Le estati della vita
Alcune furono così cariche di frutti
da piegare i rami
eppure noi non ne cogliemmo
e lasciammo che si infrangessero al suolo.
Talvolta invece cogliemmo
un frutto acerbo
e quasi non ne conoscemmo
il suo vero sapore.
Ce ne furono poi di succosi e profumati
come fiori,
altri aspri
come le sorbe.
Ci fu l’estate in cui afferrammo
una sola volta
quei frutti che vivono
brevissime stagioni
e quella di frutti
un po’ appassiti
che il gusto ricreava nel ricordo.
A volte sdegnammo i rami più bassi
per inerpicarci faticosamente
sulle cime di alberi….
La mia estate non torna più.
Ma io ora sono
tutte le mie estati
e nella memoria
dei rami sterili e spogli,
in colori ancor più vivi
sotto un altro sole,
quei frutti
tornano tutti insieme
a rinascere
in un unico raccolto:
sono la mia provvista perenne
per l’inverno.
Maria Luisa
Ferrantelli
immagine
I papaveri di Claude Monet, 1873. Olio su tela, 50x65 cm,
Parigi, Musée d'Orsay.
La
pagina di Arpa eolica dedicata a Maria Luisa Ferrantelli
Complimenti alla brava autrice.
RispondiEliminaUn caro saluto
Belli e nostalgici versi
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