isola,
isola
al nostro
approdo non c'era nessuno
e ci parve una gran cosa
ma quel silenzio
si riversò sulle nostre anime;
allora un pescatore cominciò a volare
per vedere
quanto il cielo somigliasse al mare.
e ci parve una gran cosa
ma quel silenzio
si riversò sulle nostre anime;
allora un pescatore cominciò a volare
per vedere
quanto il cielo somigliasse al mare.
“Isola, isola, isola” e “LAMPEDUSA” (inserita qui di seguito) – sono due poesie
di Melo La Licata – tratte dalla sua raccolta
I RECINTI DELL’INDIFFERENZA
Arpa eolica le ha voluto inserire in questo particolare contesto di inizio
d’anno 2019 – dove Due
navi con il carico di umani salvati dall’annegamento da giorni chiedono un
porto dove approdare – la Tragedia agli inizi del 2019 assume un tono
particolare, si colora dell’indifferenza. Anche
quell’isola lucente chiamata Lampedusa pare scomparire in una nuova notte dell’anima.
Arpa eolica ringrazia Melo La Licata per il permesso di pubblicazione delle
due poesie.
LAMPEDUSA
Noi siamo
gente di confine.
Isole hanno
prodotto speranze,
quando, in
noi, il mare ha generato pianti.
Dai nostri
occhi piovevano fiumi salmastri
su rocce
aduste, di sole e di vento.
Le melodie di
grilli e cicale,
stridevano rauchi
violini scordati,
con
quell’unica nota
dura come un
respiro contratto
logora come un
rantolo
che canta la
torrida solitudine.
Siamo stati,
tutti, dispersi in mare,
la folla è
mare, quanto l’isolamento;
l’ignoranza,
l’egoismo e il pregiudizio
sono tempestoso
mare.
Noi sulla
immobile barca petrosa,
i disperati,
sui barconi di legno,
siamo
dell’oceanico mare.
Li abbiamo
ospitati perché, per essere qui,
siamo già
stati accolti,
così rendiamo
tutto quanto
ci è già stato
consentito fare.
Così le genti
vanno per il mondo circostante,
come l’acqua e
il vento.
Occorre
capire!
perché le
aspettiamo con tanta diffidenza:
quelle non
portano odio nel bagaglio
ma voglia di
rivincita e speranza.
Altri post di Melo La Licata su La Licata Melo
l'immagine
sopra inserita è un dipinto di Antonio Pilato che ricorda le vittime del mare e gli squali
Post inserito il 02/01/2019
Caro Francesco, il tuo post tratta una cosa molto delicata e direi spinosa, tutti temono una vera invasione ma in realtà non sono che dei poveri che la miseria a spinto a cercare migliore esistenza.
RispondiEliminaSe pensiamo a noi italiano cosa è stato alla fine dell'ottocento e poi tutto il secolo scorso.
Tutto il mondo è pieno di italiani che anno cercato fortuna in ogni angolo del mondo.
Ciao auguri che il nuovo anno ci porta tanta pace e serenità sempre con un sorriso:-)
Tomaso
penso che se l'Europa riuscisse a guardare all'Africa con occhi fraterni ne potrebbe venire un beneficio per l'Africa e l'Europa stessa - ciao
EliminaHo letto l' interessante accoppiamento.Questo dipinto è su tela 80x120. Giorno 21 gennaio 2019 la stessa problematica , con alcune tele , sarà esposta in una galleria del centro storico a Berlino. Io sarò presente.
RispondiEliminaAmmiro la tua sensibilità : intendere la disperazione "non lo può chi non la prova ", aveva detto un divino poeta. SALUTI E SEMPRE BUON 2019. A. P.
Grazie Antonio, a presto - e Buon Anno a te e alla tua pittura
EliminaCondivido sia la tela che le poesie. Sono veramente "toccanti". Spero che anche altri possano farsi toccare da queste opere d'arte e meditare su ciò che sta accadendo...in un mondo dove sempre più le cose ci "scivolano" addosso.
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