Che dire: ben venga la censura su Trump? – o – la libertà di espressione vale anche per lui?
Dopo l’assalto al Congresso dei sostenitori di Donald Trump, con le
conseguenze tragiche di quattro morti, le piattaforme social sono intervenute
per "zittire" il presidente americano uscente. C'è chi, come Twitter, ha
chiuso a tempo indeterminato il suo account, chi come Facebook e Instagram lo ha
sospeso per almeno quindici giorni, e chi, invece, ha oscurato gli account e/o
i contenuti che potrebbero incitare nuove violenze. Donald Trump, intanto,
si è detto pronto a creare una sua piattaforma.
Che dire: ben venga la censura su Trump? – o –
la libertà di espressione vale anche per lui?
Se la libertà di espressione travalica in un reato,
come la diffusione di notizie false e tendenziose, l’incitamento a sovvertire l’ordine
sociale e altro, dovrebbe intervenire un
magistrato che contesta il reato; e nel
caso del Presidente USA è previsto l’intervento del Congresso stesso con le sue
procedure.
La censura di
Twitter ed altri in qualche modo anticipa dei procedimenti restrittivi nei
confronti di Trump e potrebbe considerarsi come un provvedimento che colpisce la sua libertà di espressione. Ma il contesto è ben diverso: Twitter, Facebook
ed altri sono Case private di miliardari che privatamente possono fare ogni
accidenti che vogliono nelle loro Case. Le pagine di Facebook sono come le
pagine di un Grande giornale privato aperte a contributi redazionali di privati
cittadini; e chi ha la proprietà privata di quel Giornale può sbattere fuori
chi vuole o limitarlo perché è casa sua. Parlare di una libertà in casa d’altri
è quasi un non senso. Piuttosto riflettiamo sul fatto che un privato cittadino
qualsiasi, una volta che viene espulso
dalle piattaforme, è ridotto al
silenzio; ma se la censura si abbatte su
un miliardario come Trump, l’unico effetto sarà che: il miliardario dando fondo a un po’ dei suoi
denari costruirà una sua piattaforma. (fr. z.).
post inserito il12/01/2021
Diciamo che è un po' particolare la tempistica della censura visto che Arriva dopo che ha perso...
RispondiEliminaCoincidenza?
Comunque che forse forse sarebbe un po' il caso di riflettere sullo stra potere di questi privati cittadini?
hai ragione, non è il sintomo di un grande coraggio. Riguardo alla forza di queste piattaforme, possiamo dire che molta gliela diamo noi fruitori - quando apriamo una pagina su facebook la sua potenza cresce - gli cediamo noi stessi e i nostri amici - è un paradosso diabolico. Sarebbe necessaria una normativa di garanzia o un giudice terzo a cui rivolgersi - ma pare che siamo ben lontani - intanto navighiamo - ?ma dove andrà la barca?
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