7 FEBBRAIO 1898 – “J’ACCUSE’

 

Il 7 Febbraio 1898 – inizia il processo a Emile Zola -

Intervento a cura di Eraldo Bigi

Inizia il processo a Emile ZOLA per aver pubblicato, il precedente 13 Gennaio sul giornale socialista "L'Aurore" l'editoriale dal titolo ‘J’ACCUSE’, lettera aperta al Presidente della Repubblica Francese, Mr. Félix Faure, avente lo scopo di denunciare pubblicamente le irregolarità e le illegalità commesse nel corso del processo contro il capitano dell'esercito Alfred Dreyfus, francese di religione ebraica, al centro di uno dei più famosi affaires della storia francese.

Nata come un semplice episodio di spionaggio e come banale errore giudiziario, la vicenda Dreyfus deve la sua celebrità ad una serie di fatti e situazioni che finirono per coinvolgere, alla fine dell'800, tutta la vita politica e intellettuale francese, avviluppata in una situazione generale di malcontento e di insoddisfazione, tutt'ora non riavutasi dalla pesante sconfitta nella guerra contro i Prussiani del 1870, e scossa da profonde problematiche, quali il nazionalismo e l'antisemitismo.

Nel settembre del 1894, gli ufficiali del servizio di controspionaggio acquisirono un documento, il celebre "bordereau", che annunciava all'addetto militare tedesco a Parigi l'invio di alcuni documenti militari riguardanti l'artiglieria, le truppe di copertura, e una nota sul Madagascar. Tale lettera costituiva la prova del tradimento di un ufficiale francese. A seguito di un'inchiesta rapida e sommaria, venne accusato il capitano ebreo Alfred Dreyfus, sottoposto a perizia calligrafica in base alla quale - sebbene non probante - il Ministro della Guerra decise di farlo arrestare.Non riuscendo però a scoprire nulla di concreto per incriminare definitivamente l'accusato, cominciarono a circolare allusioni sempre più insistenti ad ulteriori lettere compromettenti, ma che non saranno mai effettivamente esibite, le quali però contribuirono in maniera determinante alla condanna all'ergastolo e alla deportazione all'Ile du Diable di Dreyfus, avvenuta il 5 gennaio 1895.

Dopo una forte ondata di antisemitismo che attraversò la Francia, Émile Zola si schierò a favore dell’ufficiale tramite l'articolo in questione, col quale accusava i veri colpevoli di questo avvenimento e di questo processo falsato. A causa del «J’accuse…!», Zola fu condannato a un anno di carcere e a tremila franchi di ammenda per vilipendio delle forze armate nel processo che durò dal 7 al 23 febbraio (fu lo scrittore Octave Mirbeau che pagò i 7.525 franchi della multa e delle spese del processo, nell’agosto 1898).

Nonostante la condanna, la lettera aperta provocò la riapertura del caso: il 29 ottobre 1898 la Corte di Cassazione dichiarò "ammissibile" la domanda di revisione del processo, inoltrata dalla moglie di Dreyfus e, con l'avvento del nuovo Presidente della Repubblica, Emile Loubet, si svolse a Rennes il secondo processo. Dreyfus venne dichiarato "colpevole d'intesa con il nemico, con circostanze attenuanti" e condannato a dieci anni di reclusione. Il 19 settembre 1899 il Presidente Loubet decise di firmare la grazia.

La situazione si risolse, infine, solo il 12 luglio 1906 - quando Émile Zola era già morto da quasi quattro anni (probabilmente assassinato), e Georges Clemenceau (il Tigre, come era soprannominato) era divenuto Primo Ministro - allorquando la Corte di Cassazione revocò finalmente la sentenza con cui Dreyfus era stato accusato di tradimento, riconoscendone la piena innocenza. In seguito a questa sentenza, Egli venne reintegrato nell’esercito, con il grado di maggiore. Poichè i pregiudizi sono duri a morire, pur dopo la definitiva assoluzione, Clemenceau, che pure tanto aveva operato in favore di Dreyfus, si asterrà dallo stringergli la mano.

Infine, caso Dreyfus risulta aver ispirato Theodor Herzl: Egli, che aveva fino a quel momento negato l'esistenza di un problema ebraico, o meglio aveva sostenuto che per gli ebrei c'era solo un modo di risolverlo: integrandosi e radicandosi nelle società in cui si erano accasati, ponendo fine al loro eterno vagabondare - cioè cessando di essere ebrei - alla luce di questa vicenda si convinse che, per sottrarsi alle persecuzioni, non bastava agli ebrei dimenticarsi di esserlo. E fu allora che con passione missionaria si dedicò a propagandare nel mondo l'idea della ricostruzione di un «focolare» ebraico in Palestina.

Post inserito il 07/02/2021

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