LABORATORIO DI
HAIKU
martedì 7
febbraio ore 18
presso Biblioteca
di via
Valvassori Peroni 56 Milano
Un singolare laboratorio di “haiku” condotto
dai poeti Alberto Figliolia, Çlirim Muça e Silvana Ceruti, una
pedagogista che da 23 anni, come volontaria, guida con successo i detenuti del
carcere di Opera in varie esperienze letterarie. “Che cos’è un ‘haiku’?
Un
universo poetico in 17 sillabe, la magia di un’esplorazione del mondo
circostante e della natura – ben visibile anche in una città metropolitana –
mediante tre versi ”, spiegano Silvana Ceruti e Alberto Figliolia. “Nato nel
Giappone del XVII secolo, lo ‘haiku’ è una poesia semplice, sobria, essenziale,
una sorta di manifesto del qui e ora, e nel contempo un’immersione nel fiume di
sentimenti che ci popolano, un’osservazione profonda e mai banale, un viaggio
stupito nella bellezza che governa i ritmi della Terra. Del resto l’infinita
luce può raccogliersi nel calice di un piccolo fiore, il cui sbocciare è sempre
una meraviglia. Questo potrebbe essere un ‘haiku’ e tanto altro. Il
laboratorio, rivolto anche ai bambini, fantastici artefici, racconterà genesi e
sviluppi di questo genere poetico e nella seconda parte consentirà di lavorare
con la propria creatività traendo dall’interno di sé versi anche inaspettati”.
Le prime due immagini qui inserite non fanno parte
dell’invito e sono state tratte da internet da
post
inserito il 03/02/2017
buongiorno.
RispondiEliminavedo la vostra spiegazione della "struttura dell'haiku" e vorrei dirvi che non è propriamente corretta. la lingua giapponese non usa sillabe,inoltre gli haiku si componevano strutturandoli in MORE che si basano sulla fonologia quindi sulla durata delle sillabe in base alla loro composizione. un po' difficile da spiegare ...
in ogni non si tratta di sillabe come intendiamo nella nostra lingua. ogni lingua ha una fonologia differente quindi troviamo sillabe nono - bi o trimoraiche . su questo concetto si dovrebbe basare il componimento haiku 5/7/5.
Grazie per il commento
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