Gesualdo
Bufalino, uno dei
più grandi scrittori siciliani, scomparve tragicamente 20 anni fa – il 14
giugno 1996 – Gaspare Agnello che lo
conobbe lo ricorda in questa memoria – pubblicata sul suo sito http://www.gaspareagnello.it/
Bufalino A Venti Anni Dalla Morte
di Gaspare Agnello
Conobbi
la scrittura di Gesualdo Bufalino leggendo “Diceria dell’untore” mentre ero
ricoverato in un centro di pneumologia toracica situato nella Conca d’oro di
Palermo; non so se era la stessa struttura dove lo scrittore comisano curò la
sua tubercolosi.
Lascio
immaginare quali sensazioni si possono provare nel leggere quel libro in quel
clima ospedaliero che è quello rievocato nel romanzo.
Poi
seguì la vicenda del premio letterario Racalmare con la presidenza di Leonardo
Sciascia e così ho potuto conoscere di persona mastro Don Gesualdo “mastro di
scrittura”.
Nella
prima edizione del premio, che si svolse al cinema Marconi di Grotte e che vide
premiato Matteo Collura, Bufalino non era presente.
Venne
a Grotte nella seconda edizione del 1986 allorché fu premiato per il suo libro
‘L’uomo invaso ed altre invenzioni”.
Questa
scelta è stata la più tormentata e infatti il premio non si celebrò per ben
quattro anni perché la giuria e Sciascia non trovarono mai l’accordo su un nome
da premiare. Sciascia ci propose di premiare un libro di un certo Greppi e noi
non lo abbiamo accettato, ci propose di premiare Antonio Castelli e né io né il
Preside Cimino fummo d’accordo (Castelli poi si suicidò).
Avevamo
proposto a Sciascia di dimettersi per premiarlo ma respinse decisamente la
proposta finché lo stesso Sciascia, visto che noi volevamo dargli un
tributo di riconoscenza, ci propose di dare a lui la cittadinanza onoraria di
Grotte e di premiare Gesualdo Bufalino con il libro “L’uomo invaso”.
Leonardo Sciascia e Gesualdo Bufalino
A tal
proposito Carmela Linda Criminisi scrive: “ E’ Leonardo Sciascia a “segnalare”
Bufalino scrittore sessantacinquenne già vincitore del Campiello nel 1981 con
il romanzo “Diceria dell’untore”.
Per i componenti della commissione del Premio, nonché per i lettori grottesi vicini al “Racalmare”, l’incontro con questo intellettuale acuto e raffinatissimo è un’autentica rivelazione. Ma è anche l’inizio di un lungo e affettuoso sodalizio tra il “Racalmare” e lo scrittore comisano, che sarà nominato – a partire dalla quinta edizione del 1989 – consulente letterario della manifestazione, assieme a Matteo Collura prima e poi anche a Vincenzo Consolo”.
Per i componenti della commissione del Premio, nonché per i lettori grottesi vicini al “Racalmare”, l’incontro con questo intellettuale acuto e raffinatissimo è un’autentica rivelazione. Ma è anche l’inizio di un lungo e affettuoso sodalizio tra il “Racalmare” e lo scrittore comisano, che sarà nominato – a partire dalla quinta edizione del 1989 – consulente letterario della manifestazione, assieme a Matteo Collura prima e poi anche a Vincenzo Consolo”.
Veniva
ogni volta alla cerimonia di consegna del premio e portava sua moglie che già
era stata colpita da ictus. Faceva tappa alla Noce da Sciascia e al
pranzo che, quasi sempre si svolgeva al ristorante “Caliatu” di Racalmuto,
Bufalino serviva con amorevole pazienza la moglie invalida che mia moglie
seguiva standole accanto per tutta la manifestazione in quel di Grotte.
Nel
Novembre 1989 morì Leonardo Sciascia e tutti abbiamo pensato di sostituirlo con
il suo amico Bufalino.
Ci
siamo recati a Comiso per convincerlo ad accettare la nomina, ma fu molto
riluttante per via delle sue situazioni familiari che erano veramente disastrose.
La moglie semi paralizzata, la mamma centenaria e quindi da accudire non gli
consentivano di allontanarsi dalla sua Comiso.
La
sera doveva assolutamente rientrare a casa.
L’ho
incontrato a Enna dove ha ritirato, al teatro comunale, il premio intitolato a
Nino Savarese e , subito dopo la manifestazione, è andato via in fretta per far
ritorno a casa.
Accettò
di presiedere il premio per una sola edizione, in attesa di trovare un nuovo
presidente e ci consigliò, per il futuro, di coinvolgere nella giuria del
premio qualche liceo della zona per invogliare i giovani alla lettura.
Noi
abbiamo coinvolto le quinte classi delle scuole elementari di Grotte e la
scuola media che, nell’anno successivo, hanno presentato elaborati, sul libro
premiato l’anno precedente e l’esperimento ebbe risultati veramente positivi.
Il 16
Giugno 1990 la Giuria del premio Racalmare si riunì nella abitazione di
Gesualdo Bufalino a Comiso e decise di assegnare il premio della sesta edizione
alla scrittrice Luisa Adorno (pseudonimo di Mila Stella) per il suo libro “Arco
di luminara” con la seguente motivazione : “Arco di luminara” è la
rappresentazione esemplare di un microcosmo di provincia e delle sue umili ma
preziose intimità familiari, così come una donna le ha vissute e memorizzate
nel giro lungo degli anni”.
La
cerimonia di consegna avvenne nella piazza antistante il municipio di Grotte il
giorno 30.9.1990 ed ebbe uno strascico polemico molto duro con Vincenzo Consolo
il quale si dimise da consulente del premio motivando le sue dimissioni col
fatto che non si poteva assegnare un premio letterario, celebrato con
finanziamenti pubblici, mentre la mafia, a pochi chilometri di distanza il 21
settembre dello stesso anno, uccideva il giudice Rosario Livatino.
Bufalino
ebbe a dare a Consolo una risposta molto dura affermando che la mafia si
combatte appunto con la cultura e diffondendo i libri che sono in grado di
espugnare una fortezza.
E’
nota la posizione di Bufalino che affermava che la mafia la possono combattere
i maestri delle scuole elementari formando le coscienze delle giovani
generazioni.
Non
ricordo più se, dopo quella cerimonia, sia tornato altre volte a Grotte.
Il 14
giugno del 1996 muore in un incidente stradale avvenuto lungo la strada
Vittoria – Comiso, al ritorno di una visita alla moglie.
Un
uomo che non aveva mai guidato una macchina e che, come il suo amico Sciascia,
non aveva la patente di guida, muore, ironia della sorte, a seguito di un
incidente di macchina, guidata da un amico, favorito da un temporale estivo.
La
Giuria del premio Racalmare non dimenticò il suo Presidente onorario e, nello
stesso anno della morte, gli assegnò la nona edizione del premio alla memoria
per il suo ultimo romanzo “Tommaso il fotografo cieco” nonché per la sua intera
produzione letteraria. Il premio venne ritirato dalla moglie Giovanna Leggio
alla presenza del Sindaco Antonio Carlisi, del Ministro della Repubblica di
Malta Evarist Bartolo e del Sindaco della cittadina maltese Attard, Henry
Frenda. Nel corso della cerimonia Matteo Collura dirà: “ Per Sciascia, scrivere
rappresenta la maniera per avvicinarsi alla verità della vita e ridare dignità
all’uomo, per Bufalino è un modo per ingannare l’attesa della morte e dare un
senso all’umana esistenza”.
L’incontro
con Bufalino, come l’incontro con Sciascia e con Consolo, ha cambiato la mia
vita perché questi uomini mi hanno avvicinato ai libri e mi hanno fatto
conoscere il valore della letteratura.
Bufalino
era un uomo semplice che non fu affatto influenzato dal grande successo
letterario. Restò l’uomo di sempre vestito con il suo solito berretto e
d’inverno con il solito cappotto.
L’ho
visto a tavola mentre aiutava a mangiare la moglie, l’ho visto in un bar delle
640, al funerale di Sciascia, a casa sua dove sono stato alcune volte per
ragioni del premio.
Mi
diceva che non amava le nuove tecnologie e che invece aveva appreso a manovrare
il registratore collegato al televisore che lui sistemava perché gli
registrasse i film antichi che venivano trasmessi a notte inoltrata mentre lui
dormiva. Era un grande cinofilo e amava i film del neorealismo e i film
americani.
Sciascia
diceva che Bufalino era uno scrittore “umido” mentre lui era uno scrittore
asciutto.
Umido
come la terra umida da cui nascono frutti e fiori copiosi. Certamente è stato
lo scrittore più raffinato del secondo novecento la cui prosa è veramente
sublime e degna di essere studiata nei licei per insegnare ai giovani studenti
il piacere dello scrivere in maniera elegante.
Quando
Sciasca morì, Bufalino disse che lo aveva preceduto e quindi si era quasi
offeso perché la precedenza nella morte toccava a lui che era più anziano.
Con
la morte Bufalino aveva un particolare rapporto. Mi gira attorno, disse in una
bellissima intervista concessa a Chiambretti per la trasmissione “Il laureato”
che la RAI dovrebbe proporre al grande pubblico perché quella è una intervista
veramente molto bella.
E la
morte se lo prese, ironia della sorte, in una notte d’estate, con un incidente
di macchina, mentre tornava da Vittoria dopo avere fatto visita alla donna
della sua vita e ritornava a casa dalla vecchia mamma che, a cento anni, pianse
il figlio Dino.
E noi
tutti ‘ce ne ricorderemo, di questo grande uomo, mastro della scrittura’.
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