Qui Arpa eolica, sulla base di alcuni post di documentazione reperibili su internet, ha tentato di disporre in una cronologia i
fatti del Maggio 1968 in Francia. I link sono sotto riportati.
Cominciò a Nanterre
Inizia una mobilitazione,
il 22 marzo 1968, a Nanterre, sobborgo ovest di Parigi, per protestare contro
l’arresto di uno studente di estrema sinistra sospettato di avere partecipato ad un attentato contro l’American Express a Parigi mentre si
svolgevano dimostrazioni contro la guerra del Vietnam. Si svolge un comizio in un anfiteatro con 300 partecipanti, e 142 fra loro decisero di occupare durante la notte la sala del Consiglio di Università.
Gli occupanti decisero di costituire il Movimento 22 marzo (M22) allo scopo di
tenere in piedi e sviluppare l’agitazione. svolgevano dimostrazioni contro la guerra del Vietnam. Si svolge un comizio in un anfiteatro con 300 partecipanti, e 142 fra loro decisero di occupare durante la notte la sala del Consiglio di Università.
L’M22 annunciò per il 29 marzo una giornata di
“università critica” sulla scia delle azioni degli studenti tedeschi. Il preside
decise di chiudere l’università fino al 1°aprile ma l’agitazione riprese fin
dalla sua riapertura. Davanti a 1.000 studenti, Cohn-Bendit dichiarò: “Noi
rifiutiamo di essere i futuri quadri dello sfruttamento capitalistico”.
Il Partito “comunista”
francese (PCF) prese le distanze dal movimento: il 26 aprile Pierre Juquin, membro
del Comitatocentrale, venne a fare un comizio a Nanterre dove fece affermazioni
del tipo: “Gli
agitatori figli di papà impediscono ai figli dei lavoratori di sostenere i loro
esami”.
Il 2 maggio il preside decise di chiudere ancora una volta l’università che veniva
intanto accerchiata dalla polizia.
Il 2 maggio il preside decise di chiudere ancora una volta l’università che veniva
intanto accerchiata dalla polizia.
Il 3 maggio gli studenti di
Nanterre decisero di tenere un meeting nel cortile della Sorbona per protestare
contro la chiusura della loro università e contro l’invio al consiglio di
disciplina di 8 membri di M22 tra cui Cohn-Bendit.La riunione raggruppò
solamente 300 partecipanti: lamaggior parte degli studenti era impegnata attivamente
a preparare gli esami di fine d’anno.
Il governo per porre fine
all’agitazione inviò la polizia ad
occupare il Quartiere latino e circondare la Sorbona. Gli studenti che erano
rinchiusi nella Sorbona ottennero l’assicurazione che uscendo non sarebbero
stati toccati; ma, se le ragazze poterono allontanarsi liberamente, i ragazzi
invece, appena varcarono il portone, furono rinchiusi sistematicamente nei
cellulari. Rapidamente, centinaia di studenti si raggrupparono sulla piazza
della Sorbona ed insultarono i poliziotti. Cominciarono a piovere bombe
lacrimogene: la piazza venne sgomberata ma gli studenti, sempre più numerosi,
cominciarono allora ad assalire gruppi di poliziotti ed i loro automezzi.
Gli scontri continuarono in serata per ancora 4 ore: vennero
feriti 72 poliziotti e fermati 400 dimostranti. I giorni seguenti, le forze di
polizia accerchiarono completamente i dintorni della Sorbona mentre 4 studenti
vennero fermati e chiusi in prigione.
Il 6 maggio scontri con le forze di polizia incominciarono a svilupparsi
intorno alla
Sorbona avvicendandosi con dimostrazioni sempre più seguite, indette dal M22, l’UNEF
ed il SNESup (sindacato degli insegnanti delle Superiori) e raggruppando fino a
45.000 partecipanti. Agli studenti universitari si associarono un numero crescente di
studenti liceali, insegnanti, operai e disoccupati.
Sorbona avvicendandosi con dimostrazioni sempre più seguite, indette dal M22, l’UNEF
ed il SNESup (sindacato degli insegnanti delle Superiori) e raggruppando fino a
45.000 partecipanti. Agli studenti universitari si associarono un numero crescente di
studenti liceali, insegnanti, operai e disoccupati.
Il 7 Maggio
i cortei oltrepassarono la Senna di sorpresa e percorsero i Campi Elisi, a due
passi dal palazzo presidenziale. Si sentì riecheggiare l’Internazionale sotto l’Arco
di Trionfo. Le
manifestazioni si estesero anche in alcune città di provincia.
Il governo volle dare un segnale di buona volontà riaprendo l’università di Nanterre
il 10 maggio.
Il governo volle dare un segnale di buona volontà riaprendo l’università di Nanterre
il 10 maggio.
Nella serata del 10 Maggio decine di migliaia di manifestanti si ritrovarono nel Quartiere
latino di fronte alle forze di polizia che accerchiavano la Sorbona. Alle ore
21 alcuni manifestanti cominciarono ad erigere delle barricate (approssimativamente
una sessantina). A mezzanotte, una delegazione di 3 insegnanti e 3 studenti
(tra cui Cohn-Bendit) venne ricevuta dal rettore dell’accademia di Parigi ma
quest’ultimo, se accettò la riapertura della Sorbona, non poté promettere
niente sulla scarcerazione degli
studenti arrestati il 3 maggio. Alle 2 di mattina i CRS andarono all’assalto
delle barricate dopo averle copiosamente infestate di gas lacrimogeni. Gli
scontri furono di una violenza estrema provocando centinaia di feriti da
entrambe le parti. Vennero fermati circa 500 dimostranti. Nel Quartiere latino
molti abitanti mostrarono solidarietà ai manifestanti accogliendoli nelle loro
case e gettando acqua in strada per proteggerli dai gas lacrimogeni e dalle
granate. Tutti questi avvenimenti, ed in particolare le testimonianze sulla
brutalità delle forze di repressione, venivano seguiti alla radio minuto per
minuto da centinaia di migliaia di persone.
studenti arrestati il 3 maggio. Alle 2 di mattina i CRS andarono all’assalto
delle barricate dopo averle copiosamente infestate di gas lacrimogeni. Gli
scontri furono di una violenza estrema provocando centinaia di feriti da
entrambe le parti. Vennero fermati circa 500 dimostranti. Nel Quartiere latino
molti abitanti mostrarono solidarietà ai manifestanti accogliendoli nelle loro
case e gettando acqua in strada per proteggerli dai gas lacrimogeni e dalle
granate. Tutti questi avvenimenti, ed in particolare le testimonianze sulla
brutalità delle forze di repressione, venivano seguiti alla radio minuto per
minuto da centinaia di migliaia di persone.
Alle 6 di mattina “l’ordine regnava” al Quartiere latino che
appariva come devastato da un tornado.
Il sabato 11 maggio l’indignazione a Parigi e nell’intera Francia era forte. Cortei
spontanei si formarono un po’ ovunque, raggruppando non solo studenti ma
centinaia di migliaia di dimostranti di tutte le origini, principalmente molti
giovani operai o genitori di studenti. In provincia numerose università furono
occupate; dappertutto nelle strade, sulle piazze si discuteva e si condannava
il comportamento delle forze di repressione.
Di fronte a questa situazione il Primo ministro, Georges
Pompidou, annunciò in serata che dal lunedì 13 maggio le forze di polizia
sarebbero state ritirate dal Quartiere latino, la Sorbona riaperta e liberati gli
studenti arrestati. Lo stesso giorno tutte le centrali sindacali, inclusa la
CGT (che fino a quel momento aveva denunciato gli studenti come “estremisti”) ed
il sindacato dei poliziotti, indissero per il 13 maggio uno sciopero ed una manifestazione
per protestare contro la repressione e contro la politica del
governo.
governo.
Il 13 maggio tutte le città del paese videro le più importanti
manifestazioni dalla fine della Seconda Guerra mondiale. La classe operaia era
presente massicciamente a fianco degli studenti. Una delle parole d’ordine più
gridata era “Dieci
anni, ora basta!” in riferimento alla data del 13 maggio 1958 che
aveva visto il ritorno di De Gaulle al potere. Alle fine delle manifestazioni, praticamente
tutte università erano occupate dagli studenti ma anche da molti giovani
operai. Dappertutto si parlava liberamente. Le discussioni non si limitavano
alle questioni universitarie e alla repressione. Si cominciava a discutere di
tutti i problemi sociali: le condizioni di lavoro, lo sfruttamento, il futuro
della società. Il giorno seguente le discussioni continuavano in molte
fabbriche. Dopo le grandi manifestazioni, con l’entusiasmo ed il sentimento di forza
acquisiti era difficile riprendere il lavoro come se niente fosse successo.
A Nantes gli operai della
Sud-Aviation, trascinati dai più giovani, fecero uno sciopero spontaneo e
decisero di occupare la fabbrica.
Il 15 Maggio Il dibattito diviene, per qualche settimana, l'elemento
centrale della vita dei francesi, e tutti discutono, dappertutto: in strada,
tra sconosciuti, tra generazioni. Uno dei simboli di questo clima è l'Odéon di Parigi, che viene occupato il 15 maggio. Sul frontone viene appeso uno striscione che
recita "Étudiants-Ouvriers, l'Odéon est ouvert" e
per circa un mese vi si assiste a discussioni prese molto sul serio, giorno e
notte, tra tutti e tutti: delegati della Renault e casalinghe del quartiere, studenti, un gruppo di giovani
di destra di Neuilly-sur-Seine arrivati come turisti,
un gruppo di liceali della banlieue operaia, altri turisti sparsi, professori, qualche artista
celebre, un consigliere municipale allo stremo, un paio di quadri aziendali in
preda al sentimento della catastrofe - tutti discutono interminabilmente -
molti artisti si schierano con il movimento.
Il 22 Maggio (senza alcuna parola
d'ordine, con sorpresa dei responsabili politici di tutte le parti in gioco, lo
sciopero generale indetto per il 13 non si conclude, e si moltiplicano gli
scioperi e le occupazioni spontanee di fabbriche). Il 22 Maggio sono 10 milioni, i salariati che non lavorano
(perché in sciopero o perché impossibilitati a lavorare per effetto degli
scioperi). È il primo sciopero generale selvaggio della storia, e la prima
volta che uno sciopero generale paralizza un paese avanzato.Si avanzano anche
rivendicazioni di tipo "qualitativo" - maggiore autonomia e responsabilità
dei lavoratori, forme di cogestione d'impresa, e così via.
Il generale de Gaulle, in viaggio ufficiale in Romania dal 14 al 19 maggio, non diede gran peso, all'inizio, a
queste manifestazioni e lasciò che se ne occupasse il primo ministro Pompidou.
Anche lui era in
viaggio ufficiale, in Afghanistan, ma lo ha interrotto il 12 per affrontare la situazione. Per
calmare gli animi, il premier impone che le forze di polizia lascino la
Sorbonne - scelta tattica nella speranza che gli eccessi degli studenti
squalifichino il loro movimento agli occhi dell'opinione pubblica. De Gaulle è
scettico su questa linea di moderazione, ma resta defilato, riservandosi di
intervenire al bisogno.
Dopo il 22 maggio
Nonostante lo slogan
Ce n'est qu'un
debut, continuons le combat" ("È solo l'inizio, continuiamo la
lotta")
che dominò nelle manifestazioni, i giorni successivi al 22
maggio videro un movimento in fase calante.
I cortei si assottigliarono e in piazza cominciò a scendere
tutta un'altra Francia, quella che chiedeva normalità. Il giorno di svolta fu
il 25 Maggio, quando si registrarono i primi due morti dall'inizio degli
scontri, un poliziotto e un manifestante. Il colpo di grazia arrivò il 26
Maggio, quando i francesi si sentirono dire che la benzina doveva essere
razionata, per le difficoltà di rifornimento create da scioperi e disordini.
La lotta
operaia cominciava a radicalizzarsi gli Accordi di
Grenelle conclusi dai sindacati furono rifiutati dalla
base il 27 Maggio. Ma era iniziata anche la stanchezza del movimento
complessivamente e si diffondeva voltafaccia dell'opinione pubblica, che
all'inizio era stata favorevole al movimento. Il 30 Maggio un nuovo, imponente
corteo attraversò Parigi; ma non
reclamava "tutto e subito", bensì "ordine subito".
Charles de
Gaulle scomparve per 24 ore il 29 maggio, per andare
ad incontrare il generale Massau a Baden - Baden. Al ritorno, riprese
l'iniziativa decretando proprio il 30 Maggio lo scioglimento
dell'Assemblea Nazionale.
Così,
mentre il socialista François Mitterrand, principale leader di opposizione,
chiedeva un governo di unità e pacificazione nazionale, De Gaulle aveva fiutato
l'aria favorevole e spiazzò tutti: apparve in Tv, sciolse l'Assemblea nazionale
(Camera) e convocò nuove elezioni per fine giugno. Alla Sorbona ci furono
alcuni colpi di coda, ma il Maggio francese era
finito. Gli scioperi cessarono
progressivamente lungo il mese di giugno e i luoghi deputati della
contestazione, come la Sorbonne e l'Odéon di Parigi, furono sgomberati dalla polizia.
Nelle successive elezioni del 30 Giugno il partito gollista Udr fece il pieno, portando a casa 297 seggi su 487. De Gaulle aveva stravinto: oltre alle barricate aveva spazzato via anche l'opposizione parlamentare.
Nelle successive elezioni del 30 Giugno il partito gollista Udr fece il pieno, portando a casa 297 seggi su 487. De Gaulle aveva stravinto: oltre alle barricate aveva spazzato via anche l'opposizione parlamentare.
In parte da
Principali
slogan di quel Maggio ’68 in Francia
« Il est interdit d'interdire » « Vietato vietare »
“Professori, voi siete vecchi ed anche la vostra
cultura”,
“Lasciateci vivere”,
“Prendete i vostri
desideri per realtà”
«Sous les pavés, la plage» (Sotto i sampietrini c'è la
spiaggia),
«Jouissez sans entraves» (Godetevela senza freni),
«Cours camarade, le vieux monde est derrière toi» (Corri
compagno, il vecchio mondo ti sta dietro),
«La vie est ailleurs» (La vita è altrove)
“immaginazione al potere”
E il rombante
“Ce n'est qu'un
debut, continuons le combat" ("È solo
l'inizio, continuiamo la lotta").
LA
FRANCIA PRIMA DEL MAGGIO ‘68
Paradossalmente, la crisi del maggio '68 arrivò alla
fine di un decennio di prosperità. Cominciavano tuttavia ad affiorare sintomi
di deterioramento nella situazione economica francese: crescita dei disoccupati
soprattutto nell'area giovanile. L'accesso
di massa all'insegnamento superiore aveva creato numerose difficoltà alle
università, con problemi di locali, di mancanza di materiali, di trasporti, e
il governo riparlava di selezione all'accesso, cosa che inquietava gli
studenti.
Sul piano politico il movimento nacque in una fase
di stanchezza della repubblica gollista, che durava ormai da 10 anni.
Il Partito Comunista Francese, di gran lunga la principale forza di sinistra, faticava a
liberarsi della cultura e dello stile stalinisti.
Il maggio '68
si può inquadrare nel contesto di un mondo in rapida mutazione: accelerazione
dell'esodo rurale e urbanizzazione, aumento considerevole dei livelli di vita,
la massificazione dell'educazione nazionale, il peso crescente della cultura
di massa.
Gli anni 1960 erano anche quelli dell'affermazione dei giovani come
categoria socio-culturale e politica autonoma. I giovani tendono ad avere
ambiti culturali propri che spaziano dalla musica ad altri aspetti dell’arte. Hanno
anche disagi e rivendicazioni propri, particolarmente in materia di libertà
sessuale, che il potere e il mondo degli adulti tardano a comprendere.
Sul piano religioso la
Francia, ancora molto cattolica, aveva seguito con passione il Concilio Vaticano II,
ma nelle gerarchie restavano resistenze al rinnovamento.
Sul piano sociologico,
le divisioni sociali erano ancora estremamente rigide: Il 92% degli studenti
proveniva ancora da ceti borghesi e piccolo borghesi. Il paternalismo
autoritario era onnipresente. Si cominciavano ad aprire scuole superiori miste,
ma molti istituti scolastici erano ancora destinati a ragazzi e ragazze
separatamente. Alle ragazze era vietato portare i pantaloni, e nelle università
era vietato ai maschi accedere ai collegi femminili.
Sul piano filosofico,
sono molti gli autori e i testi che hanno avuto un'importante influenza su almeno
una parte del movimento: Wilhelm Reich, Jean-Paul Sartre, Herbert Marcuse, Raoul Vaneigem, Guy Debord , Gilles Deleuze e Félix Guattari,
Pierre Bourdieu, Jean-Claude Passeron , Louis Althusser. Tuttavia pochi dei
pensatori eminenti dell'epoca parteciparono in prima persona al movimento.
Una parte della gioventù più radicalizzata era
affascinata dai movimenti rivoluzionari del Terzo mondo: Che Guevara, Fidel Castro, Ho Chi Minh furono i nuovi modelli eroici. Si seguivano anche con
attenzione, negli Stati Uniti, da una parte le lotte del movimento dei neri e dall'altra i
sit-in e la ricerca del movimento hippy e degli studenti di Berkeley.
Il carattere internazionale di questi movimenti colloca gli avvenimenti
francesi all'interno di una dinamica mondiale. Per il Movimento del 22
marzo , la sua principale rivendicazione è la protesta contro gli
arresti operati durante delle manifestazioni contro la guerra del
Vietnam.
Il movimento era portatore di un ideale politico
molto liberale nel senso delle libertà individuali e molto critico verso la
società dei consumi, l'autoritarismo, l'imperialismo, ma giocava anche su temi che toccavano la vita
quotidiana, come il diritto d'accesso dei ragazzi alle residenze universitarie
femminili.
Di figure carismatiche non si può parlare in senso
stretto: il movimento restò "multiforme" e privo di un'organizzazione
centralizzata. Alcuni dei suoi personaggi ne divennero tuttavia, a posteriori,
emblematici. Tra questi, Serge July e Daniel
Cohn-Bendit, ma anche i «nouveaux philosophes»,
come ad esempio Bernard-Henri Lévy.
Le cause di questo movimento furono diverse. Le
analisi storiche oscillano tra l'idea che alla base ci fosse l'esigenza di
infrangere la grande rigidità che imprigionava le relazioni umane e i costumi,
e la constatazione dell'inizio di un peggioramento delle condizioni materiali a
conclusione della ricostruzione del dopoguerra.
La deflagrazione spontanea della crisi prese
completamente alla sprovvista il potere politico, così come tutte le
organizzazioni, i partiti, i sindacati. Potere politico e movimento erano
altrettanto disuniti.
Il PCF e il suo
braccio sindacale, la CGT, rifiutarono in
prima battuta di fare causa comune con gli studenti, e tanto più con i loro dirigenti di
ispirazione libertaria (come Daniel Cohn-Bendit) o provenienti dai diversi
gruppuscoli di sinistra (i «gauchistes»). Questi ultimi (marxisti-leninisti,
filocinesi, trotskisti) erano essi stessi divisi e in competizione fra loro, e
incerti sull'atteggiamento da assumere verso il movimento.
Il mondo attorno al Maggio francese
Le lotte studentesche in
Francia, prima del maggio 68, erano state meno massicce o profonde rispetto
alle numerose lotte negli altri paesi, in particolare negli Stati
Uniti ed in Germania.
Uniti ed in Germania.
Fu negli USA, a partire dal 1964, che nacquero i più massicci e significativi movimenti di
quel periodo; nell’università di Berkeley, nel nord della California, la
contestazione studentesca prese, per la prima volta, un carattere di massa.
contestazione studentesca prese, per la prima volta, un carattere di massa.
La rivendicazione che,
per prima, mobilitò gli studenti fu quella del “free speech
movement” (movimento per la libertà di parola) in favore della libertà d’espressione
politica (principalmente contro la guerra del Vietnam e contro la segregazione
razziale) all’interno dell’università. In un primo tempo le autorità reagirono
in modo estremamente repressivo, in particolare con la spedizione delle forze
di polizia contro il “sit-in” (l'occupazione pacifica dei locali) facendo 800
arresti. Alla fine, a partire dal 1965, le autorità universitarie autorizzarono
le attività politiche nell’università che intanto diventava uno dei principali
centri della contestazione studentesca degli Stati Uniti, mentre fu
principalmente con lo slogan pubblicitario “eliminare il disordine a Berkeley”
che, contro ogni aspettativa, Ronald Reagan veniva eletto governatore della
California a fine 1965.
movement” (movimento per la libertà di parola) in favore della libertà d’espressione
politica (principalmente contro la guerra del Vietnam e contro la segregazione
razziale) all’interno dell’università. In un primo tempo le autorità reagirono
in modo estremamente repressivo, in particolare con la spedizione delle forze
di polizia contro il “sit-in” (l'occupazione pacifica dei locali) facendo 800
arresti. Alla fine, a partire dal 1965, le autorità universitarie autorizzarono
le attività politiche nell’università che intanto diventava uno dei principali
centri della contestazione studentesca degli Stati Uniti, mentre fu
principalmente con lo slogan pubblicitario “eliminare il disordine a Berkeley”
che, contro ogni aspettativa, Ronald Reagan veniva eletto governatore della
California a fine 1965.
Il movimento si sviluppò massicciamente
andando negli anni seguenti a radicalizzarsi attorno alla protesta contro la
segregazione razziale, per la difesa dei diritti delle donne e specialmente
contro la guerra del Vietnam. Mentre i giovani americani, specialmente gli
studenti, fuggivano all’estero per evitare di essere spediti in Vietnam, la
maggior parte delle università del paese furono centri di massicci movimenti
contro la guerra; intanto si sviluppavano delle insurrezioni nei ghetti neri
delle grandi città (la proporzione dei giovani neri fra i soldati spediti in
Vietnam era molto superiore alla media nazionale).
Dal 23 al 30 aprile 1968
l’università di Columbia, a New York, venne occupata per protesta contro il
contributo dei suoi dipartimenti alle attività del Pentagono e in solidarietà
con gli abitanti del vicino ghetto nero di Harlem. Fu una delle più alte espressioni
della contestazione studentesca negli Stati Uniti che stava per conoscere uno
dei suoi momenti più violenti a fine agosto a Chicago, con vere insurrezioni,
durante la Convention del Partito democratico.
In questo stesso periodo molti altri paesi erano interessati da
rivolte studentesche:
Giappone: a partire dal 1965
gli studenti dimostrarono contro la guerra del Vietnam, in particolare sotto la
guida dello Zengakuren (?) che organizzava temibili scontri con la
polizia. Nel ’68 lanciarono la parola di ordine: “trasformiamo
il Kanda [distretto
accademico di Tokio] in Quartiere latino”.
accademico di Tokio] in Quartiere latino”.
Gran Bretagna: l’effervescenza
cominciò fin dalla fine del 1967 nella rispettabilissima “London School of
Economics”, una Mecca
del pensiero economico borghese, dove gli studenti protestarono contro la
nomina a presidente di un personaggio noto per i suoi legami coi regimi
razzisti della Rodesia e del Sud Africa. Essa continuò fino all’inizio del ‘68 con manifestazioni di massa contro l’ambasciata degli Stati Uniti, mentre altre università del paese venivano coinvolte, in particolare Cambridge. Vi furono centinaia di feriti ed arresti.
del pensiero economico borghese, dove gli studenti protestarono contro la
nomina a presidente di un personaggio noto per i suoi legami coi regimi
razzisti della Rodesia e del Sud Africa. Essa continuò fino all’inizio del ‘68 con manifestazioni di massa contro l’ambasciata degli Stati Uniti, mentre altre università del paese venivano coinvolte, in particolare Cambridge. Vi furono centinaia di feriti ed arresti.
Italia: gli studenti si
mobilitarono a
marzo in numerose università, e principalmente a Roma, contro la guerra del
Vietnam e contro la politica delle autorità accademiche.
marzo in numerose università, e principalmente a Roma, contro la guerra del
Vietnam e contro la politica delle autorità accademiche.
Spagna: sempre a marzo
l’università di Madrid venne chiusa “indefinitamente” a causa dell’agitazione
studentessa contro la guerra del Vietnam ed il regime franchista.
Germania: già dal 1967 si
era sviluppata l’agitazione
studentesca contro la guerra del Vietnam e si accresce l’influenza del
movimento di estrema sinistra SDS, nato da una scissione della gioventù
socialdemocratica; il movimento poi si radicalizzò e prese un carattere di
massa con l’attentato a Berlino contro il principale leader di estrema
sinistra, Rudi Dutschke, commesso da un giovane esaltato, notoriamente
influenzato dalle campagne isteriche scatenate dalla stampa del magnate Axel
Springer. Per molte settimane, prima che lo sguardo venisse
rivolto verso la Francia, il movimento studentesco in Germania confermò il suo
ruolo di referente per l’insieme dei movimenti che interessarono la maggior
parte dei paesi europei.
studentesca contro la guerra del Vietnam e si accresce l’influenza del
movimento di estrema sinistra SDS, nato da una scissione della gioventù
socialdemocratica; il movimento poi si radicalizzò e prese un carattere di
massa con l’attentato a Berlino contro il principale leader di estrema
sinistra, Rudi Dutschke, commesso da un giovane esaltato, notoriamente
influenzato dalle campagne isteriche scatenate dalla stampa del magnate Axel
Springer. Per molte settimane, prima che lo sguardo venisse
rivolto verso la Francia, il movimento studentesco in Germania confermò il suo
ruolo di referente per l’insieme dei movimenti che interessarono la maggior
parte dei paesi europei.
Questa lista evidentemente è lungi dall’essere
esaustiva. Anche molti paesi della periferia del capitalismo vennero
interessati da movimenti studenteschi durante il 1968 (come il Brasile o la
Turchia tra molti altri). E’ importante tuttavia ricordare quello che si
sviluppò in Messico alla fine dell’estate e che il governo decise di
schiacciare nel sangue (decine o addirittura centinaia di morti, il 2 ottobre in
piazza delle Tre-Culture - Tlatelolco- a Città del Mexico) per permettere ai
Giochi olimpici di avere luogo dal 12 ottobre “nella calma”.
esaustiva. Anche molti paesi della periferia del capitalismo vennero
interessati da movimenti studenteschi durante il 1968 (come il Brasile o la
Turchia tra molti altri). E’ importante tuttavia ricordare quello che si
sviluppò in Messico alla fine dell’estate e che il governo decise di
schiacciare nel sangue (decine o addirittura centinaia di morti, il 2 ottobre in
piazza delle Tre-Culture - Tlatelolco- a Città del Mexico) per permettere ai
Giochi olimpici di avere luogo dal 12 ottobre “nella calma”.
Quello che caratterizzò l’insieme di questi movimenti,
evidentemente fu, soprattutto, il rigetto della guerra del Vietnam. E bisogna
anche aggiungere che in questo caso i partiti stalinisti non si trovarono alla
loro testa come era logico che fosse essendo alleati dei regimi di Hanoi e
Mosca, e come era capitato con i movimenti contro la guerra in Corea all’inizio
degli anni 1950. Al contrario, questi partiti non solo non hanno avuto
praticamente alcuna influenza ma spesso sono stati in netta opposizione contro
questi movimenti.
evidentemente fu, soprattutto, il rigetto della guerra del Vietnam. E bisogna
anche aggiungere che in questo caso i partiti stalinisti non si trovarono alla
loro testa come era logico che fosse essendo alleati dei regimi di Hanoi e
Mosca, e come era capitato con i movimenti contro la guerra in Corea all’inizio
degli anni 1950. Al contrario, questi partiti non solo non hanno avuto
praticamente alcuna influenza ma spesso sono stati in netta opposizione contro
questi movimenti.
In parte da
Storia di una foto la Marianne
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inserito il 11/05/2018
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