Manu Invisibile raggiunge il Museo Archeologico di Cagliari
qui di seguito il comunicato stampa del Museo pervenuto via mail ad Arpa eolica
Museo Archeologico Nazionale di Cagliari |
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Le opere commissionate al writer Manu Invisible |
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Manu Invisible, processato, assolto e ora riconosciuto come artista dal Museo Archeologico Nazionale di Cagliari.
Venerdì 14 Dicembre 2018 è stata portata a termine l'opera "Sguardi" in memoria dell'identità Sarda, all'interno dell'aula conferenze del Museo Archeologico Nazionale di Cagliari.
Una seconda opera è stata commissionata a Manu Invisible all'ingresso del Museo, nel cortile interno, l'opera dal titolo "Appartenenza" rende omaggio alle dee madri della Sardegna, simbolo di abbondanza e fertilità e che hanno un valore inestimabile, in termini economici ma sopratutto identitari.
Gli interventi sono stati realizzati in prossimità dell'inaugurazione della mostra "Donna o Dea" (visitabile fino al 12 Maggio), che fa chiarezza appunto sulla centralità della donna in epoca Prenuragica e non solo.
Il writer è conosciuto per le numerose opere commissionate da clienti pubblici e privati, ma sopratutto per le sue "parole immediate" che affiorano nelle strade a scorrimento veloce in diverse parti d'Italia (Milano, Modena, Lodi, Cologno Monzese, Assago, Cagliari), ma anche Londra, Bristol, Srebrenica e Saumur nel resto d'Europa.
Immagine 1
"Sguardi" Spray e pittura lavabile su muro 4 x 3 m
Immagine 2 "Appartenenza" Spray e pittura silossanica su muro 8 x 4 m
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Intervista a Manu
Invisibile
Post inserito il 19/12/2018
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Non ho mai conosciuto Manu e non conosco le motivazioni che hanno spinto aescluderlo dal museo. Le sue opere ho avuto modo di conoscerle e mi sembrano veramente uniche ed affascinanti.
RispondiEliminaciao Luisa, una precisazione, Manu Invisibile non è stato escluso dal Museo, anzi il Museo archeologico di Cagliari gli ha commissionato queste due opere che come decorazioni sono inserite nel Museo: una in una scala esterna e una in una sala. Mi scuso se il colore pallido del comunicato magari impedisce una ben chiara lettura.
Eliminabellissimo, contraddittorio e inquietante. questi idoli dedicati alla Dea Madre in realtà poco o nulla avevano a che fare con la donna e la sua realtà/identità. nella preistoria, ma ancora oggi per degli inestirpabili luoghi comuni, la donna era 'fattrice di popoli' come la mucca produceva vitelli e la pecora agnelli, la donna produceva soldati, contadini e artigiani, questa constatazione ha scatenato negli esseri umani di genere maschile la più grande, sottovalutata, e frenetica determinazione a possedere quante più donne possibile. le narrazioni sul mito delle amazzoni e il ratto delle sabine conservano quella memoria. anche nei Dieci Comandamenti il 'non desiderare la donna d'altri' viene subito dopo il 'non desiderare la roba d'altri' quello che per secoli ci è stato descritto come un provvedimento per difendere le unioni consacrate, in realtà nulla aveva a che vedere con la sacralità del matrimonio. l'assunzione di uno schiavo avveniva per atto pubblico in presenza di un magistrato ed anche il matrimonio che era un istituto simile anche se di differente livello veniva suggellato in presenza di un magistrato e/o della comunità. Artemide Efesia affetta da una impressionante polimastia garantiva la fecondità delle donne fattrici, domestiche che avrebbero generato popoli.
RispondiEliminati ringrazio per l'intervento
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