Quella Storia che distrugge gli uomini

16 marzo del 1978, inizia una tragica vicenda: vengono uccisi 5 uomini che stavano a protezione di Aldo moro; erano guardie, ma erano uomini; viene rapito il Presidente della DC, ma era un uomo. Altri uomini hanno sparato perché pensavano di trovarsi in un incrocio della Storia. E la Storia che gronda di sangue e pare giustificare tutto. Di quel tutto oggi sappiamo appena brandelli di racconti; a volte contraddittori e in parte smagliati come se mancassero alcuni anelli della catena.  

Dopo quel 16 marzo iniziarono 55 giorni di angosciosa prigionia di un uomo che doveva essere sacrificato: chi lo teneva in prigione pretendeva un prezzo; chi diceva di volerlo liberare non intendeva pagare il prezzo. Le lettere di quell’uomo erano una considerazione sostanziale sulla vita e sulla sua preziosità;  ma la Storia reclamava il suo sangue.
Quell’anno, ripensando ad alcune lettere di Aldo moro che mi era capitato di leggere sui giornali, scrissi dei versi un po’ crudi sui violenti sacrifici che reclama la Storia. Eccoli qui di seguito.
Francesco Zaffuto

L’eroe

(dedicata ad Aldo Moro che, vicino alla
morte, con le sue drammatiche lettere,
seppe guardare alla parte più preziosa
della vita)

Pura lega di acciaio
e filamenti d’oro la sua tempra
Un corpo disfatto tace
attende la lussuria dei vermi
Rami di alloro
alberi di alloro
foreste
pronti alla mistura
per un fiume di oppio
Miracoloso unguento
per le insane budella sociali
Lenire
Mostra salute la morte
Nessun vomito comatoso
solo commozione in presenza dell’eroe
Esultino i mezzi uomini
riscoprano la loro sociale virilità
Un grande enorme membro
troneggia
tra le gambe macilente
Noi siamo
noi possiamo
noi vendichiamo
dichiariamo solenni
Socialmente composti
e solenni

Ma ora lasciate
che io parli
non mozzatemi la lingua
con questa vostra solennità

Un albero è un albero
per le sue radici e le sue foglie
Un fiore è un fiore
per i suoi odori
colori e mutamenti
La capra fissa nel vuoto
e col suo guardare
ti trapassa masticando
L’uomo è uomo
per i suoi nervi
per il suo cuore che incalza
per la sua mano resa malferma dal pensiero

Ascoltate me
l’eroe
Non straziatemi con la vostra Storia
ora so di non conoscerla
non c’era
non era mai esistita
Inventata
per instupidire gli alunni di una scuola
Inventata
per cementare ruderi cadenti
Inventata
per reinventarla ancora

Non deponetemi su questo altare
non sarà l’incenso a ridarmi il fiato
se mi fugge l’odore dei campi

Se la vostra legge è la morte
allora la vostra società
la giustizia
lo Stato
le chiese
le strade
i ponti
tutto sa della vostra morte
Ma lasciate che io muoia di me
che mi accompagni il silenzio
e che possa vagare negli spazi
senza il peso delle vostre opinioni


Poesia tratta dalla raccolta Scritti selvaggi di Francesco Zaffuto (1976/1978)
Per maggiori informazioni sulla raccolta
 clic su raccolta di poesie “Scritti selvaggi”

Post inserito il 16/03/2018
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4 commenti:

  1. Ora dimmi Francesco potremmo noi mai avere un ministero per la solitudine che si renda conto di studiare un malessere sociale...avendo un Storia di questa portata?

    Rapimento e uccisione di un ministro è un caso sociale,individuale,politico,umano o disumano?

    Non è facile farmi comprendere a volte,forse perché sono io stessa a non riuscire a comprendere..


    L.

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    1. Il non esser arrivati a una completa verità su questo caso ha lasciato all'Italia un senso d'impotenza.

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  2. Moro era, come Berlinguer, persona scomoda anche ai "suoi" ed era chiaro che non lo si volesse salvare. La storia è fatta dalla parte violenta della società e ancora mi stupisce vedere come poche persone possano decidere dei destini di tutti.
    La tua poesia è un grido doloroso ma dignitoso e quel "Lasciate che io muoia di me" mi ha molto colpito.
    Ciao.

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    Risposte
    1. Sciascia in un suo romanzo scritto mi pare un anno prima, "il contesto", ipotizzò l'uccisione del segretario del PCI; avvenne poi l'uccisione di Moro. Erano gli anni in cui stava decollando il compromesso storico; odiato dagli estremisti nostrani ed anche odiato dagli USA. Ad una verità non siamo arrivati sul caso Moro e penso che nonostante siano passati 40 anni, chi sa qualcosa preferisce ancora tacere.

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