COMUNQUE UNA TRAGEDIA

La vicenda della strage della redazione di Charlie Hebdo si è conclusa con la morte dei tre terroristi. Se si considerano i 12 morti della strage, la vigilessa uccisa nelle vicinanze, i 4 ostaggi uccisi nel supermercato e gli stessi terroristi, la conta sale a venti: una tragedia dove la grande vincitrice è la morte.
C’è chi pensa di conoscere paradisi dopo la morte, c’è chi pensa che l’eredità lasciata all’umanità possa realizzare una laica immortalità, al momento con certezza la morte segna l’uguaglianza tra gli uomini. Dalla consapevolezza di questa uguaglianza dovremmo avere cura di ogni parola per capire e capirci.
 10/01/15 

La Morte sul Cavallo Bianco, di Gustave Dorè,  ispirato dal passo 6:8 dell'Apocalisse di Giovanni

2 commenti:

  1. Che affascinante la tavola del Doré. Mi ricorda la Domenica del Corriere.
    Si, è proprio insensato lasciare che la morte si prenda la vita grazie alle lotte tra di noi. Eppure le guerre sono iniziate sin dall'alba dei tempi e, in misura diversa esistono anche fra ognuno di noi, piccoli screzi, tensioni, offese che, sì, non portano morte, ma portano comunque sofferenza.
    Non credo che l'uomo sia in grado di eliminare le guerre. Se poi la morte è il passaggio obbligato per raggiungere il paradiso, allora si capisce come dei giovani si possano buttare tra le sue braccia senza un pensiero, o almeno credo.

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    1. Forse l'uomo eliminerà la guerra se scopre la forza della parola, ma dico forse perché sono passati più di 10 mila anni di storia, e la parola oggi è usata come le tante pietre da scagliarsi addosso.

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