Cheyenne al Ponte delle Gabelle di Milano

LANCE HENSON, poeta Cheyenne, 
è intervenuto nella serata di poesia
lunedì 27 febbraio 2017, alle ore 20,45 
al CAM Ponte delle Gabelle, in via San Marco, 45 a Milano.
Serata organizzata dall'Associazione La Conta, 
con ingresso libero e gratuito
LANCE HENSON è una delle grandi voci della letteratura americana contemporanea e lo dimostrano le innumerevoli traduzioni delle sue opere, delle sue poesie che appaiono persino nelle antologie scolastiche italiane, quale unico rappresentante, insieme a Walt Whitman, della poesia nordamericana.
Lance David Henson, nato a Washington, D.C. nel 1944 e cresciuto nell'Oklahoma occidentale con la sua tribù, è un poeta Cheyenne tra i più rappresentativi della cultura dei nativi d'America.
Note biografiche su

Qui, dalla sua  raccolta intitolata I testi del lupo (Nottetempo 2009), di seguito alcuni estratti.
Discorso contro il centenario dell’Oklahoma

quanti cheyenne perduti
che galleggiano a faccia in su nel fiume canadese del sud
tracce di carri dell’invasione di guthrie
impresse in rilievo attraverso i loro petti
i volti sorridenti pieni di neve
ho trovato le loro carte da gioco e gli specchi sulla decima strada
mancavano tutti i jolly
troppo tardi per offrire loro dei tacos
mi sono diretto verso calumet
dove vanno tutti i profeti
accusato dell’invasione del messico
un sabato notte
mi sono svegliato in una cella per ubriachi
con una donna e un pollo
tutti i secondini ghignavano
ho detto loro che stavano arrivando i marines
hanno detto che succede sempre
qualcuno ha detto che l’ oklahoma è l’ultimo canto che canterò
fanne un canto funebre sorella
per i rifiuti nucleari versati e sepolti e le bugie occultate
imposte sulle nostre sacre e belle pianure
dove coyote arriva indossando una maglietta della gang di geronimo
combattiamo il terrorismo da 500 anni
cammina con occhiali da sole attraverso una strada di geary
attraversa col rosso
leva il cappello verso una nuvola di passaggio
celebrare il centenario dell’oklahoma
un concetto senza logica per me
fischia
mi sembra di sentir parlare un padre pellegrino…
Canto di una lupa in cattività

non è quando mi sono svegliata con le stelle nella ombrata
rugiada dell’inverno
né quando scavalco i giocattoli rotti e i villaggi
bruciati dei disperati
canti della cornacchia alla porta del vento
né quando l’ultimo della mia stirpe mi ha voltato le spalle
l’ultima volta dentro
una luce soffusa del colore di piume grigiastre
è che so che i miei aguzzini non hanno un dio
che mi sento sola…
****
la bellezza si erge sull’orlo di un grande vuoto
dove il bisonte e la civetta delle nevi sono stati
il loro un messaggio troppo logoro da raccontare
la luce del sole scintilla sulle loro ossa
chi sente l’urlo
di lupo e la luna scavata
sono la tua ombra
e il tuo specchio…
Libro reperibile su Ibs
post inserito il  24/02/2017
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