HITLER contro PICASSO e gli altri
L’ossessione nazista per l’arte
Replica solo il 17 APRILE 2018 al cinema
Con la partecipazione straordinaria di Toni Servillo
In due modi il nazismo mise le mani sull’arte:
tentando di distruggere ogni traccia delle opere classificate come ‘degenerate’
e attuando in tutta Europa un sistematico saccheggio di arte antica e moderna.
Il documentario ci guida
per la prima volta alla scoperta del Dossier Gurlitt, di rari materiali
d’archivio, dei tesori segreti del Führer e di Goering.
Con
la colonna sonora originale di Remo Anzovino.
Diretto
da Claudio Poli su soggetto di Didi Gnocchi
sceneggiatura
di Sabina Fedeli e Arianna Marelli.
Si calcola che le opere sequestrate nei
Musei tedeschi siano state oltre 16.000 e oltre 5 milioni in tutta Europa. Tra
gli artisti all’indice Max Beckmann, Paul Klee, Oskar Kokoschka, Otto
Dix, Marc Chagall, El Lissitzky. Sui muri le frasi di commento:
“Incompetenti e ciarlatani”, “Un insulto agli eroi tedeschi della Grande
Guerra”, “Decadenza sfruttata per scopi letterari e commerciali”. La mostra
sull’”arte degenerata” fu portata in tour come esempio in 12 città tra Austria
e Germania e la visitarono circa 2 milioni di persone.
Il documentario ci guida tra Parigi, New
York, l’Olanda e la Germania raccogliendo testimonianze dirette sulle storie che
prendono il via da quattro grandi esposizioni che in questi
ultimi mesi hanno fatto il punto sull’arte trafugata, tra protagonisti
di quegli anni, ultime restituzioni e preziosi materiali d’archivio.
Si parte da “21 rue La Boétie”, la
mostra parigina nata dalla volontà di esporre parte di un prezioso patrimonio
recuperato, la collezione di Paul Rosenberg, uno dei più grandi
collezionisti e mercanti d’arte di inizio ‘900, con quadri da Picasso a
Matisse; e si passa a “Looted Art”, alla mostra di Deventer,
in Olanda, che espone i quadri provenienti dai depositi statali olandesi e
dalle collezioni razziate dai nazisti; si esplora poi “Dossier Gurlitt”,
la doppia esposizione di Berna e Bonn che per la prima volta espone la
collezione segreta di Cornelius Gurlitt, figlio di uno dei collezionisti e
mercanti d’arte che collaborarono coi nazisti, fermato per caso dalla polizia
doganale su un treno per Monaco nel 2010. Tra le tele della collezione
trafugata capolavori di Chagall, Monet, Picasso e Matisse.
Tra i protagonisti del film anche Simon
Goodman (che in scatoloni pieni di vecchie carte e documenti ha
scoperto la storia della sua famiglia e della sua magnifica collezione d’arte,
che comprendeva opere di Degas, Renoir, Botticelli, nonché il cinquecentesco
“Orologio di Orfeo”. Larga parte della collezione era finita nelle mani di
Hitler e Goering), Edgar Feuchtwanger (che nel 1929 fu il
vicino di casa di Adolph Hitler, qualche anno prima che suo padre fosse
deportato a Dachau, mentre dalla loro casa venivano sottratti mobili e libri
preziosi) e Tom Selldorff (che è riuscito a recuperare
quattordici opere appartenute alla sua famiglia cui furono sottratte negli anni
’30).
All’interno di Hitler contro Picasso e gli
altri. L’ossessione nazista per l’arte troveranno inoltre spazio gli autorevoli
interventi di Pierre Assouline, giornalista e scrittore, Jean-Marc
Dreyfus, storico e autore del libro Il Catalogo di Goering, , Timothy
Garton Ash, storico, Berthold Hinz, storico
dell’arte, Meike Hoffmann, esperta di arte degenerata e della
vicenda Gurlitt, autrice principale
della biografia di Hildebrand Gurlitt Il mercante d’arte di Hitler, Eva
Kleeman e Daaf Ledeboer, storici dell’arte e ideatori della mostra Looted
Art di Deventer, Markus Krischer, giornalista di Focus che
ha seguito l’inchiesta su Cornelius
Gurlitt, Agnieszka Lulińska, storica dell’arte e
co-curatrice della mostra su Gurlitt a Bonn, Bernhard Maaz,
direttore generale delle Bayerische Gemäldesammlungen, Christopher A.
Marinello, mediatore nel recupero di opere d’arte, Art Recovery
International, Inge Reist, direttrice del Frick Collection’s Center
for the History of Collecting presso la Frick Art Reference Library, New York, Elizabeth
Royer, gallerista parigina, esperta di restituzioni, Marei e
Charlene von Saher, eredi del gallerista Jacques Goudstikker, Cynthia
Saltzmann, storica dell’arte e autrice del libro Ritratto del
dottor Gachet. Storia e avventure del capolavoro di Van Gogh,Tom
Selldorff, erede, Christina Thomson, storica dell’arte e
co-curatrice della mostra su Rudolph Belling, Anne Webber,
cofondatrice e condirettrice Commition for Looted Art in Europe, Rein
Wolfs, a guida della Bundeskunsthalle di Bonn e co-curatore della mostra su
Gurlitt a Bonn, Nina Zimmer, direttrice del Kunstmuseum Bern –
Zentrum Paul Klee e co-curatrice della mostra su Gurlitt a Berna.
Altri
appunti apparsi sulla stampa dal 2013 su
ARTE e HITLER
Il museo
dell'Arte di Berna intende accogliere l'eredità del collezionista Cornelius
Gurlitt. Pare che trattasi di oltre 1.400 opere di artisti come Canaletto, Courbet, Picasso, Chagall, Matisse
e Toulouse-Lautrec e altri.
Il ritrovamento di queste opere
risale a una indagine per rinvenire il cosiddetto tesoro di Hitler avvenuto a Monaco
di Baviera nell’appartamento
del figlio del famoso gallerista di Hitler, Hildebrand Gurlit, ed erano nascoste nella soffitta del figlio Cornelius,
tra polvere e cianfrusaglie.
Subito dopo il ritrovamento,
Cornelius Gurlitt ha rivendicato con
forza il legittimo possesso delle opere. Qualche settimana fa, però, aveva
aperto agli eredi degli ebrei cui erano state trafugate, non escludendone la
cessione, almeno di una parte di esse. La magistratura tedesca ha sinora
stabilito che 458 opere custodite da Gurlitt sono state trafugate dai nazisti
agli ebrei.
Questo patrimonio artistico è stato denominato
il ''tesoro di Hitler'', ereditato e tenuto nascosto al mondo da Gurlitt,
figlio di Hildebrand, noto commerciante d'arte di Monaco vicino al regime
nazista.
Le opere hanno un valore di circa un miliardo ed erano rimaste per 50 anni nella soffitta di
Cornelius . Gli investigatori, che seguivano la pista di quello che veniva
chiamato il tesoro di Hitler dal
2011, recatisi nell ‘abitazione di Cornelius hanno
ritrivato la refurtiva, appartenuta per la maggior parte a famiglie ebree.
All’ interno di alcune pagine di diario appartenute a
diplomatici stranieri in servizio a Berlino, e pubblicate da Der Spiegel, si racconta di come i gerarchi
nazisti, Goering, Goebbels, Himmler,
durante e dopo la “notte dei cristalli“,
siano entrati con la forza all’ interno delle abitazioni degli ebrei e dei
dissidenti al regime e abbiano trafugato tutto quello che c’ era in
casa. I saccheggi avvenuti in terra tedesca, ma anche in Polonia, Francia,
Olanda, Belgio e in tutti gli altri territori occupati, andarono nel corso del
tempo a ingrossare il bottino di Hitler. Gli oggetti che incontravano il
gusto dei gerarchi venivano custoditi nelle banche svizzere, gli altri venivano
tenuti, venduti, o nascosti.
Dal testamento di Gurlitt, presentato dai
legali dopo la sua morte nel maggio scorso, è venuto fuori che l'ottuagenario
voleva lasciare la sua collezione al museo di Berna. La questione resta ancora
controversa perché la famiglia Gurlitt vuole ancora reclamare l’eredità e ne
chiede la restituzione e intende invalidare il testamento con una perizia
psichiatrica del defunto che dovrebbe provare che al momento del testamento il
signor Gurlit non era in grado di
intendere e volere. Ma c’è anche una questione rilevante sul piano della
tragica storia umana, molti di quei quadri furono razziati a seguito della
persecuzione di ebrei e dovrebbero essere restituiti agli eredi di quelle
famiglie perseguitate e massacrate.
Il 29 giugno 1937
Adolf Hitler, durante il pranzo, incaricò il suo ministro per la propaganda
Joseph Goebbels di organizzare una esposizione di «opere degenerate». Al colmo
della soddisfazione il suo delfino aveva scritto nel suo diario di avere
finalmente «il potere di requisire le opere (incriminate) da tutti i musei» del
Reich ….
gran parte, se non tutti dei dipinti
ritrovati facciano parte delle razzie compiute da Hitler, grazie anche a
Hildebrand Gurlitt.
Secondo la Werner il rapporto di un
esperto psichiatra, pagato dalla sua famiglia, documento che è stato reso noto
questa settimana, rimetterebbe in discussione la validità del testamento
lasciato da Cornelius, perché al momento della sua redazione, il signor Gurlitt
soffriva chiaramente ‘di ossessioni paranoiche’. Pertanto la famiglia richiede
‘la restituzione senza condizioni’ ai legittimi eredi delle opere in questione.
I soliti parenti serpenti…
Il
presidente della Fondazione svizzera ha oggi sottolineato che collaborerà con
gli inquirenti tedeschi, per restituire ai legittimi proprietari opere di cui
si dovesse scoprire che furono razziate dai nazisti.
La collezione trovata
Ci sono tutti gli
elementi per un film storico ambientato nel dopoguerra degli anni ’50. Un
mercante di opere d’arte, i nazisti che intendono togliere dalla circolazione
le ‘opere degenerate’, gli eredi del mercante che rivendicano i propri diritti
sulla collezione e il direttore di un museo… insomma un vero Monuments
Men.
Ma la storia è tutta ambientata ai
giorni nostri e ha come sfondo la città di Berna, in Svizzera. Il Museo
di Belle Arti di
Berna ha infatti annunciato che accetterà l’eredità del collezionista tedesco Cornelius Gurlitt, un ‘tesoro’ che
comprende circa 1200 opere di cui alcune rubate dai nazisti ad ebrei durante la
guerra. Si tratta di quadri, disegni e sculture di Canaletto, Courbet, Picasso,
Chagall, Matisse e Toulouse-Lautrec, opere di un incommensurabile valore i cui
proprietari ad oggi sono ignoti.
Figlio di un mercante d’arte
incaricato dai nazisti di confiscare tutte le opere ‘degenerate’ a quel tempo,
Cornelius è morto a maggio, nominando il museo svizzero erede universale. La
collezione, raccolta da suo padre Hildebrand, e scoperta dalla polizia tedesca
a Monaco nel 2012 in occasione di un’indagine per frode fiscale, è stata
stimata 1 miliardo di euro.
Il direttore della Fondazione del
Museo, Cristoph
Schaublin, ha rassicurato le autorità tedesche sulla sicura
collaborazione al fine di determinare le opere rubate o estorte, in vista della
restituzione ai loro legittimi proprietari. Il Congresso ebraico mondiale aveva
preavvisato il museo che qualora avessero accettato la collezione, questa
avrebbe procurato non poche rogne.
E così è. La famiglia Gurlit sembra
stia infatti complicando un po’ l’affaire. Una cugina di Cornelius ha reclamato
l’eredità dell’ottantenne al museo di Berna. Uta Werner, 86
anni, ha deciso di “far valere i suoi diritti sull’eredità del collezionista
d’arte Cornelius Gurlitt al tribunale di Monaco”.
Secondo la Werner il rapporto di un
esperto psichiatra, pagato dalla sua famiglia, documento che è stato reso noto
questa settimana, rimetterebbe in discussione la validità del testamento
lasciato da Cornelius, perché al momento della sua redazione, il signor Gurlitt
soffriva chiaramente ‘di ossessioni paranoiche’. Pertanto la famiglia richiede
‘la restituzione senza condizioni’ ai legittimi eredi delle opere in questione.
…
Il museo dell'Arte di Berna accoglierà l'eredità
del collezionista Cornelius Gurlitt, trovato in possesso di oltre 1.400
capolavori da Matisse a Picasso. Si tratta del ''tesoro di Hitler'', il controverso
patrimonio artistico ereditato e tenuto nascosto al mondo da Gurlitt, figlio di
Hildebrand, noto commerciante d'arte di Monaco vicino al regime nazista. Dal
testamento di Gurlitt, presentato dai legali dopo la sua morte nel maggio
scorso, è venuto fuori che l'ottuagenario voleva lasciare la sua collezione al
museo di Berna. Il presidente della Fondazione svizzera ha oggi sottolineato
che collaborerà con gli inquirenti tedeschi, per restituire ai legittimi
proprietari opere di cui si dovesse scoprire che furono razziate dai nazisti.
Post
inserito il 01/03/2018
Post molto interessante così come il documentario. Ricordo quando con un'associazione facemmo alcuni eventi ispirati a Paul Klee, trattai proprio la questione legata al sequestro di molte sue opere in quanto considerate anch'esse vera e propria "arte degenerata" Era così scomodo Klee che dovette rifugiarsi in Svizzera se non erro, per evitare i campi di concentramento in quanto accusato di essere ebreo. Accusa doppiamente assurda sia perché in primis nessuno può e deve essere perseguitato per ragioni di razza, sesso, religione, idee politiche, etc…, ma anche perché lui non era neanche ebreo. Documentario importantissimo, questo di cui scrivi nel tuo post, documentario che parla di un aspetto poco noto ma importantissimo relativo al nazismo proprio per capire ancora meglio l'orrore del nazismo stesso e quanto il libero pensiero e la cultura siano temuti ed osteggiati da ogni forma di governo autoritario.
RispondiEliminagrazie per questo contributo aggiuntivo su Paul Klee
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