Le disgrazie di tutti entrano in casa di tutti

 

Le disgrazie di tutti entrano in casa di tutti

non serve sprangare la porta d’ingresso per non farle passare

balzano oltre il muro di cinta avide e furbe a scovare

persino chi per paura si è rintanato nel letto.


E’ Solone che parla di Atene,  ma le sue parole sono estendibili ad ogni paese del mondo dove la corruzione ha preso le redini del potere: nessuno riesce a fuggire il malessere sociale.

 Qui di seguito riportiamo l’intero brano (Tratto da: Lirici Greci – Bompiani 1991 - Solone – traduzione di Roberto Roversi)

E’ vero che la nostra città non morirà mai

perché così vuole Zeus e così vogliono tutti gli dei –

Pallade Atena nobile figlia di un padre potente

la custodisce la veglia la tiene difesa fra le sue mani.

Però sono loro i cittadini impazziti per la fame dell’oro

a distruggere pietra su pietra la forza della città

e quelli che governano il popolo con in cuore grande malizia

anche se presto pagheranno uno per uno i loro delitti

ormai senza più limiti dentro una fonda arroganza

perché arraffano ammassano e non si contentano più –

 

Si fanno ricchi con le truffe e i raggiri dato che sono sicuri –

rubano nelle case nei templi non risparmiano niente

buttando alle spalle i sacrosanti insegnamenti di Dike (1);

essa in silenzio osserva le cose di oggi e di ieri

poi avrà modo di tirare le fila e di esigere il conto.

 

Così la città intera è in preda di un terribile male

perde la libertà diventa una serva volgare

aizza le fazioni risveglia una violenza repressa

porta a morire di spada il fiore dei giovani cuori.

Per causa di queste carogne una città tanto ospitale

degrada in conventicole dove trionfano i ladri –

tali disgrazie affannose imperversano in mezzo alla gente

mentre in catene molti poveri sono venduti lontano.

 

Le disgrazie di tutti entrano in casa di tutti

non serve sprangare la porta d’ingresso per non farle passare

balzano oltre il muro di cinta avide e furbe a scovare

persino chi per paura si è rintanato nel letto.

 

Questo sento l’obbligo di ripetere ai miei ateniesi:

che il cattivo governo castiga con mali e mali l’intera città

mentre un governo giusto riesce a ordinare ogni cosa

e con le pene impedisce ai disonesti di agire

quello che eccede placa, rimuove prepotenza e violenza

i semi delle disgrazie secca prima che mettano fiore

riordina i propositi iniqui e le azioni troppo superbe

provvede a stroncare gli atti rivolti contro la legge

rimuove per sempre le occasioni che portano alla guerra

vuole che sotto di lui prevalgano ragione e saggezza di uomini.

 

1 Dike – dea della giustizia – figlia di Zeus e di Temi.

 

Solone – poeta – filosofo e politico ateniese

si può trovare una dettagliata pagina su wikipedia

https://it.wikipedia.org/wiki/Solone


post inserito il 20/04/2021

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