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La funzione dell’idealità nell’educazione dell’ adolescente.
Secondo la pedagogia steineriana l’ideale e l’idealità costituiscono un vero e proprio plasmatore dello sviluppo del giovane in età adolescenziale.
La biografia umana procede da una simbiosi naturale dei primi anni di vita con i genitori, all’incontro, in età scolare, con la figura di un maestro che costituisca un degno erede dell’opera educativa dei genitori.
Il maestro dovrà poter costituire il modello per un processo imitativo che aiuti il bambino a crescere.
Il maestro dovrà poter costituire il modello per un processo imitativo che aiuti il bambino a crescere.
Con l’adolescenza, questo processo conosce un nuovo sviluppo. I ragazzini non han più voglia di imitare un maestro o una maestra. Vogliono cominciare a far di testa propria.
A questo punto possono far riferimento all’ispirazione che può offrire una idealità.
Si transita quindi nello sviluppo umano dalla relazione coi genitori, a quella con il maestro, prototipo della vita sociale esterna alla famiglia, e, infine con il riferimento impersonale ad un ideale.
A questo punto possono far riferimento all’ispirazione che può offrire una idealità.
Si transita quindi nello sviluppo umano dalla relazione coi genitori, a quella con il maestro, prototipo della vita sociale esterna alla famiglia, e, infine con il riferimento impersonale ad un ideale.
Rudolf Steiner ci suggerisce che:
«Ogni idea, che non diventa per te un ideale, uccide una forza della tua anima; ogni idea invece che diventa un ideale, crea in te forze vitali».
L’educatore immagina che il ragazzo abbia idee e idealità coerenti con la propria visione del mondo.
Il ragazzo ci provoca portandoci incontro immagini a cui facciamo fatica ad attribuire valore.
Il ragazzo ci provoca portandoci incontro immagini a cui facciamo fatica ad attribuire valore.
Come possono gli educatori percepire la presenza di idealità nell’animo giovanile, anche là dove a loro non sembra di scorgere nulla?
Possiamo e dobbiamo sviluppare quell’intuito di cui Artù, nella leggenda di Parsifal, è capace quando riesce a discernere, sotto l’abbigliamento improbabile del ragazzo, il valore e la nobile aspirazione che abita quel suo animo scombinato.
Possiamo e dobbiamo sviluppare quell’intuito di cui Artù, nella leggenda di Parsifal, è capace quando riesce a discernere, sotto l’abbigliamento improbabile del ragazzo, il valore e la nobile aspirazione che abita quel suo animo scombinato.
Che tipo di immaginazione soggiace al modo scombinato di presentarsi dei ragazzi che arrivano a scuola con gli abiti consunti, stracciati e fuori misura?
I nostri ragazzi cui la società del benessere permette abiti che in altri tempi sarebbero stati irraggiungibili.
Questi ragazzi così ricchi di possibilità si presentano a noi invece come reduci da una immaginaria battaglia contro chissà quale ostacolo che forse noi non vediamo o immaginiamo in modo diverso.
Scelgono abiti nuovi che appaiano consunti per apparire a noi che alla loro età avremmo provato vergogna ad indossare abiti consunti.
Che strano paradosso.
Proverò a decifrarlo insieme agli amici che porranno o potranno intervenire.
Farò riferimento alla mia esperienza di diversi anni di insegnamento nei licei steineriani di Milano e Lugano.
Con quei ragazzi, nell’ora di religione, inaugurando l’anno scolastico chiedevo a ciascuno:
I nostri ragazzi cui la società del benessere permette abiti che in altri tempi sarebbero stati irraggiungibili.
Questi ragazzi così ricchi di possibilità si presentano a noi invece come reduci da una immaginaria battaglia contro chissà quale ostacolo che forse noi non vediamo o immaginiamo in modo diverso.
Scelgono abiti nuovi che appaiano consunti per apparire a noi che alla loro età avremmo provato vergogna ad indossare abiti consunti.
Che strano paradosso.
Proverò a decifrarlo insieme agli amici che porranno o potranno intervenire.
Farò riferimento alla mia esperienza di diversi anni di insegnamento nei licei steineriani di Milano e Lugano.
Con quei ragazzi, nell’ora di religione, inaugurando l’anno scolastico chiedevo a ciascuno:
“Che cosa per te è sacro?”
E non mi interessava che recitassero alcun rosario, di qualunque catechismo.
Seguendo l’indicazione steineriana (ma proveniente anche dal lavoro di Mircea Eliade, eccelso storico delle religioni) ho cercato di capire e di far capire che cosa ciascun ragazzo ponesse come valore al centro del proprio vissuto.
Per qualcuno il sesso, lo sport, per altri la musica rock, il denaro o l’amicizia.
Se riusciamo ad ottenere risposte sincere ci troveremo in una costellazione di piccoli rebus da decifrare.
E difficile?
Mah, a volte si a volte no.
Posso qui fornirvi solo qualche piccolo indizio.
Le Olimpiadi che sacralizzano il gesto esemplare si svolgono ancora, anche se in modo molto differente, come tutto il resto.
Il concerto rock è così distante dall’orgia dionisiaca descritta da chi indaga gli antichi misteri.
Perdersi e ritrovarsi di nuovo con il vino o altro, anche solo con l’immaginazione è sempre stata una vocazione presente nell’animo umano.
L’elenco potrebbe essere lungo.
Per fortuna il diario di bordo di quegli anni di lavoro è ancora con me e forse merita di essere riaperto.
L’ho intitolato “Quaderno di storia delle religioni”.
Lo riaprirò quella sera e probabilmente lo riprenderò anche tra le paginette di questo quadernone!
Seguendo l’indicazione steineriana (ma proveniente anche dal lavoro di Mircea Eliade, eccelso storico delle religioni) ho cercato di capire e di far capire che cosa ciascun ragazzo ponesse come valore al centro del proprio vissuto.
Per qualcuno il sesso, lo sport, per altri la musica rock, il denaro o l’amicizia.
Se riusciamo ad ottenere risposte sincere ci troveremo in una costellazione di piccoli rebus da decifrare.
E difficile?
Mah, a volte si a volte no.
Posso qui fornirvi solo qualche piccolo indizio.
Le Olimpiadi che sacralizzano il gesto esemplare si svolgono ancora, anche se in modo molto differente, come tutto il resto.
Il concerto rock è così distante dall’orgia dionisiaca descritta da chi indaga gli antichi misteri.
Perdersi e ritrovarsi di nuovo con il vino o altro, anche solo con l’immaginazione è sempre stata una vocazione presente nell’animo umano.
L’elenco potrebbe essere lungo.
Per fortuna il diario di bordo di quegli anni di lavoro è ancora con me e forse merita di essere riaperto.
L’ho intitolato “Quaderno di storia delle religioni”.
Lo riaprirò quella sera e probabilmente lo riprenderò anche tra le paginette di questo quadernone!
Grazie della vostra cortese attenzione!
Francesco Pazienza
http://www.francescopazienza.it/funzione-idealita-nell-educazione-dell-adolescente/
post inserito il 18/02/16
post inserito il 18/02/16
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