Sul fine d’anno ritorna, come un ritornello, il contrastante motivetto:
“la scuola
non boccia più, ed oggi, gli ignoranti vanno avanti”
“la scuola, ancora oggi, lascia indietro tanti”.
E’ vero: per essere bocciati e costretti a
ripetere l’anno occorre avere gravi insufficienze in diverse materie;
altrimenti intervengono gli aiuti, le ipotesi di recupero e si è promossi. Nelle elementari e medie di primo grado la bocciatura viene vista come una strada non
percorribile che può portare grave nocumento all’allievo; nelle medie superiori
la minacciata selezione viene presto ammorbidita con tante motivazioni che
portano spesso alla promozione.
La selezione sociale però non è scomparsa; è diventata tutta extrascolastica, ed è diventata molto più violenta:
curricula dettagliati da presentare – concorsi dove vincere equivale ad un terno a lotto - colloqui e prove selettive di ogni tipo – prove di
ammissione all’Università – stage su stage (gratuiti o malpagati) – tirocini
ecc.
Insomma selezioni che spesso fanno cadere anche i
migliori studenti; quelli che noi
docenti consideravamo bravi e volenterosi spesso li incontriamo ancora in cerca
di lavoro o ci raccontano di lunghi periodi di disoccupazione.
???ALLORA QUALI IGNORANTI SONO ANDATI AVANTI ???
Sono i raccomandati di ferro, sono questi gli ignoranti che vanno
avanti; e non è certo un difetto della Scuola, ma di un’organizzazione sociale
marcia e corrotta.
Di difetti la scuola ne ha tanti, ma non date
alla scuola difetti non suoi.
Se non prendete il diplomato o il laureato con il
massimo dei voti, non è certo colpa della scuola; anzi la scuola vi aveva segnalato i migliori
con gli strumenti di valutazione propri della scuola e voi avete preferito i
raccomandati.
Torniamo, ora, ai cosiddetti difetti della
scuola
La bocciatura
può essere drammatica, ma può anche non esserlo. Da studente, ricordo che, sono
stato bocciato un paio di volte: in prima media e in prima superiore; posso
dire che dopo sono notevolmente migliorato, ho continuato negli studi, e da
laureato sono diventato insegnante (professione che ho esercitato per 31 anni
con una discreta stima). La bocciatura in se non è un dramma; è come la si vive
che può determinare il dramma; il peso dato dalla famiglia, il senso di
fallimento attribuito dagli altri. In qualche modo la scuola fa bene se limita
le bocciature, ma a tale prassi si deve accompagnare un buon piano di recupero
delle insufficienze.
Bocciare
un alunno, fermarlo a ripetere di nuovo per un intero anno tutte le discipline,
è effettivamente una misura grave che va praticata quando: si hanno insufficienze gravi e diffuse in
diverse materie, accompagnate da svogliatezza e indolenza; oppure gravi difficoltà di apprendimento
connesse allo sviluppo fisico. In tutti gli altri casi dovrebbe intervenire un
buon piano di recupero nelle discipline dove lo studente ha mostrato insufficienze. Tale piano di recupero dovrebbe essere organizzato a
seconda dei diversi ordini di scuola, considerando le diverse fasce di età
evolutiva degli allievi. Per le scuole superiori si potrebbe ipotizzare, ad
esempio, che: se uno studente non ha ottenuto sufficienti requisiti in
matematica 1, non può passare su matematica 2. Nell’anno successivo, lo
studente, per le materie ove è stato sufficiente potrebbe proseguire
sugli Step successivi; ma per qualche materia dovrebbe rimanere sullo
Step precedente, preferibilmente con un altro insegnante in grado di trovare
metodologie diverse e appropriate.
Una scuola meglio organizzata potrebbe rispondere a queste
difficoltà; ma diciamo anche che è necessario qualche investimento in più in termini
di risorse finanziarie e massima attenzione nelle riforme; perché di riforme
nella scuola ce ne sono state, ma spesso si è trattato di rincorrere mode.
Molto spesso ai ragazzi viene meno la motivazione allo studio e non è facile fargliela venire, visto che il mondo esterno alla scuola non li valorizza. Studiare per fare il disoccupato? Questo è quello che pensano molti studenti.
RispondiEliminaIl Riconoscimento del valore è insito nelle azioni umane senza di questo cade la voglia
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