Venne da lontano l’accordo stato-mafia

Arpa eolica ospita questo interessante articolo di Melo La Licata che,  ripercorrendo la Storia della Sicilia dal 1943,  rintraccia gli aspetti di un accordo stato-mafia che aveva come scopo far diventare la Sicilia un presidio anticomunista.
“l'accordo stato - mafia
19 luglio 1992 strage di via D'Amelio
Il solo modo di commemorarla è raccontare la verità:
la mafia presidio anticomunista in Sicilia”
di Melo La Licata
Tutti parlano di mafia, tutti la conoscono e sull’argomento sono stati scritti migliaia di libri e centinaia di migliaia di articoli. La sensazione che si ricava da queste letture è connotata da una diffusa amarezza, dal dubbio, dalla percezione che il racconto fornito è sempre incompleto.
Tutti gli anni si commemorano le stragi di Via D’Amelio e Capaci, la teoria ininterrotta dei nomi delle vittime e degli eroi, sempre affiora il dubbio sull’esistenza di complicità inespresse e quasi ci si sente addosso lo sguardo imperscrutabile di un regista che si sospetta trasversale alle istituzioni e alle associazioni criminali. La mafia ne risulta vincente se non addirittura trionfante e lo stato e le opere di giustizia frustri e irrimediabilmente vinti. Per comprendere occorre cominciare col visitare il fenomeno nel contesto storico che si analizza senza cercare un collegamento ne una continuità storica tra un periodo e l’altro e talora neanche tra un episodio ed un altro e cercare di fare pulizia di tutti i giudizi e pregiudizi che hanno assistito il nostro pensiero sino ad oggi.
C’è una mafia che definirei protostorica che è relativa ai periodi antecedenti l’unità d’Italia;
C’è una mafia storica che va dall’unità d’Italia al 1943;
C’è una mafia moderna compresa nel periodo tra il 1943 e l’abbattimento del muro di Berlino (Nov. 1989).
È di questa che andiamo ad occuparci.
È storia accertata che gli alleati per organizzare lo sbarco in Sicilia abbiano chiesto alla mafia americana di fare intelligence; le domande cui gli alleati dovevano dare una risposta riguardavano i dettagli della organizzazione logistica delle forze armate Italiane in Sicilia, il numero di batterie contraeree e il loro dislocamento, quanti soldati, di che armi disponevano e così via. I mafiosi americani, per i loro traffici con i cugini siciliani, disponevano già di sistemi di comunicazione criptati, si trattava di convincerli ad utilizzarli per far passare informazioni sensibili per l’OSS (Office of Strategic Services) i servizi segreti americani che si trasformeranno nella più famosa CIA.
È anche risaputo che lo sbarco avvenne con relativa facilità e che gli americani recavano con se i nominativi dei soggetti che con le loro informazioni ne avevano consentito il successo. Cacciati i fascisti ed i tedeschi dall’isola, l’AMGOT (l’amministrazione militare per il governo dei territori occupati) si è messa ad amministrare i territori liberati epurando dall’amministrazione gli ex gerarchi e podestà ed insediando uomini di fiducia i cui nomi erano stati forniti dai mafiosi americani. Calogero Vizzini a sindaco di Villalba, Genco Russo a sindaco di Mussomeli e così via, in una quantità di comuni furono insediati pregiudicati vicini alla mafia, uomini che seppur fedeli ed utili alla causa degli alleati erano stati interessati da numerose condanne penali per motivi tutt’altro che politici.

“Viene formato l'Amgot (Allied military government of occupied territory), guidato dal discusso colonnello Charles Poletti per la parte che riguarda i "civil affairs" della Sicilia. A Poletti viene quindi lasciato il compito di nominare prefetti e sindaci. E Poletti lo fa. Sir Rennel O' Rodd, che sovrintendeva a tutti i compiti dell'Amgot, si espresse in questi termini nella prefazione al libro di G.R. Gayre, Italy in transition (Londra 1946): "La maggioranza dei comuni era lacerata da gelosie personali e faide ed aveva enormi difficoltà a proporre dei nomi. Di fronte al popolo che tumultuava perché fossero rimossi i podestà fascisti, molti dei miei ufficiali caddero nella trappola di scegliere in sostituzione i primi nomi che venivano proposti oppure seguire il consiglio d'interpreti che si erano accodati loro e che avevano imparato un po' d'inglese durante qualche loro soggiorno negli Stati Uniti. I risultati non erano sempre felici, le scelte finivano per cadere in molti casi sul locale boss mafioso o su un uomo-ombra il quale in uno o due casi era cresciuto in ambienti di gangster americani. Tutto ciò che poteva essere detto di questi uomini era che essi erano tanto antifascisti quanto indesiderabili da ogni altro punto di vista". In conclusione, molti mafiosi (l'elenco dei nomi sarebbe lungo e noioso) si risvegliarono dal "sonno" e divennero sindaci, cioè a dire che la mafia passò ad amministrare direttamente, come mai prima era stato possibile, più della metà dei comuni siciliani” (Tratto da: Lo sbarco in Sicilia Vecchie storie di Mafia, Alleati e Dc di Andrea Camilleri)
Questa la spiegazione fornita o desunta a giustificazione della strana scelta operata dalle autorità americane, per nascondere un patto che sarebbe durato sino alla cessazione del ‘Pericolo Rosso’. Costoro rimasero al governo delle rispettive circoscrizioni sino alla costituente ed alle prime elezioni politiche creando una efficace rete di privilegi e clientele. Intanto finiva il conflitto ma è accertato che continuarono ad essere intrattenuti fitti rapporti personali tra i sindaci-mafiosi e i rappresentanti OSS in Sicilia mentre nel nuovo ordine politico si delineavano due macro aree di influenza rispettivamente sotto il controllo Americano, il Patto Atlantico e sotto il controllo Russo il Patto di Varsavia. Per gli americani ex fascisti ed ex nazisti, potevano essere impiegati in funzione anticomunista.
Occorreva sorvegliare che il PCI, partito comunista maggiore in Europa occidentale non arrivasse al governo. Veniva pertanto istituita una struttura militare segreta in stay-behind come forza di intervento denominata ‘Gladio’ con l’incarico di mantenere una rete di agenti dormienti che alla bisogna si sarebbero profusi in attività di sabotaggio con lo scopo di seminare caos e panico nel paese così da giustificare un intervento pacificatore da parte dell’esercito (piccole infiorescenze di questa scalpitante realtà sotterranea alcuni episodi della 'strategia della tensione'). Obiettivi di questa forza dormiente sarebbero state centrali elettriche ed idriche, sedi di radio-televisioni e giornali ecc. In breve nel nord e centro Italia furono costituite cellule di Gladio, in Sicilia l’incarico fu assegnato alla mafia che come compenso ebbe in concessione l’isola. La mafia era la forza di impiego in funzione anticomunista in Sicilia.
Non è un caso che tutti i delitti di mafia nel primo decennio della repubblica sono riferiti a stragi o omicidi di sindacalisti, uomini politici anche di scarso peso e manifestanti. Si diede ad intendere che essendo i mafiosi al servizio dei latifondisti naturalmente reprimevano qualsiasi anelito di cambiamento adducendo effetti e cause che erano state tipiche del secolo precedente quasi che si stessero perpetuando anche nel dopoguerra. In realtà, pur battendo gli stessi avversari ed utilizzando gli stessi metodi erano cambiati i committenti. Non più i padroni e i latifondisti al fine di arginare le insorgenti idee socialiste ma il nuovo assetto geopolitico che li impiegava in funzione anticomunista. Con questa chiave di lettura tutto appare più chiaro, si capisce come siano stati eliminati uno per uno i servitori dello stato man mano che si avvicinavano ad una qualche inconfessabile verità; l’annosa irreperibilità di super-ricercati che vivacchiavano a poche centinaia di metri da casa loro; la permeabilità della politica; l’impossibilità di debellare il fenomeno nonostante il nostro paese disponesse di forze di polizia tra le più organizzate dei paesi occidentali. Intanto Gorbaciov, con un occhio alla crisi economica interna, accetta i venti miliardi di dollari che la Germania Ovest gli offrì per riprendersi l’est (1); si liquefà il muro di Berlino e cessa di esistere il blocco di Varsavia. Gladio è superata e si può rinunciare ai servizi resi dalla mafia.
Sono atti processuali quelli che rivelano che Andreotti, nel 1980, andò ad incontrare Bontade, forse l’argomento era proprio lo scioglimento dei patti gladio/stato/mafia, forse Mattarella fu ucciso per dare un segnale forte alla politica ottenendo una proroga di un decennio. Forse Bontade fu ucciso perché cominciava ad accogliere le richieste di liquidazione del patto e la cosa non stava bene ai corleonesi che si erano affacciati a quel business da troppo poco tempo. Così si spiega anche la singolare ed intrigata vicenda della ‘trattativa stato mafia’, che, assai fragile se motivata dalla richiesta di abolizione del carcere duro (41bis), assume un significato completamente nuovo allorché il 23 dicembre del 1990 il presidente della Repubblica Italiana Francesco Cossiga assume la paternità di gladio pubblicamente avverso i discorsi di Andreotti che denunciando, voleva smantellare il costoso e faticoso circo di clientele che si era creato in favore dei gladiatori, questi, supponiamo, esigevano e riscuotevano prebende e raccomandazioni per se stessi e per i propri familiari in forza del loro particolarissimo servizio. Consultare una emeroteca per rileggere la polemica di quei giorni tra Andreotti e Cossiga è impressionante. Le rivelazioni di Andreotti fanno letteralmente perdere la testa a Cossiga che da ‘Presidente Notaio’ diventa il ‘Picconatore’.
Il pentito Onorato al processo "trattativa" ha raccontato che nel 1992 Riina voleva uccidere Andreotti, "perché non aveva mantenuto i patti".
Quali patti? Il delitto Lima (uomo di punta di Andreotti in Sicilia) mette in chiaro quali siano le conseguenze per chi vuole rompere il patto stato/mafia, Cossiga e Andreotti si riconciliano e quest’ultimo viene messo sotto processo per il famoso ‘bacio di Riina’. Sotto la spada di Damocle del processo Andreotti ci resterà sino alla fine dei suoi giorni. Chissà quando qualcuno verrà a correggere le imprecisioni di questa storia. Intanto sono morti decine di fedeli servitori dello stato che amiamo ricordare; la generazione di uomini d’onore che avevano ereditato il ‘patto’ dai vecchi Don Calogero Vizzini e Genco Russo sono morti sotto i colpi dei corleonesi che non volevano lo scioglimento dell’accordo, e questi ultimi sono stati annientati dalle forze dell’ordine quando lo stato ha deciso di fare sul serio, oramai libero dalle pressioni americane essendo cessato il 'pericolo rosso'. Ora c’è da lavorare:
- per liberare la Sicilia occorre una seria riflessione critica che non può avvenire se non attraverso la rivelazione dei veri fatti e delle vere circostanze che hanno mantenuto in vita un fenomeno tanto scellerato attribuendone gran parte della responsabilità a 'note storiche e caratteriali' isolane che hanno bollato e fatto sentire ora complici ora colpevoli tutti i siciliani;
- per liberare i siciliani da quel senso di paura ed impotenza che si è generato negli animi ogni qualvolta sono state contraffatte le verità, confusi i fatti, sostenute le tesi più folcloristiche aggiungendo umiliazione ad una condizione di vita già complicata.

1) Il ritorno della Germania di Saverio Vertone - marzo 92 “I soldi Gorbaciov li ha avuti (per sdoganare la Germania Est e salvare l’Urss dalla bancarotta); se è vero che a Stravropol’, prima di sbalordire Bush e il mondo con l’annuncio unilaterale della riunificazione, Kohl gli ha liquidato cash (…) qualcosa come venti miliardi di dollari, ossia trentamila miliardi di lire o giù di lì”


immagini
1 pagine giornale sulle ultime dichiarazioni sulla strage dove morì Paolo Borsellino
2 foto storico dello sbarco degli americani a Gela ne'43
3 il simbolo della Gladio da Wikipedia
4 foto del sindacalista Placido Rizzotto ucciso dalla mafia - Wikipedia
5 foto della stampa dell'uccisione di Mattarella
6 foto della stampa dell'uccisione di Lima


Post inserito il 12/10/2018
Altri post di Arpa eolica della sezione Storia
Per i post recenti o in evidenza di Arpa eolica vai all’Home page

1 commento:

  1. Forse non è stato un solo patto stabilito a tavolino, ma probabilmente un continuo di patti concatenati; e l’inizio è, come individuato nell’articolo, dal ‘43.
    La cronologia dei fatti, come ben ricordata nell'articolo, li riassume. Certo, se pensiamo anche alle stragi avvenute in Italia nel periodo della strategia della tensione e pensiamo anche alle numerose stragi di mafia diventa abbastanza strano vedere che tutti questi eventi vengono a modificarsi e quasi a cessare dopo la caduta del muro di Berlino. L’ipotesi di analisi storica di Melo La Licata poggia su un’evidenza che, anche se necessita di ulteriori prove, riveste lo stesso una notevole rilevanza storica.
    C’è anche da dire che la Sicilia è stata storicamente il fulcro di tutta la questione meridionale, e far in modo che la Sicilia venisse a distanziarsi dalle altre regioni italiane del Nord (più influenzate in quel tempo dal PCI) era una questione essenziale per i governi di allora. Quella strategia politica iniziata nel ’43 è esistita e continuata per diversi decenni, e ad essa poi si sono affiancati: il complesso degli interessi economici di potentati e famiglie mafiose, e gli stessi metodi sbrigativi della mafia per risolvere le questioni. Gli omicidi di Mattarella e di Lima sembrano evidenziare la crisi del patto, mentre l’uccisione di Borsellino pare evidenziare la volontà di secretare definitivamente i dettagli di quella Storia.

    RispondiElimina

Post aperto a dibattito, si possono inserire commenti immediatamente ed automaticamente – i curatori di arpa eolica si riservano di cancellare rettifiche e commenti che possano contenere offese a terzi o appelli alla violenza. Grazie per i commenti che andate ad inserire.