“Capannetta”
con il
sottotitolo di Bozzetto siciliano, è la prima delle novelle e venne pubblicata nel giugno 1884 sul
supplemento domenicale della Gazzetta del Popolo. Con questa novella Pirandello
iniziò la sua lunghissima attività di novelliere per quotidiani e riviste del
suo tempo.
Luigi
Pirandello
nato ad
Agrigento (Girgenti)
il 28 giugno
1867
Arpa eolica quest’anno sta dedicando diversi post alla celebrazione
dell’anniversario. Qui di seguito la novella
CAPANNETTA
Bozzetto
siciliano
Un'alba come mai fu vista.
Una bimba venne fuori della nera capannetta,
coi capelli arruffati su la fronte e con un fazzoletto rosso-sbiadito in testa.
Mentre andava abbottonando la dimessa vesticciuola, sbadigliava, ancora
abbindolata dal sonno, e guardava: guardava lontano, con gli occhi sbarrati
come se nulla vedesse.
In fondo, in fondo, una lunga striscia di
rosso infuocato s'intrecciava in modo bizzarro col verde smeraldo degli alberi,
che a lunga distesa lontanamente si perdevano.
Tutto il cielo era seminato di nuvolette d'un
giallo croceo, acceso.
La bimba andava sbadatamente, ed ecco…
diradandosi a poco a poco una piccola collina che a destra s'innalzava, le si
sciorina davanti allo sguardo l'immensità delle acque del mare.
La bimba parve colpita, commossa dinanzi a
quella scena, e stette a guardare le barchette che volavano su l'onde, tinte
d'un giallo pallido.
Era tutto silenzio. Aliava ancora la dolce
brezzolina della notte, che faceva rabbrividire il mare, e s'innalzava lento,
lento un blando profumo di terra.
Poco dopo la bimba si volse – vagò per quell'incerto chiarore, e giunta
su l'alto del greppo, si sedette. Guardò distratta la valle verdeggiante, che
le rideva di sotto, ed aveva cominciato a cantilenare una delicata canzonetta.
Ma, ad un tratto, come colpita da un'idea, smise di cantare, e con quanta voce
aveva in gola, gridò:
— Zi' Jeli! Oh zi' Jee…
E una voce grossolana rispose dalla valle:
— Eh…
— Salite sú… ché il padrone vi vuole.
*
Frattanto la bimba ritornava verso la capannetta, a capo basso. Jeli era
salito ancora sonnacchioso con la giacca su l'omero sinistro e la pipa in bocca
– pipa, che sempre lasciava dormire fra i denti.
Appena entrato salutò papà Camillo, mentre
Màlia, la figlia maggiore del castaldo, gli piantò in faccia due occhi come
saette, da bucare un macigno.
Jeli rispose allo sguardo.
Era papà Camillo un mozzicone di uomo, grosso
come una botte. Màlia all'incontro aveva il volto di una donna di Paolo
Veronese, e negli occhi ci si leggeva chiaramente la beata semplicità del suo
cuore.
— Senti, Jeli — disse papà Camillo, — prepara
delle frutta, ché domani verranno i signori di città. – Buoni, sai!… se no…
come è vero Dio!…
— Oh! sempre la stessa storia —, rispose Jeli,
— e sapete voi che queste le son cose da dire… e poi… a me!…
— Intanto — riprese papà Camillo e prendendolo
pel braccio lo portò fuori della capanna — Intanto… se un'altra volta ti viene
il ticchio di… Basta. Tu mi capisci…
Jeli rimase come interdetto.
Papà Camillo scese per la valle.
Non si potea dar di meglio e il
giovane saltò alla capannetta.
— Siamo perduti! — fece Màlia.
— Sciocca! — disse Jeli, — se non ci riesco
con le buone…
— Oh! Jeli, Jeli che vuoi tu dire?
— Come, non mi comprendi? Fuggiremo.
— Fuggiremo? — disse la fanciulla, sorpresa.
— O… — soggiunse Jeli – e si mise la falce
lucente attorno al collo…
— Mio Dio! — esclamò Màlia, come se un brivido
le corresse per tutto il corpo.
— A questa sera, bada, a sette ore! — disse
Jeli e sparí. La fanciulla mandò un grido.
*
Abbujava.
L'ora stabilita si avvicinava, e Màlia pallida
pallida, con le labbra come due foglioline di rosa secca, stava seduta dinanzi
alla porta. Guardava il piano verdeggiante che si inondava di bujo e quando
lontanamente la squilla del villaggio suonò l'Ave, pregò anche lei.
E quel silenzio solenne, parve divina
preghiera di Natura! Dopo lungo aspettare Jeli venne. Questa volta aveva
lasciato la pipa, ed era un poco acceso e molto risoluto.
— Cosí presto? — disse Màlia tremante.
— Un quarto d'ora prima, un quarto d'ora dopo,
è sempre tempo guadagnato — rispose Jeli.
— Ma…
— Santo diavolo! mi pare tempo di finirla con
questi ma… Non sai tu, cuor mio, di che si tratta?
— Lo so bene! lo so tanto bene… — s'affrettò a
rispondere Màlia, che non poteva adattarsi a quella sconsigliata risoluzione.
Frattanto un fischio lontano avvertí Jeli che la vettura era pronta.
— Sú via! — disse; — Maliella mia, coraggio! È
la gioja che ci chiama… — Màlia mandò un grido. Jeli la prese per il braccio, e
di corsa… Come pose il piede nella carretta — A tutta furia! — gridò.
I due giovani si strinsero e si baciarono con
libertà per la prima volta.
*
A nove ore papà Camillo ritornò dalla
valle e fischiò potentemente. Venne la bimba in fretta e prima che fosse
giunta:
— Dove è Jeli? — le domandò; — hai tu veduto
Jeli?
— Padrone!… padrone!… — rispose quella con
voce ansante, soffocata.
— Che cosa vuoi tu dirmi? Mummietta! — ruggí
papà Camillo.
— Jeli… è fuggito… con Maliella…
— … — E un suono rauco… selvaggio fuggí dalla
strozza di papà Camillo. Corse… volò alla capanna: prese lo schioppo e fece
fuoco in aria. La fanciulla guardava tramortita.
Era uno spettacolo strano la collera pazza di
quell'uomo. Un riso frenetico scattò dalle sue labbra e si perdé in un rantolo
strozzato. Non sapeva piú quel che si faceva… E fuori di sé appiccò il fuoco
alla capannetta come per distruggere ogni cosa che gli parlava di sua figlia.
Poi di corsa furiosa, con lo schioppo in mano, via per il viale, dove forse
sperava trovare gli amanti…
*
Per la lugubre sera salivano al cielo
sanguigne quelle lingue di fuoco.
Fumava la nera capannetta, fumava crepitando,
come se col lento scoppiettio volesse salutare la bimba, che pallida,
inorridita, con gli occhi fissi la guardava. Pareva che tutti i suoi pensieri
seguissero la colonna di fumo, che s'innalzava dalla sua modesta dimora. Fumava
la nera capannetta, fumava crepitando, e la bimba stette muta a riposar gli
sguardi sulla cenere cupa.
Luigi Pirandello - Novelle per un anno
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post inserito il 04/06/2017
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