L’ultimo giorno del ’68 alla Bussola di Focette


La contestazione al lusso e all’ostentazione della ricchezza che il movimento del ’68 aveva praticato con le uova in piazza della Scala il 7 dicembre  venne ripetuta il 31 dicembre ’68 alla Bussola di Focette (in Versilia), ma ebbe un epilogo tragico.
 La Versilia è sempre uno dei luoghi preferiti dalla media borghesia per trascorrere periodi di vacanze o festeggiare ricorrenze e La Bussola,  in quegli anni, era il locale alla moda, il più esclusivo.  Partecipare al cenone e assistere allo spettacolo costava 36.000 lire dell’epoca, valeva a dire l’intero stipendio mensile di un operaio.
Nelle intenzioni dei manifestanti c’era il lancio di frutta e verdura verso le persone che entravano nel locale,
Quanti erano i manifestanti? Trecento giovani più o meno che protestano su un lungomare largo e desolato, come può esserlo un lungomare alla fine di dicembre. I malcapitati avventori cominciano ad affluire e i dimostranti lanciano slogan e qualche ortaggio. “I bambini del Biafra vi augurano buon anno”…
 La dura risposta delle forze dell’ordine presenti contribuì a provocare scontri violenti. Colpi di arma da fuoco furono esplosi dai carabinieri e a farne le spese fu il giovanissimo Soriano Ceccanti, di appena 16 anni, ferito gravemente da una pallottola che ne provocò la paralisi.
Soriano Ceccanti, negli anni seguenti, divenne  un campione di scherma. Partecipò alle paraolimpiadi di Seoul, di Barcellona, di Atlanta, di Sidney, conquistando una medaglia d’oro, 4 medaglie d’argento e 5 di bronzo.
Di quella notte, alla Bussola, Soriano racconta, tra l’altro, “…Noi eravamo lì per una protesta pacifica, contestavamo le sovrastrutture della società, le apparenze, la società borghese ed il benessere, di cui La Bussola era un esempio. A un certo punto, attaccati, cominciamo a difenderci. La polizia allora reagisce e spara.”
Posti realizzato con foto e stralci da
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Post inserito il 30/12/2018

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4 commenti:

  1. Caro Francesco, purtroppo questi ricordi ci fanno capire che le cose non sono cambiate.
    Come vediamo pure oggi succedono cose molto spiacevoli.
    Ciao e buona domenica con un forte abbraccio eun sorriso:-)
    Tomaso

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  2. Tali contestazioni, seppur valide ed ammirevoli, non li condividevo allora come adesso. Perché i violenti hanno sempre il sopravvento fisico e producono vittime tra i martiri. La contestazione culturale invece, pur avendo il percorso più lungo, riesce a ridicolizzare gli sperperi e la stupidità della vanità borghese.

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    1. purtroppo i fatti della storia avvengono indipendentemente dalla nostra condivisione o non condivisione; la storia presenta degli incroci dove convergono più elementi, se gli elementi sono tanti si possono produrre delle vere e proprie deflagrazioni. Condivido la necessità del percorso culturale di cui parli, e speriamo che il percorso del tempo renda gli uomini più maturi e possa si evitare la violenza. Comunque quel giorno il Ceccanti portava qualche pomodoro da lanciare e ricevette un colpo di pistola, i due strumenti erano diversi.

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