Cassius Clay - Muhammad Ali,
rifiutò di farsi arruolare nell’esercito Usa, dichiarando ai giornalisti: «Non
andrò a litigare con i Vietcong. Nessuno di loro mi ha mai chiamato negro».
Decise di ritirarsi e fu attaccato per il suo impegno nelle
lotte condotte da Martin Luther King e Malcolm X.
Venne condannato da una giuria composta di soli bianchi a 5
anni di reclusione.
Nel 1967, ancora imbattuto e senza validi sfidanti in vista,
Ali era stato privato dei suoi titoli (ma l’oro olimpico conquistato nel ‘60 a
Roma lo aveva lui stesso gettato nel fiume Ohio). Per tre anni e mezzo si era
guadagnato da vivere tenendo discorsi nei campus.
Riuscì a tornare a combattere nel 1971 quando fu assolto
grazie a una irregolarità nelle indagini svolte su di lui.
Soltanto nel ‘96, ad Atlanta, il Cio gli aveva riconsegnato
una medaglia sostitutiva.
Si è spento
dopo una lunga malattia contro cui aveva combattuto strenuamente per trenta
anni.
Qui la notizia
nella foto Muhammad Ali e Sandro Pertini
Di questa persona ho conosciuto solo il chiasso che si è fatto attorno alle sue sbruffonate, ai comportamenti eccessivi e alle dichiarazioni inconsuete. Come sempre, quando una persona scompare e non dà quindi più fastidio, se ne riconoscono pubblicamente i meriti e la statura. Non ho mai seguito la boxe e faccio fatica a crederla nobile arte, come viene chiamata.
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