Sino
all’8 gennaio 2017, i passeggeri degli
aerei che sorvoleranno la Sicilia Nord occidentale potranno ammirare,
soprattutto di notte, uno spettacolo davvero inusuale: una gigantesca richiesta
d’aiuto luminosa, un’imponente installazione costituita da 5 milioni di tappi
di plastica riciclati che formano la parola Help su una superficie di 1.500 mq
a Mozia, sull'Isola di San Pantaleo, nello Stagnone di fronte a Marsala
(Trapani).
Help, L’Età della plastica è l’ultima provocazione dell’artista Maria Cristina Finucci,
un’installazione creata per sensibilizzare l’opinione pubblica sull'inquinamento causato dai rifiuti di plastica nei mari e negli oceani.
Nel progetto dell’Arch.
Finucci non c’è soltanto denuncia, ma anche la volontà concreta di contribuire
ad impedire che il fenomeno del Garbage Patch continui ad implementarsi e a
distruggere l’ecosistema su cui la nostra civiltà si fonda.
Giorno dopo giorno, silenziosamente, si sta formando un nuovo
stato privo di abitanti, colorato, artificiale, terribilmente nocivo per
l’ambiente. Cresce nelle acque di tutti gli oceani e forse col passare del
tempo diventerà un continente. È un arcipelago fatto di tante isole, le
cosiddette Garbage Patch, le immense isole di plastica e spazzatura che
galleggiano negli oceani di tutto il globo. Una distesa sterminata e
frammentaria di plastica corrosa dal mare e disgregata nell’acqua a cui si
aggiunge il pulviscolo della microplastica. E così l’agenzia ambientale
governativa americana NOAA ha calcolato che queste isole probabilmente sono
arrivate ad occupare una superficie totale pari a circa 16 milioni di
chilometri quadrati. Sono ovunque, dal Nord al Sud Atlantico, dall’oriente
all’occidente e fino all’Oceano Indiano. La più grande, pari a circa 8 milioni
di chilometri quadrati, è nel Pacifico, grosso modo fra Cina, Giappone e coste
californiane degli Stati Uniti. Solo in questo oceano si calcolano, ad oggi,
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