Una terribile pagina della Storia

La Chiesa Cattolica del Ruanda ha chiesto  pubblicamente scusa per il ruolo svolto nel genocidio del 1994, dove quasi un milione di persone vennero brutalmente uccise. “Chiediamo scusa per tutti gli errori commessi. Siamo costernati dal fatto che appartenenti alla chiesa abbiano violato il proprio giuramento con Dio”, recita un comunicato dei vescovi ruandesi.

Nel documento si ammette che elementi della chiesa hanno pianificato, aiutato e posto in essere il genocidio, nel quale oltre 800.000 persone di etnia Tutsi e alcuni moderati Hutu vennero massacrati dagli estremisti Hutu. Molte delle vittime vennero uccise nelle chiese dove avevano trovato rifugio, con la complicità di alcuni preti. Come Athanase Seromba, presbitero della chiesa cattolica, condannato all’ergastolo dal Tribunale Criminale Internazionale per il Ruanda.
Diversi sacerdoti cattolici sono stati incriminati da tribunali internazionali per i crimini commessi durante il genocidio, ma la chiesa del Ruanda non aveva riconosciuto finora il suo ruolo formale nel genocidio, avendo sempre sostenuto che i colpevoli dei reati avessero agito singolarmente.
Un prete cattolico ruandese, Athanase Seromba, è stato condannato dal Tribunale penale internazionale per il Ruanda nel 2006, accusato di favoreggiamento dello sterminio. È stato condannato a 15 anni di reclusione.
Un altro sacerdote ruandese, Venceslao Munyeshyaka, è stato condannato all'ergastolo da un tribunale militare ruandese nel 2006 per il suo presunto coinvolgimento nel genocidio, ma è attualmente sacerdote in Francia dopo che i magistrati francesi si sono rifiutati di proseguire il processo contro di lui.
Nella dichiarazione, i vescovi cattolici si sono scusati per "tutti gli errori che la Chiesa ha commesso" e hanno anche espresso rammarico "a nome di tutti i cristiani per tutte le forme di torti che abbiamo compiuto."
La conferenza episcopale ha riconosciuto che i membri della Chiesa sono stati coinvolti nella progettazione e nell'esecuzione del genocidio.
"Chiediamo perdono per il reato di odio nel paese fino al punto di arrivare odiare anche i nostri compagni a causa della loro appartenenza etnica. Non abbiamo dimostrato di essere una famiglia, ci siamo uccisi a vicenda", si legge.
La dichiarazione è arrivata in coincidenza con la conclusione del Giubileo della Misericordia, voluto da papa Francesco. 
La ministra degli Esteri del Ruanda, Louise Mushikiwabo, ha riconosciuto le scuse su Twitter con il messaggio: "La Chiesa cattolica del #Rwanda si scusa per ruolo nel genocidio del 1994, 22 anni dopo! Io dico: meglio tardi che mai!". 
Notizie tratte da:
Ruanda oggi

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post inserito il 10/12/2016
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