Pietrogrado

Il nome  Sankt-Peterburg venne visto come troppo germanico e la città all’entrata della Russia nella prima guerra mondiale fu cambiato, venne quindi ribattezzata Petrograd su iniziativa dello zar Nicola II   (18 agosto del Calendario Giuliano 1914) – Dopo la rivoluzione russa dal 26 gennaio 1924 la città prese il nome di Leningrad in onore di Lenin. Mantenne il nome di Leningrado fino al 6 settembre 1991:  dopo la caduta dell’Unione Sovietica un referendum ripristinò il vecchio nome di San Pietroburgo.

post inserito il 14/06/2017
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