La legge sulla Buona
scuola del 2015, tra le tante “ottime cose” prevede anche che a partire dal
2019/2020, il nuovo personale educativo da assumere degli asili nidi debba
avere una laurea specifica.
Una laurea in scienze dell’educazione nella classe L19 ad indirizzo specifico per «educatori dei servizi educativi per l’infanzia» oppure una laurea quinquennale in Scienze della formazione primaria integrata da un corso di specializzazione di 60 crediti formativi universitari (articolo 4, lettera e del Dlgs).
Una laurea in scienze dell’educazione nella classe L19 ad indirizzo specifico per «educatori dei servizi educativi per l’infanzia» oppure una laurea quinquennale in Scienze della formazione primaria integrata da un corso di specializzazione di 60 crediti formativi universitari (articolo 4, lettera e del Dlgs).
I maestri e le maestre delle elementari,
in un tempo non lontano, si formavano con un corso di scuola media superiore
magistrale di quattro anni e non ce li ricordiamo come dei cattivi maestri. Poi
si disse che non bastava e si costruì una laurea in scienza della formazione
per insegnare nelle elementari. La stessa logica ora viene usata per le maestre
dell’asilo.
Una domanda. Queste scelte sono
state dettate da una necessità di crescita formativa e professionale o sono
state dettate dal grande vuoto occupazionale?
Nel sistema scuola se consideriamo
le conoscenze che debbono essere trasferite sugli allievi; possiamo dire che le conoscenze per un insegnante
di scuola media superiore debbono essere più specifiche nelle discipline che andrà ad
insegnare.
Possiamo anche dire che le
conoscenze nelle discipline di un docente delle elementari, materne ed asili
possono essere più limitate; ma è altrettanto evidente che un maestro deve
avere delle conoscenze di metodologie e
conoscenza dei processi dell’età evolutiva infantile. Deve avere anche delle
particolari capacità che fanno riferimento alla sensibilità e alla santa
pazienza.
Se il percorso formativo è breve e
mal organizzato è sicuramente inappropriato. Ma se il percorso è lunghissimo ne
può derivare lo stesso un ulteriore danno: chi ha iniziato in percorso lungo, e
poi si accorge che non era adatto per sensibilità e pazienza, è portato a continuare
e concludere il percorso; ed è molto
probabile che farà male per tutta la vita un mestiere per cui non era portato.
Forse in questo particolare delicato lavoro occorrerebbe scegliere corsi di
formazione non eccessivamente lunghi e che mettano al centro subito tanti
momenti di tirocinio seguiti da esperti nella didattica infantile. (francesco zaffuto)
post inserito il 27/05/2017
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