Il Papa ha annunciato che intende
di studio sul diaconato femminile nella Chiesa. Il diaconato, infatti, è il primo grado
dell'ordine sacro, seguito dal sacerdozio e dall'episcopato.
I diaconi possono amministrare alcuni
sacramenti tra i quali il battesimo e il matrimonio e in alcuni paesi ci sono
intere regioni nelle quali sostituiscono ormai i sacerdoti nella guida delle
comunità parrocchiali. Certo non preti completi ma dei possibili coadiuvanti.
Certo sono secoli che la Chiesa
afferma che per il sacerdozio sono necessari attributi maschili. Vediamo come
Gioachino Belli parla di queste doti; e ne parla incidentalmente in un sonetto,
dove non affronta il problema del sacerdozio femminile, ma in qualche modo
affronta la cosiddetta natura necessaria per il sacerdozio.
Il Belli ironizza su una
pratica particolarmente trucida della sua epoca: dei ragazzini venivano resi
eunuchi per conservare una voce da soprano e venivano impiegati nei cori delle
chiese oltre che nei teatri mondani; nella cappella Sistina fino ala fine
dell’800 si conservò l’uso di cantanti
castrati.
Nel sonetto “Er zoprano” un compare (uomo) e una
comare (donna) parlottano tra loro, mentre ascoltano dei cantori dentro una
chiesa. Il compare dice che il cantante, con la voce di soprano, è un prete e
che in qualche modo non può essere completamente un castrato, perché ai
castrati in quei tempi veniva preclusa la possibilità di prendere gli ordini
sacerdotali. Quindi il compare conclude che ci deve essere un motivo: deve
avere ancora incartato qualcosa al suo borsellino oppure è interamente lui un
coglione. Dalle conclusioni degli ultimi
versi, è abbastanza evidente che le
norme canoniche di allora escludevano in maniera totale ogni ipotesi di
sacerdozio per chi non avesse gli attributi maschili; norme che sono rimaste le
stesse fino ad oggi.
Er zoprano
Vedi cuer Cazzabbúbbolo, commare,
che nnun c’è pporta uperta che cce capa,
e, ccor cappello in zur boccino, pare
un gigante co un fongo s’una rapa?
Cuello è un cappone senza quajottare:
cuello è un crastato con vosce de crapa;
cuello nun è ccommare né ccompare;
ma un mezzo maschio, un musico der Papa.
Eppuro è pprete; e cco cquer zu’ voscino
pò ddí mmessa, si ttiè ne li carzoni
du’ granelli incartati ar borzellino.
Perché dícheno tutti li Canóni
che Ccristo nun pò annà ssur pane e ’r vino
che a la vosce che vviè dda li cojjoni.
che nnun c’è pporta uperta che cce capa,
e, ccor cappello in zur boccino, pare
un gigante co un fongo s’una rapa?
Cuello è un cappone senza quajottare:
cuello è un crastato con vosce de crapa;
cuello nun è ccommare né ccompare;
ma un mezzo maschio, un musico der Papa.
Eppuro è pprete; e cco cquer zu’ voscino
pò ddí mmessa, si ttiè ne li carzoni
du’ granelli incartati ar borzellino.
Perché dícheno tutti li Canóni
che Ccristo nun pò annà ssur pane e ’r vino
che a la vosce che vviè dda li cojjoni.
Roma, 6 gennaio 1833
Immagine – 1 statua del Belli a Roma
2 antica foto di coristi da
post inserito il 19/06/16
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