Il Reddito di cittadinanza va conservato e potenziato

 

Intervento della sociologa Chiara Saraceno: “Abbiamo più paura dei poveri che imbrogliano che dei ricchi che evadono. Giusto fare i controlli, ma non fissare paletti che finiscono per escludere i poveri veri mentre chi vuole riesce comunque ad aggirarli”

(dall’articolo su il fatto quotidiano)


 Professoressa, i poveri assoluti sono aumentati di 1 milione. E si tratta in gran parte di persone con un lavoro.
I nuclei in cui nessuno è occupato sono una minoranza. La spiegazione è semplice: si tratta di lavoratori finiti in cassa integrazione oppure autonomi che a causa delle chiusure anti contagio hanno lavorato in maniera intermittente.

Perché non sono stati raggiunti dal reddito di cittadinanza?
Il primo problema è che l’Isee necessario per chiederlo si riferisce all’anno precedente. In caso di perdita del lavoro o forte calo del reddito familiare si può utilizzare l’Isee corrente, ma vale solo per sei mesi. Un barista o una commessa che l’anno prima avevano lavorato e avevano qualcosa in banca difficilmente sono riusciti a rientrare tra i beneficiari.

Le procedure burocratiche scoraggiano chi è già in difficoltà?
Ci sono troppi paletti che ostacolano i poveri veri e sono facilmente aggirati dai truffatori. Basta guardare il linguaggio che viene utilizzato: c’è più paura dei poveri che imbrogliano che dei ricchi che evadono. I poveri vengono descritti come “nullafacenti”, gente che sta “sul divano”. Non si usa un linguaggio così violento per parlare degli evasori fiscali.

Per le famiglie di extracomunitari ha pesato il requisito dei dieci anni di residenza in Italia.
Anche la Ue ci ha chiesto di ridurlo. Un limite minimo c’è in tutti i Paesi, ma dieci anni sono troppi. Non a caso il reddito di emergenza introdotto durante la pandemia ha eliminato quel paletto. Non ho capito però perché non riformare subito il rdc e inventarsi invece una misura diversa, creando due categorie di poveri. Non ha senso, è come dire che chi è finito in povertà a causa del Covid ora è “meritevole” di aiuto mentre prima non lo era. In ogni caso anche il Rem è complicato da chiedere.

Alla narrazione del “divano” si lega l’idea che i beneficiari del reddito vadano attivati ricorrendo per esempio ai navigator.
Legare il reddito alle politiche attive è stato un errore. Tra i percettori ci sono persone che lavorano già, oltre a molti che non sono in grado di lavorare per motivi di salute o perché hanno qualifiche bassissime che non li rendono facilmente occupabili. Le politiche attive possono incrociarsi con questa misura ma non devono sovrapporsi: riguardano tutti, non solo i poveri. 

 

(dall’articolo su il fatto quotidiano)

 

Post inserito il 06/03/2021

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