Cerco colori nel giardino della vita


 La mostra personale di Maria Elena Mejani 



 è stata un’occasione d’incontro per i colori e per la poesia. Il 12 novembre 2018 nella grande sala espositiva si sono alternati nella lettura poetica Maria Elena e diversi poeti milanesi  

Qui di seguito : 1. Un ritaglio fotografico della Mostra.  - 2 La narrazione di Luigi Giurdanella della mostra e della serata di lettura di poesie. 3 Una nota di Maria Elena Mejani

1 Ecco alcuni tra i tanti quadri esposti,  per dare un'idea  dell’intenso percorso di Maria Elena Mejani come pittrice, dove:  le scelte cromatiche luminose passano dalla descrizione di un paesaggio reale a quelle di un paesaggio dell’anima, fino alla frantumazione astratta del paesaggio stesso.





Nel suo  percorso pittorico Maria Elena Mejani  spesso coglie il dramma sociale del mondo, dai deserti dell’Africa al non realizzato Nuovo Mondo, e affida alla donna un ruolo drammatico  e nel contempo salvifico.





La sua donna che attraversa il deserto ha una forza invisibile e una dignità principesca, non ci può essere violenza e morte che possono fermarla.

In ognuno di noi vivono molteplici animali, ma se si vuole anche la nostra anima di Lupo può avere un lato dolce.















Forse ognuno di noi può trovare una casa anche in una sola mattonella di vetro 
Ma occorre non dimenticare nulla, ogni prezioso ricordo va conservato,

ogni piccolo pezzo di stoffa con qualche colore ci può portare a costruire la Donna  che danza nel vento della vita,
e qualche parola rimasta la useremo, non per litigi e proclami di guerra, ma per qualche poesia. (fr.z.)


3 La narrazione di Luigi Giurdanella della mostra e della serata di lettura di poesie. 

Intrecci: IMMAGINI E PAROLE  - Cronaca emotiva di una Mostra
Un intreccio magico in due tempi

Questo viaggio nell’arte di Maria Elena Mejani non può che partire da alcuni suoi versi che identificano la poetessa-pittrice e viceversa: “Ho messo/ i colori/ alla vita./ Ho immerso/ la realtà/ nella tavolozza/ del pittore”.  Poesia e pittura diventano così due mondi che si intersecano e a volte si uniscono, creando costruzioni perfette di rappresentazioni poetiche, perché il vero poeta sa sostituire un verso con un’immagine! La mostra prende avvio dai lavori dedicati alla figura femminile, attraverso colori simbolo, immagine iconiche e motivi grafici. Notevole il quadro a fondo blu dove si delineano profili femminili in sequenza, una rappresentazione dinamica ma con linee semplici, essenziali. Segue una vasta sezione dedicata ai paesaggi, sia atmosferici che urbani. In questa sezione due quadri spiccano e coinvolgono emotivamente.  


Nel primo, in un cielo cosparso di nuvolette bianche, un aliante trasparente solca l’atmosfera. Qui si respira spiritualità, un volo più che ascendente direi trascendente: quadro dedicato al fratello scomparso, appassionato di volo. Nella sezione paesaggi urbani, una sintesi del duomo di Milano: guglie stilizzate che svettano in un cielo blu, come emblema di una città sempre protesa in alto. Al centro del percorso espositivo di questa mostra, troviamo una sezione, la più ampia, dedicata all’Africa.  Una rappresentazione affettiva del sud del mondo; un approfondimenti sui temi sociali e sulla cultura di quel continente. Maria Elena costruisce con immagini e poesie, appunti di quel viaggio che poco tempo addietro, ha fatto in  quel problematico continente, rimanendone affascinata.  Nel quadro “Donna del deserto”, la silhouette di una donna tuaregh, vista di spalle, avvolta nel vestito tradizionale, avanza lentamente ma decisa, il sole lucente rende quasi uniforme il paesaggio desertico e accentua il rosso del “sari”, in un bellissimo gioco di chiaroscuro; la posizione dei piedi, creano il movimento, e noi immaginiamo quella donna che avanza, lenta ma determinata, verso l’orizzonte lontano, il deserto è il suo elemento, e lei lo domina col suo maestoso incedere, verso la meta ambita, quale sia questa meta ce lo dicono i versi finali della poesia che Maria Elena le ha dedicato: “Cammini dolce e altera verso orizzonti lontani verso il tuo sogno di libertà”. In questa sezione, uno dei quadri più intriganti, coinvolgente, significativo è “Profumo di caffè”. 
Opera altamente simbolica e nello stesso tempo realistica e materica, che coinvolge e stuzzica tutti e cinque i sensi. L’impatto visivo è straordinario: una mano domina la composizione, il colore roseo del palmo ci fa intuire la pelle nera del dorso. Nel palmo e nei polpastrelli sono evidenti tante cicatrici, che testimoniano l’usura della mano. Tutta l’opera è impregnata di caffè, vero caffè.  L’artista ha usato insieme ai colori, diverse tazzine di caffè.  Non solo l’ha usato come base per il fondo del quadro, ma contamina tutte le componenti del dipinto. Così quel caffè diventa polivalente: colore reale, fattore materico, elemento simbolico, rivalsa e riscatto per quella mano tanto logorata e ferita nel raccoglierne le bacche! Ora, se ci si avvicina al quadro, si può sentire ancora l’odore e la fragranza del caffè e, volendo, se ci si accosta con la lingua se ne può sentire il sapore e l’aroma (so che non è igienico e pratico, ma è fattibile e l’autrice ne sarebbe felice). Non solo, se si passa la mano, leggermente, sulla superficie della tela, specialmente nella parte alta alla nostra sinistra, si sente al tatto, una certa ruvidezza: sono i chicchi di caffè macinati grossolanamente ed inseriti nell’opera. E l’udito?  Vi chiederete. L’udito viene coinvolto quando Maria Elena, alter ego del quadro, legge la poesia riportata sulla tela, che così chiude: “Profumo di caffè si spande per il mondo e intreccia storie parallele”. Ecco tutti e cinque i sensi coinvolti! Esempio significativo di pittura poetica, è il quadro “Mosaico di colori”. In questo dipinto vediamo un nucleo vorticoso, colorato e materico, sapientemente decentrato, che dà vita a un universo di colori puri: rosso, azzurro, giallo, verde, blu, ocra,  in svariate tonalità; tasselli di un mosaico coloratissimo. Il colore è steso a piccole campiture di svariate dimensioni, di forme geometriche diverse che straripa anche lateralmente abolendo volutamente la cornice. I quadratini colorati risultano così vivi, così carnali da regalarci un vero piacere visivo e una profonda emozione …  “Colori entrano negli occhi, penetrano nelle membra, riscaldano un cuore …” sono versi sempre della Mejani, tratti dalla poesia “Colori sospesi nell’aria”.  

Tra le espressività artistiche di Maria Elena, originalissimi e notevoli sono quei quadri “costruiti” servendosi di calze a rete di colori diversi. Una sperimentazione in libertà di materiali diversi, intrecci (da intendersi letteralmente), trattati con stile e tecnica personali: un vero laboratorio artistico del riciclo. Artisticamente  Maria Elena si può definire dai “multiformi ingegni”. In mostra possiamo ammirare un’opera in vetro-fusione, esempio significativo di quella scuola della lavorazione del vetro, tecnica “Tiffany”, frequentata per diversi anni. A questo proposito mi fa piacere ricordare che Maria Elena ha collaborato al restauro della vetrata cinquecentesca (su disegno dell’Arcimboldi), dell’abside del duomo di Milano. Possiamo anche ammirare una piccola mattonella in mosaico, dimostrazione della sua attività di mosaicista. Bellissimi alcuni acquarelli, esempi, anche questi, di altra attività artistica da poco intrapresa (corso di acquarello), e con notevole profitto. Tutte attività artistiche che assurgono una funzione per capire se stessa e il mondo. 
Questa mostra è stata per Maria Elena anche l’occasione per ripercorrere la storia di un’attitudine parentale alla pittura. Partendo da alcuni quadri ad olio del padre, e degli acquarelli del fratello, Maria Elena ha voluto raccontarci, dei suoi affetti, delle sue passioni, dei suoi sogni, vissuti in famiglia, con aneddoti a volte ironici a volte commoventi: come d’altronde è la vita! Si è parlato anche della nostra “Generazione sessantottina”: di quel movimento studentesco che lei, giovane universitaria, ha vissuto in prima persona. Ma anche di quella ventata liberatoria e antiautoritaria che ha caratterizzato il ’68. Una generazione che si riuniva in assemblee per discutere, confrontarsi, dibattere … magari, dopo, fumare uno spinello, e ballando fino all’alba con tutta la potenza sovversiva della gioventù.

Non meno interessante e intrigante è stato il “finissage” della mostra. Una serata dedicata alla pittura, alla poesia, alla musica, ma non solo: alle arti in generale, direi. Dopo una breve introduzione, dove Maria Elena ha tenuto a sottolineare che la pittura non è fatta per decorare le pareti ma è una chiave di lettura per confrontarsi e interrogarsi sulle infinite contraddizioni della nostra società; un mezzo formidabile per comprendere quello che sta succedendo nel mondo, per migliorarlo: perché l’arte deve svolgere anche una funzione civile. Poi, Maria Elena ha voluto dedicare, doverosamente, le prime poesie al padre pittore (Le rose di mio padre) e al fratello. A questo punto è intervenuto il musicista Valerio, valente arpista (arpa celtica, per la precisione), affascinandoci con il suono celestiale di questo strumento, veramente di grande capacità emotiva.
Poi si sono susseguite le recite delle poesie dei presenti, alcune dedicate ai quadri tra cui la poesia di Rosella ispirata all’essenzialità del quadro rappresentante il duomo di Milano. Ha ripreso la recita Maria Elena, questa volta accompagnata dalla sua amica Laura alla chitarra classica. Ci sono stati interventi di amici pittori, che hanno voluto omaggiare Maria Elena presentando dei loro quadri. È intervenuto un maestro di ballo, che proprio in quello spazio avrebbe da lì a poco tenuto una lezione. Ancora Valerio, che oltre ad accompagnare le recite con il suo prezioso strumento, è voluto intervenire con parole elogiative, quanto mai appropriate, nei confronti di Maria Elena come artista e come persona. Poi ci ha deliziato con un ulteriore pezzo musicale veramente incantevole. Ha concluso Maria Elena, che mentre veniva recitata la sua poesia “Mare”, si esibiva in una danza dalle movenze ondeggianti, come le onde del mare, agitando nel contempo dei foulard nelle varie tonalità di azzurro, le note dell’arpa di Valerio facevano vibrare le corde dell’anima! Una vera sinergia tra le arti!
Luigi Giurdanella

3  - Nota di Maria Elena Mejani sull'incontro poetico e sulla mostra

Respiro
sospesa
nell'aria
sospinta 
dal vento
dalla fantasia
dal sublime
Pace
dentro di me
Sogno
pace 
nel mondo

La mia personale è stata una sfida, con me stessa.
Con questa mostra ho osato molto, ma ho ricevuto molto di più di ciò che desiderassi:essere vista, essere "riconosciuta", nel bene nel male, tutta, intera, come sono, non come avrebbero sempre voluto, gli altri!!!
E questa esperienza mi ha dato molta forza. Mi ha regalato grandi emozioni: la riconferma di amicizie profonde, forti, legami indissolubili, nuove amicizie dell'anima, dell'arte, condivisioni, "intrecci" di vite, incontri speciali.
Ho finalmente respirato a pieni polmoni (nonostante fossi nei sotterranei del passante di Porta  Vittoria) e condiviso con  gli "altri" (altri/NOI in simbiosi con l'armonia, la grandiosità dell'arte e dell'essere umano che crede negli stessi valori) la poesia della vita, con la sua tragicità, ma anche la sua bellezza.



Giochi d'acqua

Tonda
rossa 
luna
con faccia
da clown
giochi
con le nuvole,
ti nascondi
poi ricompari
con il tuo sorriso
buffo.
Getti
i tuoi riflessi
nell'acqua
del mare,
poi
vorresti
riprenderli
ma non puoi più:
essi
sono diventati
giochi
sulle onde,
scintilli
sull'acqua.
I miei occhi
ti fissano
incantati
e diventano
luna
con te.

(dalla raccolta di poesie, "Cerco colori nel giardino della vita" di Maria Elena Mejani - edito MEF Firenze 2005)

Post inserito il 25/11/2018

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