Gli studenti dell’Università Statale di Milano sono
in lotta contro l’ipotesi di instaurare il numero chiuso anche nelle facoltà umanistiche.
Fino ad ora il numero chiuso nelle facoltà è stato
giustificato con la necessità di frequentare laboratori necessariamente
istituiti per esercitazioni indispensabili per alcuni corsi di laurea.
Certo, poi una laurea in materie umanistiche spesso
diventa la strada per un futuro di disoccupati; ma di questo rischio molti
studenti sono consapevoli. Ed in ogni caso basterebbe scrivere un grande
cartello informativo a caratteri cubitali “RISCHIO DISOCCUPAZIONE”.
La scelta che
stanno facendo i senati accademici verso il numero chiuso, non è maturata per una particolare sensibilità
sulla futura occupazione degli studenti;
credo piuttosto per fare pressione sui governi ed ampliare un po’ d’ingressi alla docenza universitaria.
Un calcolo machiavellico? Forse. E se
non è così ancora peggio, perché altrimenti occorre dire che nei senati
accademici è entrato il mito del test selettivo
a tutto discapito del DIRITTO ALLO
STUDIO. Se si tratta di questo diciamo che alcuni Ordinari accademici si
sono bevuti d’un sorso il cervello.
Per risolvere il problema della selezione in una
facoltà basterebbe vincolare il proseguimento degli studi con il superamento dei
primi due esami nelle materie fondamentali.
Francesco
Zaffuto
Alcuni link su questa penosa vicenda
post inserito il 17/05/2017
Certo, ma se il loro scopo è altro, come hai evidenziato tu nel post, degli studenti a loro interessa poco o niente.
RispondiEliminae gli studenti sono silenziosi da tanto tempo, questa però stentano a digerirla
Elimina