Memoria su un Referendum


 Chi rappresenta il popolo del Sì, chi rappresenta il popolo del No e chi  il popolo del nulla.

Per esprimersi sul taglio dei parlamentari è andato a votare il 53,8% degli aventi diritto al voto.   I Sì sono stati il 69,64% dei votanti e i No il 30,36%.

Ci può essere qualcuno che può rappresentare il popolo del Sì o quello del No?

Il popolo del No è eterogeneo, almeno quanto è eterogeneo il popolo del Sì, ed è altrettanto eterogeneo il popolo che non è andato a votare. I monosillabi No e Sì restano monosillabi e  dietro quei monosillabi c’erano ragionamenti complessi che alla fine dovevano esprimersi in monosillabi.

 Chi poteva preferire una Camera di 630 deputatiti, dove ci sono deputati che non riescono a prendere la parola su una legge, neanche per pochi minuti,  e si limitano solo a votarla secondo le indicazioni di partito? E sulla base di un ragionamento logico ha votato Sì.

 Chi sentendo dire che il nuovo Senato con appena  200 membri deve svolgere le stesse funzioni legislative della Camera ha avuto qualche perplessità sulla efficienza e sulla rappresentatività;  e sulla base di un ragionamento logico ha votato No.

  Ma tra quelli che hanno votato Si e tra quelli che hanno votato No ci sono tanti che hanno votato con considerazioni fuori tema:  non mi piace Conte, non mi piace l'Azzolina; oppure il generico meno sono e meglio è, oppure il voler gettare scongiuri sull'antipolitica accettata da un intero Parlamento che aveva votato la legge del taglio dopo aver bevuto litri di alcool a 5 stelle.

 Infine c'è l'eterogeneità di quelli che non hanno votato, e qui le ragioni possono essere le più varie:  per paura di prendere il Covid trasmesso da ignari scrutatori; oppure  quelli che …”ho ben altre cose da fare"; e tra i non votanti mi ci metto anch'io che non ho votato perché questa volta non avevo voglia di esprimermi in monosillabi.

 Quindi non esiste un popolo del No e neanche un popolo del Sì;  e neanche un popolo del nulla perché una parte può sempre ritornare a votare.

 Esiste però un popolo che non va demonizzato e neanche osannato;  gli va dato coraggio per gli atti quotidiani di partecipazione e pensiero, e non solo ogni tanto per qualche crocetta su un monosillabo o su una delega  che deve inserire su una scheda.  

In ogni caso il referendum ha prodotto un risultato, sul piano istituzionale il prima non c'è più ed il dopo è solo abbozzato.

 Necessita ora risolvere due questioni: la prima una buona legge elettorale che possa assicurare alla Camera dei deputati rappresentatività, governabilità e diritto di tribuna per le componenti minoritarie. Accademicamente la si può trovare basta che i 2/3 dei deputati vengano eletti con collegi uninominali per la rappresentatività territoriale ed 1/3 dei deputati sia eletto in un collegio unico nazionale, con il proporzionale puro, per dare la rappresentatività ai partiti e permettere anche ai gruppi minori di avere un diritto di tribuna. Fattibile se si mettono da parte i calcoli fatti "pro domo sua" di ogni partito. L'altra questione è il Senato che con solo 200 senatori dovrebbe fare lo stesso identico lavoro della Camera dei deputati. Qui la contraddizione diventa spinosa, un Senatore non è un superman e non può lavorare e produrre il doppio (non lo facevano in 315 figuriamoci ora). Quindi il Senato non può essere il doppione della Camera con 200 senatori (considerando che alcuni addirittura non sono eletti ma nominati come  gli ex Presidenti della repubblica e senatori a vita). Il nuovo Senato dovrà essere in qualche modo riformato nelle sue prerogative. Una delle prerogative più importanti è quella della fiducia al Governo, che a mio avviso dovrebbe rimanere alla sola Camera dei deputati. Riusciranno i nostri "eroi" (parlamentari oggi in carica) a risolvere ambedue i problemi? Quello della legge elettorale, essendo urgente, in qualche modo lo risolveranno o troveranno un qualsiasi pasticcio provvisorio. Quello del Senato, essendo di natura costituzionale, penso che non lo risolveranno tanto facilmente, ci sarà un altro tentativo e probabilmente si arriverà nel 2021 o 2022 ad un altro referendum. Speriamo che per allora sia cessato almeno il Covid.

Francesco Zaffuto

Immagine da

https://www.ilpost.it/2019/10/08/taglio-numero-parlamentari-camera/

Post inserito il 22/09/20


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