50 anni fa l’inizio del ’68 -
Il 5 gennaio 1968 venne eletto segretario
generale del Partito comunista cecoslovacco Alexander Dubček fu l’avvio
del cosiddetto "nuovo corso", una strategia politica volta a
introdurre elementi di democrazia in tutti i settori della società, fermo
restando il ruolo dominante del partito unico.
Il consenso popolare ottenuto dall'azione
riformatrice di Dubček suscitò ben presto la reazione di Mosca e
degli altri regimi comunisti est-europei, che, infine, si risolsero a porre
fine all'eterodossa esperienza praghese ordinando, nell'agosto del 1968,
l'intervento delle truppe del Patto di Varsavia.
In
conseguenza dell'intervento, egli fu arrestato dalle forze speciali a seguito
delle truppe d'occupazione sovietica e trasportato assieme ai suoi principali
collaboratori e ai più eminenti rappresentanti del nuovo corso a Mosca, dove fu
costretto a siglare un protocollo d'intesa con il Cremlino che vincolava il suo
ritorno alla guida del Partito con la "normalizzazione" della
situazione politica nel paese. Nonostante questo, l'opposizione popolare al
regime d'occupazione consentì a Dubček di mantenere una certa autonomia dal
Cremlino, tanto che in seguito ai suoi tentennamenti di fronte alle proteste
anti-sovietiche della primavera successiva, egli venne rimosso dal suo incarico
e, dopo aver prestato servizio come ambasciatore in Turchia (1969-1970), venne espulso dal PCC nel 1970. Quell'anno tornò in Slovacchia, dove trovò impiego
come manovale in un'azienda forestale.
Tornò alla vita pubblica nel 1988 quando il
regime gli concesse di viaggiare in Italia per
ricevere una laurea honoris causa a Bologna. Acclamato durante la rivoluzione di velluto, dopo la caduta del regime comunista Dubček fu riabilitato
ed eletto presidente del Parlamento federale cecoslovacco. In questa veste si
batté, come il capo di Stato ceco Václav Havel, contro la
divisione della Cecoslovacchia e compì l'ultimo suo atto politico, rifiutandosi
di firmare la legge di "lustrazione" (legge 451/1991) sull'epurazione
rivolta indifferentemente a tutte le persone compromesse con il precedente
regime, nel timore che essa avrebbe creato nel paese un pericoloso clima di
vendetta e colpito l'ala dissidente del Partito comunista repressa dopo il
1968, che recentemente si era riorganizzata nella formazione politica Obroda
(Rinascita). Morì poco tempo dopo, il 7 novembre 1992, per le ferite riportate
in un incidente autostradale.
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Quel periodo della Storia chiamato ‘68
post inserito il 04/01/2018
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