CALVELLO – il bastardo
di Luigi
Natoli
Pagine 880
Illustrazioni interne e in copertina
di Niccolò
Pizzorno
Acquistabile
direttamente presso la Casa editrice
Romanzo storico siciliano ambientato nella Palermo di fine Settecento e inizi Ottocento, quando la Rivoluzione Francese porta in tutta Europa le prime idee di libertà dei popoli e nascono le prime Logge.
Il protagonista Corrado Calvello è affiancato dal patriota e giureconsulto Francesco Paolo Di Blasi. L’opera è la trascrizione del romanzo originale pubblicato dalla casa editrice La Gutemberg nel 1913.Calvello il bastardo è il primo grande romanzo storico di Luigi Natoli, pubblicato con lo pseudonimo di William Galt. Così come in tutti gli altri che seguiranno, l'azione si svolge in Sicilia ed è proprio la Palermo borbonica del 1792 a fare da sfondo alle avventurose vicende di Corrado Maurici, che lo portano da semplice sergente dei fucilieri nelle milizie reali, a erede, sebbene bastardo, di una delle più blasonate famiglie nobiliari di Sicilia: i Calvello.
Nobiltà antichissima che aveva il privilegio, ancor prima della dominazione spagnola, di portare il cuscino con la corona nelle cerimonie d'incoronazione dei reali. Un grande nome, un grandissimo peso che condiziona la vita di Corrado facendola diventare avventurosa in tutte le sfaccettature del bene e del male. Una vita costellata da un grande amore, intorno al quale ruotano forti passioni, inestinguibili odi, amicizie saldissime, idee liberali e feroci vendette.In questo romanzo compaiono tutti i temi
cari a Natoli, in particolare quelli di eguaglianza e giustizia, di libertà e
amore. Un amore assoluto per il popolo siciliano, perseguito e affamato dalla
tirannide borbonica, e che da sempre insofferente alle dominazioni straniere e
contagiato dalle idee rivoluzionarie francesi, muove con Francesco Paolo Di
Blasi i primi moti d'insurrezione anelanti la libertà. Compare anche il netto
contrasto fra la frivola e ricca nobiltà palermitana e la popolazione allo
stremo delle forze, soggiogata da preconcetti e superstizioni secolari che il
Natoli disprezza e combatte cercando di instillare l'orgoglio di appartenenza
al grande popolo siciliano, democratico, libero e giusto.
E infine c'è l'amore dello scrittore per i
grandi sentimenti positivi spesso messi a stridente confronto con i loro
opposti, e così i binomi di odio e amore, pietà e malvagità, onestà e
ingiustizia, prepotenza e altruismo, animano le pagine di questo romanzo
fantasioso e al contempo reale, carico di colpi di scena con un finale del
tutto imprevedibile e amaro. Un grande romanzo popolare, unanimemente
riconosciuto fra i più belli e perfetti del genere. Dopo Calvello il bastardo
seguiranno altri 26 romanzi, senza che il lettore percepisca che è la sua opera
prima. Non troverà, infatti, un autore acerbo e pronto a maturare negli scritti
successivi; non troverà alcuna evoluzione di pensiero o d’espressione stilistica,
e questo perché Natoli, così come i veri geni dell'umanità, confeziona subito
un romanzo perfetto che nulla ha da invidiare ai seguenti, non facendo
trasparire alcuna crescita dello scritto o delle idee perché già maturo così.
Creando gesta ed eroi che si imprimono indelebili nella memoria del lettore.
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