EFFETTI D'UN SOGNO INTERROTTO
è ultima novella di Pirandello, uscì
sul Corriere della Sera il 9 dicembre del 1936, il giorno prima della sua
morte.
Luigi
Pirandello
nato ad Agrigento (Girgenti)
il 28 giugno 1867
Arpa eolica quest’anno sta dedicando diversi
post alla celebrazione dell’anniversario.
Qui di seguito la novella
EFFETTI D'UN SOGNO INTERROTTO
Abito in una vecchia casa che
pare la bottega d'un rigattiere. Una casa che ha preso, chi sa da quanti anni,
la polvere.
La perpetua penombra che la opprime ha il
rigido delle chiese e vi stagna il tanfo di vecchio e d'appassito dei decrepiti
mobili d'ogni foggia che la ingombrano e delle tante stoffe che la parano,
preziose sbrindellate e scolorite, stese e appese da per tutto, in forma di
coperte, di tende e cortinaggi. Io aggiungo di mio a quel tanfo, quanto piú
posso, la peste delle mie pipe intartarite, fumando tutto il giorno. Soltanto
quando rivengo da fuori, mi rendo conto che a casa mia non si respira. Ma per
uno che vive come vivo io… Basta; lasciamo andare.
La camera da letto ha una specie d'alcova su
un ripiano a due scalini; il soffitto in capo; l'architrave sorretto da due
tozze colonne in mezzo. Cortinaggi anche qui, per nascondere il letto,
scorrevoli su bacchette d'ottone, dietro le colonne. L'altra metà della camera
serve da studio. Sotto le colonne è un divanaccio, per dir la verità molto
comodo, con tanti cuscini rammucchiati e, davanti, una tavola massiccia che fa
da scrivania; a sinistra, un grande camino che non accendo mai; nella parete di
contro, tra due finestrette, un antico scaffale con cadaveri di libri rilegati
in cartapecora ingiallita. Sulla mensola di marmo annerito del camino è appeso
un quadro secentesco, mezzo affumicato, che rappresenta la Maddalena in penitenza, non so se copia o originale ma, anche se
copia, non priva d'un certo pregio. La figura, grande al vero, è sdrajata
bocconi in una grotta; un braccio appoggiato sul gomito sorregge la testa; gli
occhi abbassati sono intenti a leggere un libro al lume d'una lucerna posata a
terra accanto a un teschio. Certo, il volto, il magnifico volume dei fulvi
capelli sciolti, una spalla e il seno scoperti, al caldo lume di quella
lucerna, sono bellissimi.
La casa è mia e non è mia. Appartiene con
tutto l'arredo a un mio amico che tre anni fa, partendo per l'America, me la
lasciò in garanzia d'un grosso debito che ha con me. Quest'amico, s'intende,
non s'è fatto piú vivo, né, per quante domande e ricerche io abbia fatte, son
riuscito ad averne notizie. Certo però non posso ancora disporre, per riavere
il mio, né della casa né di quanto vi sta dentro.
Ora, un antiquario di mia conoscenza fa
all'amore con quella Maddalena in
penitenza e l'altro giorno mi condusse in casa un signore forestiere per
fargliela vedere.
Il signore, sulla quarantina, alto, magro,
calvo, era parato di stranissimo lutto, come usa ancora in provincia. Di lutto,
pure la camicia. Ma aveva anche impressa sul volto scavato la sventura da cui è
stato di recente colpito. Alla vista del quadro si contraffece tutto e subito
si coprí gli occhi con le mani, mentre l'antiquario gli domandava con strana
soddisfazione:
— Non è vero? Non è vero?
Quello,
piú volte, col viso ancora tra le mani, gli fece segno di sí. Sul cranio calvo
le vene gonfie pareva gli volessero scoppiare. Si cavò di tasca un fazzoletto
listato di nero e se lo portò agli occhi per frenare le lagrime irrompenti. Lo
vidi a lungo sussultar nello stomaco, con un fiottío fitto nel naso.
Tutto – meridionalmente – molto esagerato.
Ma fors'anche sincero.
L'antiquario mi volle spiegare che conosceva
fin da bambina la moglie di quel signore, ch'era del suo stesso paese: — Le
posso assicurare ch'era precisa l'immagine di questa Maddalena. Me ne son ricordato jeri, quando il mio amico venne a
dirmi che gli era morta, cosí giovane, appena un mese fa. Lei sa che son venuto
da poco a vedere questo quadro.
— Già, ma io…
— Sí, mi disse allora che non poteva venderlo.
— E neanche adesso.
Mi sentii afferrare per il braccio da quel
signore, che quasi mi si buttò a piangere sul petto, scongiurandomi che glielo
cedessi, a qualunque prezzo: era lei, sua moglie, lei tal'e quale, lei cosí –
tutta – come lui soltanto, lui, lui marito, poteva averla veduta nell'intimità
(e, cosí dicendo, alludeva chiaramente alla nudità del seno), non poteva piú
perciò lasciarmela lí sotto gli occhi, dovevo capirlo, ora che sapevo questo.
Lo guardavo, stordito e costernato, come si guarda un pazzo, non
parendomi possibile che dicesse una tal cosa sul serio, che potesse cioè sul
serio immaginarsi che quello che per me non era altro che un quadro su cui non
avevo mai fatto alcun pensiero potesse ora diventare anche per me il ritratto
di sua moglie cosí col petto tutto scoperto, come lui solo poteva averla veduta
nell'intimità e dunque in uno stato da non poter piú lasciarla sotto gli occhi
a un estraneo.
La stranezza di una tale pretesa mi promosse
uno scatto di riso involontario.
— Ma no, veda, caro signore: io, sua moglie,
non l'ho conosciuta; non posso dunque attaccare a questo quadro il pensiero che
lei sospetta. Io vedo là un quadro con un'immagine che… sí, mostra…
Non l'avessi mai detto! Mi si parò davanti,
quasi per saltarmi addosso, gridando:
— Le proibisco di guardarla ora, cosí, in mia
presenza!
Per fortuna s'intromise l'antiquario,
pregandomi di scusare, di compatire quel povero forsennato, ch'era stato sempre
fin quasi alla follia geloso della moglie, amata fino all'ultimo d'un amore
quasi morboso. Poi si rivolse a lui e lo scongiurò di calmarsi; ch'era stupido
parlarmi cosí, farmi un obbligo di cedergli il quadro in considerazione di cose
tanto intime. Osava anche proibirmi di guardarlo? Era impazzito? E se lo
trascinò via, di nuovo chiedendomi scusa della scenata a cui non s'aspettava di
dovermi fare assistere.
Io ne rimasi talmente impressionato che la
notte me lo sognai.
Il sogno, a dir piú precisamente, dovette
avvenire nelle prime ore del mattino e proprio nel momento che un improvviso
fracasso davanti all'uscio della camera, d'una zuffa di gatti che m'entrano in
casa non so di dove, forse attratti dai tanti topi che l'hanno invasa, mi
svegliò di soprassalto.
Effetto del sogno cosí di colpo interrotto fu
che i fantasmi di esso, voglio dire quel signore a lutto e la immagine della Maddalena diventata sua moglie, forse
non ebbero il tempo di rientrare in me e rimasero fuori, nell'altra parte della
camera oltre le colonne, dov'io nel sogno li vedevo; dimodoché, quando al
fracasso springai da letto e con una strappata scostai il cortinaggio, potei
intravedere confusamente un viluppo di carni e panni rossi e turchini
avventarsi alla mensola del camino per ricomporsi nel quadro in un baleno; e
sul divano, tra tutti quei cuscini scomposti, lui, quel signore, nell'atto che,
da disteso, si levava per mettersi seduto, non piú vestito di nero ma in
pigiama di seta celeste a righine bianche e blu, che alla luce man mano
crescente delle due finestre si andava dissolvendo nella forma e nei colori di
quei cuscini e svaniva.
Non voglio spiegare ciò che non si spiega.
Nessuno è mai riuscito a penetrare il mistero dei sogni. Il fatto è che,
alzando gli occhi, turbatissimo, a riguardare il quadro sulla mensola del
camino, io vidi, chiarissimamente vidi per un attimo gli occhi della Maddalena farsi vivi, sollevar le
pàlpebre dalla lettura e gettarmi uno sguardo vivo, ridente di tenera diabolica
malizia. Forse gli occhi sognati della moglie morta di quel signore, che per un
attimo s'animarono in quelli dipinti dell'immagine.
Non potei piú restare in casa. Non so come feci a vestirmi. Di tanto in
tanto, con un raccapriccio che potete bene immaginarvi, mi voltavo a guardar di
sfuggita quegli occhi. Li ritrovavo sempre abbassati e intenti alla lettura,
come sono nel quadro; ma non ero piú sicuro, ormai, che quando non li guardavo
piú non si ravvivassero alle mie spalle per guardarmi, ancora con quel brio di
tenera diabolica malizia.
Mi precipitai nella bottega dell'antiquario,
che è nei pressi della mia casa. Gli dissi che, se non potevo vendere il quadro
a quel suo amico, potevo però cedergli in affitto la casa con tutto l'arredo,
compreso il quadro, s'intende, a un prezzo convenientissimo.
— Anche da oggi stesso, se il suo amico vuole.
C'era, in quella mia proposta a bruciapelo,
tale ansia e tanto affanno, che l'antiquario ne volle sapere il motivo. Il
motivo, mi vergognai a dirglielo. Volli che m'accompagnasse lí per lí
all'albergo dove quel suo amico alloggiava.
Potete figurarvi come restai, quando in una
stanza di quell'albergo me lo vidi venire avanti, appena alzato dal letto, con
quello stesso pigiama a righine bianche e blu con cui l'avevo visto in sogno e
sorpreso, ombra, nella mia camera, nell'atto di levarsi per mettersi seduto sul
divano tra i cuscini scomposti.
— Lei torna da casa mia — gli gridai, allibito — lei è stato questa
notte a casa mia!
Lo vidi crollare su una sedia, atterrito, balbettando: oh Dio, sí, a
casa mia, in sogno, c'era stato davvero, e sua moglie…
— Appunto, appunto, sua moglie è scesa dal
quadro. Io l'ho sorpresa che vi rientrava. E lei, alla luce, m'è svanito là sul
divano. Ma ammetterà ch'io non potevo sapere, quando l'ho sorpreso sul divano,
che lei avesse un pigiama come questo che ha indosso. Dunque era proprio lei,
in sogno, a casa mia; e sua moglie è proprio scesa dal quadro, come lei l'ha
sognata. Si spieghi il fatto come vuole. L'incontro, forse, del mio sogno col
suo. Io non so. Ma non posso piú stare in quella casa, con lei che ci viene in
sogno e sua moglie che m'apre e chiude gli occhi dal quadro. Il motivo che ho
io d'averne paura, non può averlo lei, perché si tratta di se stesso e di sua
moglie. Vada dunque a ripigliarsi la sua immagine rimasta a casa mia! Che fa
adesso? Non vuole piú? Sviene?
— Ma allucinazioni, signori miei,
allucinazioni! — non rifiniva intanto d'esclamare l'antiquario.
Quanto son cari questi uomini sodi che,
davanti a un fatto che non si spiega, trovano subito una parola che non dice
nulla e in cui cosí facilmente s'acquetano.
— Allucinazioni.
Luigi Pirandello – Novelle per un anno
Immagine fuori testo – Pompeo Batoni – Maddalena
penitente https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Maddalena_penitente_after_Batoni.jpg
Altre novelle di Pirandello già inserite su Arpa eolica
post inserito il 18/06/2017
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