LA LUCE DELLA POESIA PUO’ INDICARE LA VIA!

di Luigi Giurdanella

L’UNESCO, braccio culturale delle Nazioni Unite,  ha proclamato il 2015 “Anno Internazionale della Luce”. L’inaugurazione ufficiale dell’iniziativa, a livello internazionale è partita da Parigi il 19 gennaio, presso la sede dell’UNESCO, mentre in Italia si è tenuta a Torino il 26 gennaio, organizzata dalla SIF (Società Italiana di Fisica), in collaborazione con svariati enti, associazioni, società, tutte vertenti al campo scientifico. Anche se ho letto che ci saranno interventi mirati come “la luce e la cultura”, mi sarebbe piaciuto che ci fosse stata una collaborazione paritaria e fattiva con associazioni, enti, società, nel campo umanistico-letterario. Ma cos’è la luce?
Newton la descrive fatta di corpuscoli di colori diversi. Capire che cos'è la luce è sempre andato di pari passo con la comprensione delle leggi della natura avendo un ruolo vitale, è con la luce che si conoscono le cose. Per la scienza la luce è conoscenza: viviamo in un mondo di luce, “vediamo” ciò che ci circonda grazie alla luce, non solo, la luce ci ha insegnato come sono fatti gli atomi portando alla scoperta teorie sempre più raffinate, a partire dalla meccanica quantistica. La luce, principale strumento di osservazione della realtà, accompagna da sempre il sapere, aiutandoci a vedere e a comprendere meglio l’universo, fondamentale nella vita del nostro pianeta, ci permette di vedere indietro nel tempo profondo fino alle origini del cosmo. La luce del sole è la maggior fonte di energia che illumina e riscalda tutti senza eccezione. Più praticamente: viaggiano con la luce internet, telefonia, smartphone. La luce pervade l’intera esistenza umana sotto gli aspetti più diversi: dalla conoscenza dell’universo alla natura, dall’arte alla poesia. Se infinite sono le possibilità della luce, molte anche le speculazioni. La luce non la si vede, essa fa vedere il tangibile e l’intangibile. Per molti artisti la luce diventa materia da plasmare: per esempio, in Michelangelo Merisi detto il Caravaggio (Milano 1571– Porto Ercole 1610), la luce ha una funzione costruttiva e una funzione simbolica: essa  fa emergere i corpi da un fondo indefinito, rendendoli tangibili e rivelandone la spiritualità. Ai giorni nostri diversi artisti utilizzano la luce come elemento espressivo e costruttivo, come l’americano Dan Flavin (New York 1933-1996) che attraverso la luce del neon, definita mistica, esprime i sentimenti e il subconscio; oppure Mario Nanni per il quale la luce diventa parola che spiega e dà forma all’intangibile attraverso giochi di luci e ombre. La luce è spesso associata alla scoperta della verità, alla rivelazione di un mistero, alla bellezza del mondo. Platone infatti, nel mito della caverna, associa la luce all’idea del bene, del bello, della conoscenza. Alda Merini dice che: “la  bellezza non è che il disvelamento di una tenebra caduta e della luce che ne è venuta fuori”. Molte sono le speculazioni mistiche e religiose: la prima creatura di Dio fu la Luce, tutte le altre dipendono da essa, e ne ricevono un senso di felicità. In tutte le religioni ci sono riti e celebrazioni legate alla luce, quella cristiana (introdotta certamente per sostituire festività pagane preesistenti), è chiamata Candelora simbolo di Cristo luce della gente. Ci sono fonti luminose che partendo da un mondo materiale illuminano la mente ed il cuore, come la luce dello spirito, che essendo rivolta  all’altro da sé, è associata all’amore universale.

Ma veniamo a noi. La poesia è portatrice di luce. La luce della poesia va a svelare i segreti dell’anima. La poesia è folgorazione: accendendo lampi e fiammelle, illuminando la realtà, captando la luce che c’è nel mondo, descrive aspetti forse noti, ma visti da una diversa angolazione. La luce che sprigiona la poesia, quel bagliore vitale che alimenta l’esistenza, dovrebbe avere un ruolo fondamentale nella vita di tutti i giorni. La parola poetica è essenziale per vedere, per vedersi, per comprendersi, per dare uno sguardo profondo sul tessuto sociale. Mario Luzi  dice in un’intervista: “la poesia è stata la ragione della mia vita […] mi ha tormentato, illuminato e sostenuto”. Come non ricordare la poesia di Giuseppe Ungaretti: “M’illumino d’immenso”: la luce che sprigiona questa poesia, è quel bagliore vitale che alimenta l’esistenza, che illumina la mente! La luce della poesia può indicare la via d’uscita, la strada da percorrere, trovare soluzioni. Una poesia può illuminare la nostra giornata ed essere luce nei momenti di sconforto. Dice Poul Crudel: “La vita è una grande avventura verso la luce”. Ecco perché si ha assoluto bisogno di tanta, tanta Poesia!

Luigi Giurdanella  Da: "I POETI DELL'ARIETE NEWS" n°110 - Febbraio 2015




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