di Stefano Giacalone
L'area sulla quale sorge attualmente il Palazzo della Prefettura e la sede della Provincia di Milano, tra corso Monforte e piazza del Tricolore era nel XI secolo scarsamente popolata.
Le vecchie mura della città di Milano sorgevano infatti all'altezza dell'antica cerchia dei Navigli, dove ai nostri giorni possiamo incontrare le via San Damiano, Visconti di Modrone e Francesco Sforza
Il viandante che percorreva la ''via di Monforte'' o ''Borgo Monforte'',
provenendo dalla campagna circostante non avrebbe trovato, in prossimità delle
antiche mura, una delle porte d'ingresso alla città.
Forse per questo motivo la zona, anche nei secoli successivi, fu sempre un po'
appartata rispetto ad altri quartieri milanesi.
Porta Monforte è una delle cinque porte più recenti
di Milano,ricavata nel 1889 all'interno dei Bastioni per consentire una
più diretta comunicazione fra la città e il nuovo asse stradale.
Posta a est della città, si costituiva di due caselli daziari, demoliti
nel 1919. Sorgeva al centro dell'attuale Piazza del Tricolore, di
fronte a corso Monforte.
Il
nome ''Monforte'' della Porta, ereditato dal Corso che qui vi
si sbuca da piazza San Babila, sarebbe da ricondursi a un fatto
storico risalente al 1028.
L'Arcivescovo di Milano Ariberto da Intimiano era impegnato nella visita
della diocesi di Torino. Interrogando il capo di un gruppo religioso
sospettato di Eresia, venne a sapere che gli abitanti di Monforte d'Alba (oggi
in provincia di Cuneo su una collina delle Langhe) interpretavano in modo
allegorico il dogma trinitario, negavano la necessità dei sacramenti e quindi
del clero, molto probabilmente avendo abbracciato la dottrina dei ''Catari'',
(dal greco Katharòi: puri, perfetti), un Movimento di Eretici diffuso in Europa
tra il XII ed il XIV secolo.
In quello stesso anno (1028) pertanto, forze militari alle dipendenze di
Ariberto da Intimiano assediarono ed espugnarono il castello di Monforte:
la sua popolazione venne deportata a Milano ed invitata adabiurare la
propria fede. Coloro che rifiutarono - la maggior parte - vennero arsi sul rogo
proprio nei pressi dei loro miseri alloggi.
La zona di Milano in cui sarebbero stati imprigionati gli Eretici, fuori dalle
mura, prese dunque il nome dal loro Paese di provenienza, dando il nome al
futuro corso Monforte, che a sua volta l'avrebbe passato alla relativa Porta.
Arpa eolica ringazia Stefano Giacalone per averci permesso la riproduzione di questo post dal suo blog http://sempliciconversazioni.blogspot.it/
Forse per questo motivo la zona, anche nei secoli successivi, fu sempre un po' appartata rispetto ad altri quartieri milanesi.
Posta a est della città, si costituiva di due caselli daziari, demoliti nel 1919. Sorgeva al centro dell'attuale Piazza del Tricolore, di fronte a corso Monforte.
L'Arcivescovo di Milano Ariberto da Intimiano era impegnato nella visita della diocesi di Torino. Interrogando il capo di un gruppo religioso sospettato di Eresia, venne a sapere che gli abitanti di Monforte d'Alba (oggi in provincia di Cuneo su una collina delle Langhe) interpretavano in modo allegorico il dogma trinitario, negavano la necessità dei sacramenti e quindi del clero, molto probabilmente avendo abbracciato la dottrina dei ''Catari'', (dal greco Katharòi: puri, perfetti), un Movimento di Eretici diffuso in Europa tra il XII ed il XIV secolo.
In quello stesso anno (1028) pertanto, forze militari alle dipendenze di Ariberto da Intimiano assediarono ed espugnarono il castello di Monforte: la sua popolazione venne deportata a Milano ed invitata adabiurare la propria fede. Coloro che rifiutarono - la maggior parte - vennero arsi sul rogo proprio nei pressi dei loro miseri alloggi.
La zona di Milano in cui sarebbero stati imprigionati gli Eretici, fuori dalle mura, prese dunque il nome dal loro Paese di provenienza, dando il nome al futuro corso Monforte, che a sua volta l'avrebbe passato alla relativa Porta.
Arpa eolica ringazia Stefano Giacalone per averci permesso la riproduzione di questo post dal suo blog http://sempliciconversazioni.blogspot.it/
L'avevo letto da Stefano. Un bellissimo scorcio di storia di Millano, questa città nascosta, da scoprire lentamente. Bella l'idea di riportare anche qui da te il post di Stefano.
RispondiEliminaDavvero emozionante questo tornare indietro nel tempo per sapere la storia di una parte di Milano.
RispondiEliminaFelice giovedì
Paolo
Grazie Francesco per averlo pubblicato!
RispondiEliminaSaluti. Stefano G.