AGONIA
DI UNA FATA E ALTRI SFACELI
è il libro della mia vita, il canto d’amore per
mia mamma mentre la vita sua si spegneva. Un grande Romanzo sull’amore materno,
e su un figlio che cerca di ricambiarlo.
Un grande Romanzo sull’amore
materno di
Nicola Pezzoli
Nicola Pezzoli
Un figlio trentaseienne, “scrittore fallito e sceneggiatore
mancato”, accudisce la madre malata nei suoi ultimi quattro mesi di vita. Una
storia d’amore e dedizione, tratta da uno struggente diario scritto con lacrime
e sangue nell’estate del 2003, la più calda e maledetta di sempre. Un romanzo
che non è soltanto intimo e poetico, ma diviene anche un lucido, impietoso
catalogo delle macerie di un mondo al collasso – intellettivo, climatico e
morale. Più di quattrocento pagine che riescono a emozionare, indignare,
commuovere, ma che rifuggono dai lamentosi cliché del pietismo ricattatorio e
della pornografia del dolore: ci si ritroverà anzi, più volte, a ridere di
gusto, con quel senso di spiazzante stupore dato dall’impossibilità di scorgere
netti confini fra le partiture comiche e quelle tragiche. Come sempre succede
allorquando ci si ritrova al cospetto di un vero scrittore.
Incipit
Poserò qui, come sopra un altare, le inadeguate parole del mio
amore per te. Poiché ultime a svanire saranno sempre loro: quelle dolci come
“mamma”, quelle orrende come “cancro”, quelle sbagliate come “oxiliplatino”.
Oxiliplatino era una bella parola intesa male: fantomatica nuova
chemio sperimentata in Francia cui sentii accennare una sola volta – per te era
comunque troppo tardi – e che mi riempì di emozione, perché il suono “oxili”
richiamava “ossigeno” e “ausilio”. Mentre “oxali” (scoprii per caso, molto più
avanti, che il termine giusto era “oxaliplatino”) mandava un tanfo
d’ossa marce e di tomba.
Una parola che non esiste per curare un male che non si può
curare: non riesco a immaginare disperazione più grande.
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Quattro soli a motore un altro libro di Nicola Pezzoli su Arpa eolica
Ti ringrazio dal più profondo del cuore, mio caro amico.
RispondiEliminaE ti ringrazia anche la mamma da lassù.
Ciao, e continua a scrivere, ricordo i tuoi Quattro soli a motore
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