L'arte e la politica

di Paolo Falconi
Il lato oscuro dell'Arte è la rappresentazione del falso a scopi di legittimare il potere e piegare le resistenze e l’avversione nei confronti di chi intende imporre la propria visione del Mondo.
Sembra che tutto ebbe inizio proprio a Roma, quaranta anni prima della nascita di Cristo. Nell'Urbe si opponevano due fazioni: la Repubblicana e la Monarchica. Gli appartenenti alle due fazioni erano riconoscibili per il diverso abbigliamento, quasi una divisa che non permetteva alcuna terra di mezzo, o si apparteneva ad una parte o all’altra. La fazione monarchica vestiva in modo eccentrico, sgargiante, orientale; quella repubblicana era più austera, elegante tradizionale. Erano due modi diversi di concepire il potere.
La Repubblicana, imponeva un’ Oligarchia, poche famiglie ricche e potenti governavano l’Urbe. La Monarchica s' ispirava ai poteri assoluti orientali e ne condivideva le impostazioni : un solo uomo al timone dello Stato, quasi una divinità assoluta che esercitava le sue funzioni senza limiti e vincoli posti dalle grandi famiglie. Entrambi si contendevano il consenso del Popolo, destinato comunque a subire l'una o l'altra visione politica.
 Lo scontro era inevitabile e non consentiva dialogo e compromessi. Roma conobbe una crisi mai vissuta fino ad allora, la guerra  civile minò profondamente la saldezza del potere politico, economico, militare dell’Urbe.

Un uomo cambiò tutto questo e trovò nell’arte il miglior mezzo  per generare consenso, e risolvere lo stallo politico che avrebbe portato alla rovina Roma. Ottaviano Cesare Augusto incominciò un’opera di persuasione sul Popolo e su i suoi avversari, i repubblicani, ossia le famiglie più potenti di Roma. La prima raffigurazione di Ottaviano giovane, con molti capelli ricorda Alessandro Magno, l’uomo che più ha incarnato il potere assoluto nel tempo classico ellenista, periodo a cui i romani amavano confrontarsi e rappresentarsi, parametro  di riferimento  al loro modo di concepire il Mondo.

Le rappresentazioni successive di Cesare Augusto, diffuse in ogni angolo delle provincie romane sono più austere, di un potere conservatore: i capelli sono più corti, il viso ha espressione matura e responsabile, di chi esercita il potere non nel suo esclusivo interesse ma in quello della Res Pubblica. Lo stesso viso appare raffigurato non solo in statue riprodotte "industrialmente", in serie, ma anche sulle monete. L’obiettivo è solo politico: far conoscere chi comanda e rassicurare tutti  i sudditi infondendo un senso di stabilità e di continuazione nel tempo.

La statua che maggiormente rappresentò Cesare Augusto è un vero capolavoro di persuasione e di falsità in quanto rappresentava tutto l’opposto della  realtà del personaggio storico. L’immagine di un generale senza la spada, che esprime un gesto d' imperio con il quale richiede  il silenzio, l'attenzione della platea,  sembra promettere pace, stabilità e prosperità. Il volto è sereno e non esprime durezza verso gli avversari, sebbene fossero particolarmente attivi nel contrastarlo, consapevoli degli effetti  deleteri  della lorograduale emarginazione dal potere di Roma. Ottaviano è rappresentato scalzo, quindi  si pone come un servitore umile alla causa di Roma, alle istanze del suo Popolo e dei più indifesi, simbolicamente richiamati dall’immagine del bimbo che si aggrappa fiducioso alla sua veste (tradizionalmente il putto rappresenta Eros, figlio di Venere, di cui la gente Julia ne vantava la discendenza ... ma la raffigurazione del bimbetto immediatamente suscita un senso di tenerezza ed è di per se rassicurante, se la paragoniamo  a quanto di evocativo sia il semplice nome di Erode ... in termini di potere spregiudicato).

In realtà non solo Augusto apparteneva ad una famiglia molto ricca ed influente, tutta protesa ad assicurarsi il primato al potere, ma intraprese una lenta opera di affievolimento dei poteri degli oppositori, con abilità, astuzia e spietata determinazione, tutt’altro di quanto si volesse rappresentare con la sua rassicurante immagine.
 La Pax romana Augustea, attirò il consenso del Popolo ma inaugurò anche una tirannia che durò per ancora quattro secoli e mezzo.

Molti dittatori e poteri forti in seguito e nell’era moderna, si rifecero alla tradizione romana di utilizzare l’arte  come veicolo per imporre la propria politica, influenzando il Popolo con rappresentazioni che finivano per impressionarlo emotivamente, e con il solo obiettivo di allontanarlo  dalla verità seguendo propri scopi.
Arpa eolica ringrazia l'autore - il blog di Palo Falconi è 

1 commento:

  1. L'avevo visto da Paolo Falconi. Hai fatto molto bene a riproporlo qui. Sono tornata da Paolo e i tuoi commenti sono altrettanto arguti e brillanti. Bravi tutti e due.

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