PAOLO ROSSI, e perché il‘68 fu antifascista


Il 27 aprile 1966, moriva Paolo Rossi -  Il giorno prima, 26 aprile 1966, lo stesso Rossi, all’epoca diciannovenne iscritto all’associazione studentesca universitaria di sinistra dell’UGI ( Unione Goliardica Italiana), era stato colpito allo stomaco durante un attacco neofascista presso le scalinate della facoltà di Lettere della Sapienza.
Quel colpo fece precipitare il giovane che, dopo un volo di cinque metri, si schiantò al suolo e morì per le ferite riportate.

Subito dopo il fatto sia il rettore della medesima università romana,Giuseppe Ugo Papi: noto appartenente al decaduto partito fascista, sia le forze dell’ordine parlarono di una semplice “rissa tra studenti.
La situazione, però, divenne subito ben chiara grazie alle numerose testimonianze delle persone presenti e lo stesso Papi, ad inizio maggio, fu costretto a rassegnare le dimissioni dal ruolo di rettore. Numerose facoltà della più importante università di Roma, appena si sparse la notizia di quella assurda morte, vennero occupate e gli scontri con la polizia e i neofascisti diventarono quotidiani.
Solamente nel 1968,  il tribunale di Roma ammise che la morte di Paolo Rossi era da considerarsi un vero e proprio ” omicidio preterintenzionale contro ignoti“. Ricordiamo che fra gli aggressori vi era anche Stefano Delle Chiaie noto estremista di destra che, negli anni seguenti, sarà più volte citato in numerose situazioni di tensione: dalla Battaglia di Valle Giulia a Roma fino alla strage di Piazza Fontana a Milano.

Qualche considerazione su quella pagina di storia.
La morte di Paolo Rossi del 1966 segnò l’inizio di quello che negli anni a venire sarebbe stato uno scontro continuo. Il vasto movimento studentesco del ’68 si caratterizzava come un movimento complessivo di opposizione alla società capitalista e consumista in tutti i suoi aspetti; ma le azioni di disturbo che spesso portarono avanti i gruppi neofascisti riuscirono a far rappresentare nell’opinione pubblica il movimento come una lotta tra bande estremiste.  Diventava preponderante tra i mass media la posizione  che indicava la necessità di bandire e fermare gli opposti estremismi. In qualche modo quelle azioni neofasciste impedirono al movimento di espandersi e di coinvolgere altre componenti sociali. (fr.z.)

Post inserito il 27/04/2019
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